lunedì 18 maggio 2015

Sardinia trail – intermezzo piacevole

Dopo averlo lasciato semi-deserto, al rientro troviamo il resort che pullula di gente.
Molti hanno il passo più pesante di noi ma, mentre la nostra pesantezza si nasconde nelle gambe, la loro si mostra, ben evidente, sul ventre e allora non c'è discussione, le sdraio sono per loro, ne hanno bisogno.
Il dolore al polpaccio continua ma ora è democraticamente mescolato con altri dolori e lo sento meno. Oggi niente massaggio. Mi limito a tuffarmi nell'enorme borsa del ghiaccio del mare ogliastrino e ad allungare in continuazione il polpaccio. A furia di stirarlo, credo stia diventando più lungo di quello di Michael Jordan!
Quest'anno il soggiorno è davvero piacevole. In confronto a Lanusei downtown, location dell'anno scorso, si sta meglio qui a Marina di Cardedu. C'è più spazio per stare insieme, la piscina, il mare …
dopo 2 giorni di convivenza il gruppo dei trailers è più unito. Anche il gruppo dei cagliaritani finalmente comincia ad aprirsi e a mescolarsi con altri: veneti, toscani, spagnoli … abbiamo perfino scambiato qualche parola con dei sassaresi! Anche Marco Olmo, simpatico orso, si apre e ci racconta le sue esperienze nel deserto. Per abituarsi all'autosufficienza, con sollievo della moglie (l'ha detto lei), ha passato il mese che precede la Marathon des Sables dormendo sul pavimento … per non essere da meno, stanotte molti dormiranno per terra.
Viene esposta la classifica. Sono undicesimo a 3 minuti dal decimo. Premiano solo i primi 5 per cui arrivare nei primi dieci sarebbe solo una questione d'onore numerico. Più stimolante la sfida con Teo anche se ormai sembra persa. Recuperare 10 minuti in una tappa “corta” come quella di domani a uno tosto come lui con le gambe doloranti e le scarpe rotte mi sembra quasi impossibile. Però, la soddisfazione sarebbe enorme, per cui ci proverò.
Alle 19.30 apre il buffet della cena e già 5 minuti prima siamo ammucchiati all'ingresso del ristorante con la salivazione a mille. Oggi il buffet è ancora più ricco degli altri giorni: oltre alla solita scelta, troviamo anche culurgiones, porchetto, sebadas, vino in bottiglia … a parte qualcuno della top five, nessuno sembra aver letto il libro di Speciani sull'alimentazione dell'atleta prima e dopo la gara e l'abbuffata è libera e goduriosa.

La presenza di ragazzini nella stanza accanto e, soprattutto, il tono delle loro voci mi fa presagire una nottata difficile. Alle 21 nella stanza 173 della casa di riposo suona il coprifuoco. Alle 21.30 siamo nel letto con la luce spenta. Una mezz'oretta dopo squilla il telefono. Rispondo e sento la voce di un ragazzino che, per far credere di essere un adulto, parla con una voce tipo Homer Simpson (forse l'unico adulto che abbia mai ascoltato davvero). “Stanza 173?” Dice. “Senti ragazzino, stiamo cercando di dormire per cui vedi di non rompere” rispondo e attacco. Dopo un altro quarto d'ora il telefono squilla di nuovo. Non lo lascio parlare. Dico “Spero che i tuoi genitori siano d'accordo, perché domattina mi informo da quale stanza viene questa chiamata e li avviso”. Attacco, stacco il telefono e mi rimetto a dormire. Qualche ora dopo il telefono squilla ancora. Lo scherzo finale, quello più idiota, me lo sono fatto da solo, dimenticando la sveglia del cellulare impostata alle 5.30 del mattino.

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