mercoledì 9 aprile 2014

Il re del lento

“Signorina … vuol fare … 4 ore con me?”
Son cavaliere e conduco dame e pedine con garbo e passo leggero, attento a non pestar piedi; trattengo passi ambiziosi e restano solo accenni di stile a rompere la monotonia di questo lento infinito. Un respiro ogni tre passi per un valzer arricchito dal ritmo dei balzelli del cuore. I pensieri fluiscono leggeri e ondeggiando la fatica scivola via.
Creo confidenza con poche parole, sguardi amichevoli e intimità fisica ma non mi affeziono, ne va della mia professionalità.
Maratona di danza, ad eliminazione: al ventesimo giro la prima si ferma stremata, uno sguardo d'addio e la lascio cadere senza rimpianti, devo pensare a chi è vivo. Avanti un'altra, altro giro, altra corsa.

Corpi si sfiorano, pelle lucida di sudore, sorrisi addolciti dalla fatica. Odore di corpi in movimento da ore. Il tempo è ritmo, movimento, respiro profondo. Delle nostre storie passate, restano solo segni sul viso; il futuro non esce da questa balera, non va oltre questa pista, quel traguardo e si avvicina con lui. Il presente è vita potente: siamo noi, ora, qui, nessun dubbio cartesiano né bisogno di pensare. Solo movimento, fino a sazietà, fino a sfinimento, obesi di fatica, gonfi d'orgoglio raggiungiamo il traguardo: non c'è dubbio abbiamo vinto, la medaglia è d'oro.  

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