venerdì 26 dicembre 2014

Escalation

23 dicembre: Passeggiatina a Norcia, giusto giusto per arrivare a Fermo con una punta di appetito.
Arriviamo che è già apparecchiato. Anellini al forno, arrosto di vitello – sono pieno – formaggio e dolci assortiti, spumante, vino e vino dolce.
24 dicembre: 1 ora di corsa sulla collina, panorami salite e discese. Rutti confermano lo stato di avanzamento della digestione. Sto avendo la meglio. La testa si libera dal torpore appena in tempo per sedermi a tavola.
Pizza, crostini al salmone – sono pieno – insalata russa, tagliolini allo scorfano, code di rospo al forno, formaggio e dolci assortiti … nella nebbia arriva babbo natale.
25 dicembre: 2 ore di corsa sul lungomare adriatico, 25 km fra pista ciclabile, pineta e marciapiede. L'insulina e i muscoli si litigano il glicogeno del sangue. Finiscono pari ma io sono esausto.
Fritto all'ascolana, crostini, tortellini in brodo, arrosto, galantina, formaggio e dolci assortiti, spumante, vino e vino dolce.
26 dicembre: mattina. Fuori piove, in testa ho la nebbia e non esco. Aspetto il pranzo.
Tagliatelle fritte, sformato di tagliolini, avanzi …
Pomeriggio, c'è il sole ma sono sopraffatto dal cibo e rischierei di vomitare.
Mi arrendo: mi sono ormai trasformato in uno di quei vermi il cui corpo serve solo a ricoprire e proteggere l'intestino. Ormai sconfitto, non rinuncio però all'ultima sortita per salvare l'onore. Non credo che sopravviverò. Sono le 4 meno 10, l'aria è limpidissima e frizzante, illuminata a sprazzi dagli ultimi raggi di sole. I primi rutti si portano dietro un liquido dal buon sapore di tagliatelle fritte. Su e giù per i colli, in dicesa i contraccolpi dei passi appesantiti dal peso del mio stomaco ipertrofico accompagnano i movimenti peristaltici come una buona centrifuga. In salita, cuore e muscoli succhiano glicogeno e acidi grassi dal sangue. La testa ringrazia scotendosi dal torpore. Il sole è tramontato ma voglio correre ancora. Con un saliscendi su ripidissime strade agricole, passo al crinale accanto. I rutti sono ormai asciutti e il passo ha acquistato una buona lena. Nella semioscurità, una falce di luna si staglia sul cielo e le luci dei paesi, sulle colline. I rutti ora cominciano a uscire da sotto: il più è fatto. Rientro che è ormai buio. Sembrava impossibile ma l'ho avuta vinta anche questa volta.

Ora vi devo lasciare che è pronto a tavola.

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