domenica 8 ottobre 2017

UTSS – Intro. La cura del calcare.

Sono cardiopatico, piscio sangue, ho un mal di schiena che mi ha impedito di correre negli ultimi 10 giorni, soffro di gastrite e ieri notte mi è venuto un crampo che mi ha lasciato il polpaccio dolorante. I pochi fans che mi sono rimasti sono tutti antinfiammatori e per nulla steroidei.
Il mio cellulare, affascinato dal calcare, ha deciso di abbandonare il mondo delle telecomunicazioni per fare la pietra ed è saltato giù dalla spallina del mio zaino. E ora sono senza cellulare.
Anche le chiavi dell'auto mi hanno abbandonato, prendendo la fuga nella confusione prima dello start. Ebbene sì, la chiave volkswagen in cerca di padrone che faceva finta di essersi smarrita di cui parlava lo speaker era la mia. Nessuno l'ha voluta e domani la incatenerò di nuovo al portachiavi ma intanto sono anche senz'auto.
Per il resto sto perfettamente e tutto va bene.
Ci penserà il calcare a rimettere tutto a posto. Almeno questo è il mio piano. Sarà una passeggiata della salute fisica e mentale.
Il dottor Giordano, con la sua professionalità, mi ha convinto di ciò. Il calcare cura quasi tutto. Il carbonato di calcio serve alla contrazione dei muscoli e al nutrimento delle ossa. Poi, questo lo aggiungo io, riempie gli occhi, con i suoi ghirigori appuntiti, guglie, muri verticali; e riempie la mente con i suoi vuoti – buchi misteriosi e immensi, voragini, abissi.
Per completa guarigione, mi serviranno dosi massicce: 54 km e 13 ore d'immersione completa.
Foto di Antonio Monni

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