venerdì 15 giugno 2018

Il massacro di carloforteapache – Tuna coast trail preview

Carloforte, isola di San Pietro. 1992 circa, giugno o giudilì. Siamo due americani e 4 o 5 “continentali”, tutti scienziati arrivati al CRS4 per contribuire allo sviluppo scientifico e tecnologico della Sardegna. Le misure sono OK. L'isola non è grandissima, si può fare il periplo. Tempo = distanza / velocità. In due giorni si fa. 
La tabella di marcia si inceppa quasi subito, sulla scogliera gli spazi sono frattali e sfuggono ad una definizione lineare di distanza; si avanza lentamente e la velocità prevista non è praticabile. Il caldo ci fa buttare in mare e succhia le energie. Ombra zero. Gli apache, nascosti dietro le rocce, cominciano ad attaccare. Alan, per sicurezza, si era portato dietro 5 litri d'acqua, fornello a gas e riserva alimentare; troppo peso per avanzare sulle rocce scure sotto il sole senza sciogliersi. La mia futura moglie si offre di accompagnarlo a cala fico, punto previsto per il pernotto, tagliando per la strada e io mi offro di accompagnarli. Mi dispiace, perché su quelle scogliere, in quelle insenature profonde, in quel territorio selvaggio scolpito dal mare e dal vento, in quell'inferno di rocce calde e pungenti mi sentivo in paradiso. Sulla strada, lunga, assolata trovammo anche un passaggio nel cassone di una diligenza apixedda cabriolet. “È stravolto”, dicemmo al conducente indicando Alan, e lui ci prese su per pietà. Arrivati a cala fico, Alan tirò fuori il fornello e si cucinò gli spaghetti. Anche noi mangiammo qualcosa. Ci sistemammo sul fondo di una barca e ci infilammo nel sacco a pelo. Ricordo che gli altri arrivarono stravolti quando era già buio da un paio d'ore. Il giorno dopo, erano tutti talmente stanchi che decidemmo di tornare al porto per la strada principale, su sporco asfalto. Un manipolo di scienziati teorici coraggiosi, sconfitti dalla realtà.
26 anni dopo, mi si presenta l'occasione di riprovare. Il percorso del “tuna coast trail”, ricalca, in buona parte, quello previsto in quel lontano week end nel lontano west. Non c'è Alan, non credo che nessuno si porterà dietro fornelli a gas, la mia futura moglie si è sposata. Saremo in pochi, un manipolo di podisti coraggiosi in balia degli apache nascosti negli anfratti rocciosi ma soprattutto delle calde rocce nascoste sotto gli apache. Sarò la retroguardia, accompagnerò gli ultimi e guarderò loro le spalle dagli attacchi del sole a picco e dalle punture dei fichi d'india, quegli indiani dolci e fichi.
Domani, a carloforteapache, sarà un magnifico massacro.
Intanto mi bevo una bella birra fresca. So che domani me la sognerò, così me la godo di più.

Nessun commento:

Posta un commento