martedì 27 febbraio 2018

Elezioni tlisti

Domenica si vota ma il popolo italiano è vecchio e stanco, non gli tila più come una volta. Licoldo quelle belle elezioni tulgide degli anni 80, l'eccitazione che montava, montava fino a sfogalsi nel segleto dell'ulna. Questa volta avlemo elezioni tlisti, bandiele a mezz'asta. Bellusconi, Salvini, Di Maio, Lenzi: come si fa ad eccitalsi? Di flonte a questa scelta mi sento impotente. Mi si è ammosciata anche la elle … la ELLE, intendo, L di Loma, di eLezioni. Nel segleto dell'ulna non mi lestelà che votale mestamente apponendo una tliste clocetta. Peggio del tlis.

domenica 25 febbraio 2018

Una scopa e il suo scopo al Montiferru winter trail.

Se non si corre nessun rischio non si vive perché anche solo respirare potrebbe fare entrare nei polmoni un microbo o una particella letale. Se si rischia troppo non si vive perché si muore. La giusta misura sta quindi da qualche parte in un punto d'equilibrio lì nel mezzo. Osare qualcosa per vivere intensamente, possibilmente senza morire. La grande maggioranza delle persone resta chiusa in un salotto vicino al limite del non vivere per non rischiare di essere uccisa da una goccia d'acqua sulla testa. Qualcuno, molti pochi, stanno oltre il punto d'equilibrio vivendo al massimo e sperando di sopravvivere a rischi estremi. Il pensiero, affettuoso, va a Roberto Zanda. Io personalmente mi aggiro lì nel mezzo cercando l'equilibrio perfetto anche se so bene che non esiste perché dipende dalla fortuna, da possibili, più o meno probabili, incidenti. Penso anche a mio padre che in uno di quegli incidenti ha perso la vita. Pioveva quel giorno in val Ferret, piove oggi. Farà freddo e viene freddo anche solo a guardare i titoli dei giornali che evocano il soffio gelido di Burian. Ma si parte, chi consapevole, chi no, per la nostra avventura; sarà un estremicchio molto controllato e con probabilità di rientro con i quattro arti del 99,99%.
Già salendo alla parte alta di Santu Lussurgiu, capisco che sarà Agnese la mia compagna di viaggio e ne sono contento perché mi piace molto la sua grinta e il suo entusiasmo contagioso. Devo accompagnarla al traguardo entro il tempo limite che coincide col calar delle tenebre. Quindi oggi lei è il mio SCOPO e io sono la sua SCOPA, in un interessantissimo rapporto di coppia con inversione di genere. Lui al femminile, lei al maschile, un buono sceneggiatore potrebbe scriverci una piccante commedia all'italiana ma nella realtà si è svolto tutto in modo estremamente professionale.
Agnese dà il ritmo, io la seguo. Mi basta poco per imparare il suo ritmo e allora mi metto davanti anche perché ho occhio e intuito per vedere i nastri, in parte calpestati e nascosti dalla neve. Anche lì mi ci vuole poco per capire la strategia di nastratura; basta entrare nella testa dei nastratori che hanno provato ad entrare nella testa degli atleti: pochi nastri dove si deve andare dritti e moltissimi dove ci sono svolte o immissioni. Purtroppo i nastratori non immaginano che agli atleti impegnati nella corsa resta un solo neurone per prendere le decisioni. Lo so bene perché succedeva anche a me. E allora quelli particolarmente attenti se non hanno un nastro a vista si preoccupano e magari si fermano e tornano indietro a cercarli mentre altri particolarmente disattenti non vedono neanche le svolte segnatissime rischiando di disperdersi. L'unica soluzione sarebbe accompagnarli per mano uno per uno ma io, scusate, ne seguo uno alla volta, sono un professionista e oggi sono già occupato.
Seguendo la “yellow brick road” dei fiocchi gialli e neri ci si immerge in un mondo magico, pieno di sorprese, di variazioni continue. La zona alta, dei roccioni vulcanici e dei panorami sconfinati è perennemente avvolta dalle nuvole e lo sguardo va a sbattere contro una barriera fittissima di goccioline d'acqua in sospensione. Ma poi si scende nel bosco, dove si trovano alberi abitati, cascate rigogliose, sentierini pavimentati in morbida terra, balconi con vista mare. È una goduria continua.
L'acqua, in tutti i suoi stati – solido, liquido e vapore – proveniente da tutte le parti, da sopra a sotto, è la protagonista. Quando decido di mettere il cappuccio, è già mezzo pieno d'acqua e un gelido rivolo mi percorre la schiena. Scorre anche sul terreno creando pozze e torrenti estemporanei che occupano tutto il sentiero. Guadi e pozzanghere prima si evitano con cura, poi si fa finta di non vederli e alla fine si cercano, per sciacquare i piedi dal fango e far rilassare i piedi. Ogni 60 minuti, infatti, è opportuno decongestionare piedi e caviglie con un'applicazione di freddo e qui è tutto offerto.
La candida neve, simbolo di purezza, nel volgere di poche ore si è trasformata in guazzetto grigio e poi in melma marrone, simbolo di impurità. È sicuramente una metafora di qualcosa che però ora mi sfugge; per me è tutta natura e ci sguazzo con piacere. Agnese invece la odia ma, sia pure imprecando, va avanti risoluta.
La scopa e il suo scopo dopo poco più di 9 ore, rientrano in paese per l'arrivo. La mente però non si ferma; continua a correre verso Domusnovas per il trail del Marganai, dove splende sempre il sole.
Un brivido corre sulla schiena di tutti quando ci si accorge che un atleta manca all'appello. Si sono perse le sue tracce da diverse ore ed è già buio. Il pensiero torna a quello 0.01% di probabilità di incidente. Per fortuna poco prima delle 8 arriva anche lui. L'equilibrio oggi è stato pienamente raggiunto e me ne posso andare a dormire estremamente soddisfatto. Un altro giorno pieno di vita è passato e me ne restano altri 17150!

