Equinozio,
dal latino “equino zium” “zio a
cavallo”. Ricorda
la mitica immagine
dello zio Teo
a cavallo fra l'inverno e l'estate, e
lo sbocciare delle sue
prime
virilità
“primavirilis” (sto
provando, forse invano, a competere con la cultura del grande
Marianorun).
Stamattina, alle 6
e mezza, sento rumori in casa. Apro gli occhi, vedo che fuori c'è
già un po' di luce, decido di alzarmi e scendo in cucina. Dopo 5
minuti, appare Martino raggiante, e comincia a farneticare “è
arrivata la primavera, festeggiamo, ...” guardo fuori dalla
finestra il cielo plumbeo e, con gli occhi ancora semichiusi dal
sonno e la faccia seria gli chiedo “scusa Martino, un'informazione:
da chi compri le anfetamine? Non vedi il cielo?” “sì, ma guarda
l'albicocco tutto fiorito” “sì che bello, vedo gli uccellini che
becchettano nei fiori per mangiare le moschine che mettono i vermetti
nelle albicocche che cresceranno tutte marce” “Dai papà, non
rovinare tutto, è primavera, usciamo dal letargo: stamattina mi sono
fatto persino la doccia”. La doccia! Le pulizie di primavera!
Questa sì che è una novità da festeggiare.
Alla fine il suo
entusiasmo giovanile ha avuto la meglio sul mio sarcasmo senile.
Peccato che il suo fisico non fosse pronto a tutta quell'igiene e
stasera gli è venuta un po' di febbre. Comunque grazie Martino!
Buona primavera, buon equinozio!
Equinozio, dal
felliniano “È qui? No! Zio!” (cit. “amarcord”). Ricorda la
mitica immagine dello zio Teo che scappa sulla cima di un albero …
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