Sono passate ore e
sono stremato; la testa è ovattata, non sento più le gambe … ogni
tanto sono costretto a fare una pausa. La resistenza è ormai al
limite. Credevo di essere vicino alla fine ma ricomincia un altro
giro. Sono ormai alla frutta. Non ha nessun senso continuare. Non ce
la faccio proprio più! La decisione è sofferta ma inevitabile: mi
ritiro. Mi devo proprio alzare da questa tavola..
Quando il medico sportivo
mi disse che non mi avrebbe rinnovato il certificato, gli chiesi se,
per favore, mi potesse permettere di partecipare ad un'ultima gara
d'addio.
Avrei voluto godere di
quel “gusto particolare dell'ultima volta” che si prova solo
quando gli addii sono consapevoli. Avrei voluto organizzare
una festa per godermi consapevolmente l'ultima gara con gli amici.
Pensavo che il posto migliore per chiudere fosse proprio qui a
Macomer,
Mi guardò pensando
“questo è pazzo”. E così eccomi qui lo stesso ma in versione ridotta, in veste semi
clandestina con un permesso di soggiorno di Tonino ma senza idoneità
né per la corsa né per l'abbuffata agonistica.
Sono venuto con l'idea di fare un giro su due alla 20km e un giro su
due alla 60 km. Ero convinto però che, per la legge di conservazione
del momento angolare, avrei compensato i due giri in meno sul
percorso con due giri in più a tavola. Invece, nonostante la
partenza sprint, la gastrite latente mi ha bloccato completamente
dopo il primo giro; ho capito allora che anche il momento angolare ha data
di scadenza e non si conserva in eterno; col passare degli anni tutto
gira più piano e quest'anno dimezzeranno anche i giri al buffet. Ed
è un vero peccato vedere tutto quel ben di dio entrare in bocche
altrui … ecco il motivo della mia espressione affranta durante la
cena. Anche lo stomaco ha le gambe stanche e indolenzite e quello
che doveva essere il mio pezzo forte si è risolto in un misero
bluff.
Ma nonostante tutto è
stata davvero una bellissima festa piena di gente straordinaria.
Come dice l'ingegnere
“grazie a tutti, nessuno escluso”
Nessuno, neanche “quello
delle 4”
Mi sveglio sentendo
rumori e vedo la luce accesa. Guardo l'orologio. “4h19? Sono pazzi
questi!” Penso ad alta voce. Anche la mosca si sveglia e comincia
svogliatamente a fare il suo lavoro di mosca, svolazzandomi intorno
senza convinzione, anche lei infastidita dalla sveglia anzitempo.
Intanto la macchinetta del caffè lavora, mascelle masticano, la
macchinetta del caffè fa il bis … . Alle 4h40 la luce si spegne.
La mosca torna a dormire beata. Io faccio i miei conti. La gara parte
alle 8h30 a 20 metri da qui. Ha fatto colazione. Gli restano 4 ore
per cagare.
17 minuti più tardi,
ecco quello delle 5 che fa suonare la sveglia alle 4h57. 3 minuti
d'anticipo perché non si sa mai, 3 ore per cagare potrebbero non
bastare.
Quello delle 4 alla fine
farà un'ottima gara, arrivando quinto assoluto e resterà convinto
che fare un pasto 4 ore prima della partenza sia essenziale per
ottenere il rendimento ottimale in gara. Io resto convinto che
dormire sia almeno altrettanto importante.
Ma grazie anche a te.
Mi ripeto ma, come dice
l'ingegnere “grazie a tutti, nessuno escluso”.
Perfino quello del
microfono con il suo crescendo di fuochi artificiali di cazzate ha
contribuito ad animare la serata.
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