lunedì 16 ottobre 2017

Sardinia Ultramezzamarathon

Sono passate ore e sono stremato; la testa è ovattata, non sento più le gambe … ogni tanto sono costretto a fare una pausa. La resistenza è ormai al limite. Credevo di essere vicino alla fine ma ricomincia un altro giro. Sono ormai alla frutta. Non ha nessun senso continuare. Non ce la faccio proprio più! La decisione è sofferta ma inevitabile: mi ritiro. Mi devo proprio alzare da questa tavola..

Quando il medico sportivo mi disse che non mi avrebbe rinnovato il certificato, gli chiesi se, per favore, mi potesse permettere di partecipare ad un'ultima gara d'addio.
Avrei voluto godere di quel “gusto particolare dell'ultima volta” che si prova solo quando gli addii sono consapevoli. Avrei voluto organizzare una festa per godermi consapevolmente l'ultima gara con gli amici. Pensavo che il posto migliore per chiudere fosse proprio qui a Macomer,
Mi guardò pensando “questo è pazzo”. E così eccomi qui lo stesso ma in versione ridotta, in veste semi clandestina con un permesso di soggiorno di Tonino ma senza idoneità né per la corsa né per l'abbuffata agonistica.
Sono venuto con l'idea di fare un giro su due alla 20km e un giro su due alla 60 km. Ero convinto però che, per la legge di conservazione del momento angolare, avrei compensato i due giri in meno sul percorso con due giri in più a tavola. Invece, nonostante la partenza sprint, la gastrite latente mi ha bloccato completamente dopo il primo giro; ho capito allora che anche il momento angolare ha data di scadenza e non si conserva in eterno; col passare degli anni tutto gira più piano e quest'anno dimezzeranno anche i giri al buffet. Ed è un vero peccato vedere tutto quel ben di dio entrare in bocche altrui … ecco il motivo della mia espressione affranta durante la cena. Anche lo stomaco ha le gambe stanche e indolenzite e quello che doveva essere il mio pezzo forte si è risolto in un misero bluff. 

Ma nonostante tutto è stata davvero una bellissima festa piena di gente straordinaria.
Come dice l'ingegnere “grazie a tutti, nessuno escluso”
Nessuno, neanche “quello delle 4”
Mi sveglio sentendo rumori e vedo la luce accesa. Guardo l'orologio. “4h19? Sono pazzi questi!” Penso ad alta voce. Anche la mosca si sveglia e comincia svogliatamente a fare il suo lavoro di mosca, svolazzandomi intorno senza convinzione, anche lei infastidita dalla sveglia anzitempo. Intanto la macchinetta del caffè lavora, mascelle masticano, la macchinetta del caffè fa il bis … . Alle 4h40 la luce si spegne. La mosca torna a dormire beata. Io faccio i miei conti. La gara parte alle 8h30 a 20 metri da qui. Ha fatto colazione. Gli restano 4 ore per cagare.
17 minuti più tardi, ecco quello delle 5 che fa suonare la sveglia alle 4h57. 3 minuti d'anticipo perché non si sa mai, 3 ore per cagare potrebbero non bastare.

Quello delle 4 alla fine farà un'ottima gara, arrivando quinto assoluto e resterà convinto che fare un pasto 4 ore prima della partenza sia essenziale per ottenere il rendimento ottimale in gara. Io resto convinto che dormire sia almeno altrettanto importante.
Ma grazie anche a te.
Mi ripeto ma, come dice l'ingegnere “grazie a tutti, nessuno escluso”.
Perfino quello del microfono con il suo crescendo di fuochi artificiali di cazzate ha contribuito ad animare la serata.
Alla fine non ho sentito quel retrogusto amarognolo dell'ultima volta per cui non riesco a dire addio. Arrivederci all'anno prossimo.

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