martedì 20 febbraio 2018

Montiferru winter trail preview – Aspirazioni da aspirapolvere

Mi sono offerto per fare il servizio scopa a due ultratrail di 50 km e a un trail da 35.
Ho però un dubbio esistenziale. Più che scopa, al punto in cui sono, mi sento aspirapolvere. La scopa è dritta, secca, non presenta rigonfiamenti. L'aspirapolvere invece, al centro dell'elemento strutturale, presenta un sacco che tende a gonfiarsi. Ecco, guardo in giù e vedo chiaramente il sacco rigonfio. Sono aspirapolvere, non c'è dubbio.
foto da: http://www.montiferruwintertrail.it/vi-racconto-il-k50-del-montiferru-winter-trail/
Si comincia il 24 febbraio, fra 4 giorni, con i 50 km del Montiferru winter trail.
Da primo della 27 a ultimo della 50
Altri spazi. 3 anni fa avevo partecipato alla 27km. Avevo vinto la gara anche perché i più forti si confrontavano sulla 50. Mi rimase però il desiderio di fare la 50 perché il percorso della 27 era rimasto nel bosco, senza raggiungere le ampie radure della parte alta, fra le cime vulcaniche. Ora mi rifarò. Questa volta si va in cima non una ma 2-3 volte. Si gira con arzigogoli arditi il territorio per coprirne una buona parte di superficie. Nel bosco, 27Km*10m di profondità di sguardo sono solo 0,27km2. Dove invece finisce il bosco e lo sguardo spazia si fa il pieno di superfici, si riempie il sacco dell'aspirapolvere di chilometri quadrati.
Altri tempi. I tempi si dilatano: dalle 2h17 del 2015 alle 10h di tempo massimo per la 50 di sabato prossimo. Ci sarà tempo per un'immersione completa nella natura, in me stesso e nella compagnia occasionale prolungata degli ultimi atleti. 10 ore da passare con la mia schiena, le mie gambe, il mio cuore. La schiena mi è di compagnia, si fa sentire, mi fa le previsioni meteo e misura il numero di passi e la loro intensità, credo che faremo amicizia.
Da 12km/h a 5km/h. Oltre alla quantità di cose da vedere anche la permanenza accanto ad ognuna di esse sarà più che doppia. Gli alberi, le rocce, i panorami, si arricchiranno di mille particolari. Il Montiferru, con i suoi boschi, le sue rocce vulcaniche, la sua acqua, la sua storia e preistoria è un territorio terribilmente ricco e affascinante pieno di alberi da abbracciare, viste da urlo, giochi d'acqua … ne ho sentiti tanti urlare dall'emozione e poi cadere ai suoi piedi. Io non urlo ma assorbo, aspiro. Al peggio sentirete l'urlo disperato di un aspirapolvere intasato.
Altra socialità. La superba solitudine dei primi sarà sostituita dalla forte socialità degli ultimi. Fra i primi c'è rivalità; si cerca, sportivamente, di prevalere sugli altri. Fra gli ultimi, invece, ognuno lotta contro sé stesso e negli altri cerca alleanze, aiuti per superare i propri limiti. Si creano situazioni di mutuo supporto, di simbiosi che poi sono difficili da sciogliere, anche dopo il traguardo. Ci si completa a vicenda, diventando qualcosa di più grande. Ne avrò bisogno anche io; sarò lì per trascinare ed essere trascinato, per immergermi completamente nella natura, in me stesso e simbioticamente negli altri e aspirerò, aspirerò.
Ad ogni respiro aspirerò quell'aria piena di significati e ne assorbirò l'essenza buttando fuori solo fiato umidiccio. Ne uscirò con il sacco pieno di pezzetti di roba come quella polvere che si struttura in meravigliose nuvole solide; un po' gonfio ma sazio e migliore. 

