“Vorrei solo che fosse chiaro che questo caos che vedete è il mio metodo di lavoro e non mancanza di metodo”.
ASD. Io sono Associato, Sportivo e
Dilettantistico nel profondo. La passione e il divertimento sono il
mio motore. Quando però si tratta di gestire un corso per bambini,
bisogna essere (e possibilmente anche apparire) professionali. Si
lavora a gratis ma non alla cazzo. Flessibilità e disponibilità sui
dettagli, passione come motore ma regole precise sulle cose
importanti, sicurezza in primis.
Professionalità vuol dire
avere fatto il corso per l'utilizzo del defibrillatore ma anche
ricordarsi la sigla del corso: BLS-D, ho dovuto
controllare, che se sbagli la sigla puoi salvare lo stesso la vita ma
fai un'impressione peggiore che se non hai fatto il corso.
Vuol dire specificare che la bottiglia
d'acqua dev'essere liscia e da mezzo litro che se è ruvida o da un
litro fa troppo male sulla testa. Specificare che le calze per
la palestra devono essere antiscivolo omettendo di precisare “e
senza buchi”.
Vuol dire fare giardinaggio
per sistemare la buca del salto in lungo estirpando col rastrello carote e rape che ci
stanno crescendo e, subito dopo, pulire i cessi prima che ci entrino
i ragazzi e ripulirli dopo che sono usciti visto che lo scarico non
funziona. Vuol dire andare dall'assessore a parlare di sciacquoni
invece che del futuro dello sport nel paese.
Vuol dire sapere quali sono
i propri limiti tecnici e farli conoscere ai genitori; se sei
istruttore fai l'istruttore il meglio possibile e non l'imitazione
dell'allenatore che, può essere bella da vedere ma, alla lunga,
viene fuori il bluff e i danni ai ragazzi.
Vuol dire accettare la
concorrenza come stimolo per migliorare e diventare ancora più
professionali. Non rinunciare,
in nessun caso, alle regole del rispetto e della lealtà anche nei
confronti di chi non le rispetta. L'educazione allo sport, infatti, è
anche
educazione al confronto con gli altri, al rispetto delle regole e dei
concorrenti (mai “avversari”), al riconoscimento della dignità
della sconfitta quando conseguita nonostante l'impegno, al rispetto e
alla valorizzazione delle diversità … tutte facoltà troppo spesso
dimenticate in un mondo che esalta il “successo” come unico
risultato possibile. Chi non applica queste regole nel confronto
quotidiano con gli altri, anche se concorrenti, non potrà mai insegnare ai
ragazzi i veri valori dello sport. Anche questa è
professionalità, imprescindibile, al pari di quella tecnica.
Professionalità
quindi, vuol dire investire un sacco di tempo, di lavoro, fatica e anche ingoiare qualche rospo pur di tenere alta la testa.
E
poi arrivano loro, Cristian, Eleonora, Alessia, Alessandro, Danila e
Lorena e capisci che
finché
ci saranno loro, ne varrà la pena e pensi solo a divertirti e a
farli divertire.
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