mercoledì 27 giugno 2018

Nuraghe Mereu

La sveglia è alle 5:50 ma alle 5:30 mi sveglio con una strana sensazione. Un odore, strano, cattivo, un fetore … spesso mi sveglio avvolto dal mio odore ma stavolta non sono io. Viene da fuori, dalla finestra lasciata aperta per l'aria fresca della notte. Sono 15 minuti brutti, non sono lucido e quell'odore mi sembra troppo penetrante; mi sento il naso pieno, le mucose irritate. Mi affaccio pensando di vedere una nube tossica giallo-verde a forma di teschio ma il cielo è terso. Pian piano mi rendo conto che è la solita puzza dell'inceneritore che, a volte. un vento beffardo mi infila nel naso. Credo che di notte brucino roba più sporca, più puzzolente approfittando del sonno per restituirci l'aria avvelenata, “cancerizzata”, piena dei nostri sprechi. Nel mondo moderno non si muore per gli ideali ma per mancanza di essi.
Moriremo tutti, ma intanto si va alla ricerca di aria pulita, là dove l'uomo cerca ancora l'equilibrio con la natura e sente ancora i suoi odori corporei. Verso il supramonte di Orgosolo.
Di solito sono puntuale, questa volta ho sbagliato il calcolo del tempo di percorrenza e ho ritardato di una ventina di minuti. Checco però ci tranquillizza: “siamo in orario, dovevamo partire alle 9 ma avevo detto alle 8:30 perché c'è Lorenzo” Di solito sono puntuale, dicevo, anche se non tutti lo sanno.

2 anni dopo, siamo gli stessi 4, io, Checco, Cirro e Gianneddu più Roberto e la piacevolissima presenza femminile di Laura e Luana che, come due zollette di zucchero, riescono ad addolcire perfino l'asprezza del supramonte.
Siamo in un mondo primordiale e fra i maschi invece c'è lotta per il ruolo di capobranco. Il piccoletto si mette in testa al gruppo ma dopo il terzo errore in dieci minuti, tutto il branco decide di seguire il maschio dominante munito di traccia gps.
Il comandante, però, invece di stare in testa a guidare gli uomini come Garibaldi o Che Guevara, sta in coda e ci guida dal posteriore, rimproverando, a posteriori, chi ha sbagliato: “non saresti dovuto andare di là”; è un po' come farsi guidare dal culo ma è tutto bello, divertente; è un mondo meraviglioso, unico. Le fonti ricche, i cinghialetti che attraversano il sentiero appetitosi
Le guglie di Montenovo San Giovanni


Il leccio che una ghianda ambiziosa ha fatto crescere in una roccia
Nuraghe Mereu, enorme, magnifico, integrato perfettamente in quella natura,
Balcone sulla gola di Gurropu.
Su disterru, il buco del culo di questo pianeta....
Sto tenendo una pisciata e l'ambizione me la fa immaginare come 100 metri di cascata. Torno su alla ricerca della pisciata perfetta dall'orlo della voragine. Mi avvicino; dovrei affacciarmi di più ma su disterru mi guarda male e mi dissuade. Intimorito, faccio un passo indietro. Il getto triste non raggiunge il bordo della voragine; provo a stringere il tubo per aumentare la pressione del getto ma senza successo; il getto viene assorbito interamente dalla terra del margine di sicurezza che mi ero lasciato davanti ai piedi per non precipitare. Ma forse è meglio così. Immagino il titolo dell'Unione “Anziano escursionista precipita nel baratro mentre sta urinando” e la vergogna di quando, cadavere, i soccorritori mi avrebbero trovato con i pantaloncini abbassati. Sconfitta cocente ma giusta, lo ammetto.

Ma anche la natura, purtroppo, a volte perde. I lecci millenari della foresta di sas baddes stanno morendo. È una vista impressionante. Le radici troncate, fuori dalla terra; giganti a terra, i corpi immensi sdraiati, uno sull'altro, come abbracciati. L'ordinata verticalità del bosco sconvolta in un disordine in cui è anche difficile orientarsi

L'idea che tutta questa meraviglia sia in pericolo, mi scava dentro; mi torna la sensazione di fetore e impotenza che annusavo stamattina. Questo tema, però, lo vorrei approfondire a parte.
Noi finiamo gloriosamente il nostro magnifico giro, tutti stanchi ma soddisfatti e uniti da una grande simpatia, nel senso letterale del termine di comunanza, armonia, condivisione di stati d'animo e di birre fresche.
Foto di Flavio, Luana e Gianni

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