sabato 17 febbraio 2018

Non è un picnic

10 capoterrestri e un'extracapoterrestre, si sale a “perda sub'e pari” “una pietra sull'altra”.
Tocchiamo il monolite di chiara origine aliena per raggiungere la conoscenza del senso della vita. Mi aspetto che dica qualcosa tipo “patatine e pistacchi a volontà” ma tace. Lo guardo e finalmente sento un impulso nervoso che, partito dalla mano, attraversa come un brivido la schiena fino a raggiungere il cervello; ecco l'illuminazione: il bello della vita, mi ha svelato, è stare lì a toccare quella pietra con gli amici dopo averla raggiunta con fatica. “La vita non è un picnic”.

Il tempo che si staglia sullo schermo anche oggi si sposterà di uno in avanti. Un altro di quei numeri belli grossi pieni. Me ne restano ancora 17158.

martedì 13 febbraio 2018

Altalena per la pensione

Dopo lo “scivolo” per la pensione ecco la nuova divertentissima proposta del nostro governo: l'”altalena” per la pensione. Molto più dinamica dello scivolo, ti permette di avvicinarti a tutta velocità alla pensione più e più volte e, ogni volta, ti sembrerà di esserci arrivato!
Un'altra grande attrattiva è attualmente allo studio dei nostri uffici tecnici: la “giostra” per la pensione.
L'Italia, un grande parco di divertimenti. Vieni a farti due risate con noi!

La Presidenza del Consiglio dei Ministri

venerdì 9 febbraio 2018

Obiettivo 100

Il velleitario è tornato con un nuovo obiettivo ancora più ambizioso: arrivare a 100.
Vorrei impiegarci 47 anni ma se anche dovessi rallentare e metterci un po' di più, poco male. L'importante è divertirsi e godersi il lungo viaggio.
Spero che sia meraviglioso ma se ci dovessi trovare solo sofferenza, non lascerò che questa mi trasformi in un verme per arrivare strisciando: non ho niente da dimostrare a me stesso, né ad altri. Piuttosto, mi ritiro e vorrà dire che non arriverò mai a 100. Pazienza.
Sarà un'avventura emozionante e piena di vita e ve la racconterò passo per passo, chilometro per chilometro giorno per giorno. Per chi mi volesse seguire in diretta, ho messo un “countdown” nella barra laterale destra. Sicuramente andrò incontro a crisi e momenti difficili. Ci saranno inverni a -10o e estati a +40o eppure andrò avanti, a testa alta, verso l'obiettivo.
Statistiche alla mano, meno dell'1% riesce a raggiungere il traguardo.
Fatemi gli auguri, che ne ho bisogno!

martedì 6 febbraio 2018

Servizio Scopa

Pelo morbido catturapolvere
Tutto materiale organico, riciclabile nel rifiuto umido
Ideale per esterni, terrazze, giardini, montagne

In tournée:
Montiferru winter trail: 50 km 24 febbraio – Santu Lussurgiu
Trail del Marganai: 52 km 11 marzo – Domusnovas
Venite a provare! 50 km di prova GRATUITA!
Io e mia sorella

sabato 3 febbraio 2018

Vittorie e sconfitte

Comunque vada, che vinca o che perda,
ne uscirò a testa alta
ma è andando a testa alta
che si pesta la merda.

Quando si va con lo sguardo volto verso orizzonti lontani si rischia di non vedere le meschinerie e di metterci un piede sopra.
Ho vinto? Sembrerebbe di sì ma resta quella sensazione di scarpa appiccicosa e il ricordo di quell'odore nauseante che mi tormentano ancora. Ho anche perso … tante energie mentali, tempo, pazienza. Ho riempito questo blog di post su argomenti noiosi. Spero che sollevare il problema delle autorizzazioni alle manifestazioni sportive non sia stato inutile e che possa servire a salvarne qualcuna. In quel caso sarà una vera vittoria, altrimenti avremo perso tutti.
Il massimo della nausea mi è venuto davanti ai barracelli armati di mitra schierati per difendere il territorio dall'invasione della festa. Poi, invece, la giornata è andata alla grande, nonostante quel fetore che però, sovrastato dal clima di festa, si è affievolito presto fino a sparire del tutto. Struscio ancora una volta la scarpa sull'erba ma è solo un riflesso condizionato. Restano solo lo sport, la salute, i sorrisi, la festa. Ho vinto, non c'è dubbio.

E ora la vita va avanti e sarà il solito susseguirsi di vittorie e sconfitte. Da quando ho smesso l'attività agonistica le vittorie invece di diminuire sono aumentate: c'è chi ha perso 3 chili, io ne ho vinti 5!