venerdì 11 ottobre 2013

In fuga da xfactor

Non sopporto gli show televisivi e in particolare aborro i finti reality, come masterchef o xfactor. Invece Maria li adora, e spesso riesce a corrompere anche i ragazzi, creature innocenti, con pop corn o altri gadget. Io allora mi rifugio in una camera a fare attività alternative, socialmente utili o, più spesso, scelgo la pigra e inutile detenzione.
Ieri iniziava xfactor. Recluso nel mio “studio” davanti al PC, mi son lasciato trascinare da spotify ad ascoltare "the Las Vegas story" dei "Gun Club" e mi sono ricordato di quando, studente a Pisa, ero andato al Tenax di Campi Bisenzio alla periferia di Firenze a vederli in concerto. Ho vaghi ricordi di quella serata: alla stazione un ragazzo canadese mi aveva chiesto:  "Campi Bisenzio?", io gli avevo risposto chiedendo: "Gun Club?" e lui "Yes!" e ci eravamo avviati insieme. Ricordo che il canadese aveva un walkman e per risparmiare le batterie riavvolgeva la cassetta facendola roteare attorno ad una penna. Ricordo che mi aveva regalato una cassetta con "the medicine show" dei "Dream syndicate". Ricordo che ci eravamo comprati un bottiglione da 2 litri di vino bianco super-economico e sorseggiandolo a turno, ce l'eravamo scolato; nonostante non avessi mai studiato inglese, ci capivamo al volo. Ho anche qualche ricordo lampo del concerto, come quando il canadese era salito sul palco riuscendo a chiedere al cantante Jeffrey Lee Pierce "Why are you racist?" prima di essere buttato giù dal servizio d'ordine. Ricordo, alla fine, l'aria fresca della notte e il rombo continuo nelle orecchie interrotto solo dal rumore del passaggio delle auto. Ricordo poi l'autostop per rientrare alla stazione e la coppia dark che ci aveva pietosamente raccolti. Eravamo molto lontani dalle nostre zone di comfort e da xfactor.
Poi quando è finito il disco, ho imbracciato la mia vecchia stratocaster e ho bistrattato "where is my mind" dei Pixies, un altro dei miei gruppi preferiti dell'epoca. Altro che xfactor! Ho cercato di interpretare il significato di quella canzone … forse un criceto che cade zampe all'aria mentre si allena girando nella sua ruota, cadendo si spacca la testa e sogna di correre su sentieri di montagna e nuotare nel mare ... Boh. Poi, spenta la chitarra, ho sentito una stranissima eco: ho aperto la porta e da xfactor risuonava proprio la stessa canzone ... Non è giusto! Quel senso di superiorità su cui si reggeva il piacere del mio esilio è venuto a mancare improvvisamente; il mio disprezzo, così gustoso, si è tramutato in amaro disorientamento. Were is my mind? Fuggendo da xfactor me l'ero ricreato in camera!

PS. Per finire, solo una piccola aggiunta alla lista della terra di mezzo:
Fuori dalla tua zona di comfort a volte trovi la zona di comfort di tua moglie
Fuori dalla zona di comfort è finita la carta igienica e te ne accorgi troppo tardi ...

6 commenti:

  1. Sul criceto sognante te ne potrei raccontare a bizzeffe, ma ho pensato di chiederti un'aggiunta alla lista. Proprio oggi, guarda che caso, si discuteva tra criceti dell'opportunità di allargare i nostri comuni orizzonti circolari. Il risultato del simposio è stato il seguente:
    "Fuori dalla tua zona di comfort, nel nuorese, trovi la zona di comfort dei cani pastore. E sono piuttosto territoriali."

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    1. Basta non entrare nel loro territorio ;-)

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    2. Bella, Mario.Forse anche noi dovremmo "segnare" i confini della nostra zona di comfort come fanno loro.
      La lista di ciò che ognuno trova fuori dalla sua zona di comfort potrebbe diventare variopinta, interessante e divertente. Io sono pronto a raccogliere ...

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    3. Fausto, il problema è che ti accorgi del confine quando lo hai già abbondantemente superato. A quel punto ti restano due vie: A) estrai dalla tasca le pietre che hai portato con te, conscio del pericolo, e li affronti; B) gli volti le spalle e ritorni da dove sei venuto, facendo il vago e fischiettando.

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  2. Ho creato dei mostri con la "zona di comfort"! :-)))
    -4!!!!!!!!!! Arrivo...

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    1. Eh sì, suona così bene, che anche senza sapere niente di psicologia ci si può giocare ...
      A presto!

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