lunedì 29 maggio 2017

Maratonina dei fenici - La cronaca

Foto di Rita. Io Francesca2, Francesca1 e Alessandro
Partiamo dal fondo del gruppo e camminiamo per una quarantina di secondi fino alla linea di partenza. Ora si può e si deve correre fino al traguardo. Andiamo al nostro ritmo: 6' al km. Sembra buono, molti vanno più piano. Alcuni addirittura camminano. Noi no! Correremo fino al traguardo! Stiamo tutti insieme per qualche centinaio di metri poi Alessandro progressivamente accelera e si allontana sempre di più finché lo perdo di vista. Ma il ritmo giusto è il nostro. Anzi forse è anche un po' veloce e siamo un po' affannati. I cartelli con i chilometri scorrono lenti, pollice, indice … ora
Foto di Tore Orrù, sempre presente!
vado a raggiungere Alessandro. Accelero ma un bimbo minuscolo che correva col padre la prende come sfida e mi raggiunge. Ci guardiamo; io sorrido ma lui resta serissimo. Non si scherza! Se è cosi', allora ti batto! Accelero ancora ma lui mi segue. Ho paura che muoia o che mi faccia morire. Le sfide all'ultimo sangue non mi piacciono e rallento. Arriva il padre e approfittando di un attimo di distrazione riparto. Non mi segue più … ho battuto il seienne! Obiettivo Alessandro. È un po' che non lo vedo e, nonostante il ritmo veloce, continuo a non vederlo. Intanto mi diverto. Sono tornato me stesso per qualche minuto e sembro una freccia nella coda della non-competitiva dove, bimbi a parte, corrono tutti al rallentatore. Dopo un chilometro corso in 4', non lo vedo ancora! Mi sembra strano che stia andando così veloce ma non può essere sparito e insisto. Ecco, finalmente a Nora lo vedo ma per raggiungerlo devo faticare ancora. Lo raggiungo e ora sono Alessandro, con i suoi 9 anni e l'irrefrenabile piacere della corsa. Abbiamo già staccato Rita, la mamma e Francesca2, la sorella maggiore e stiamo superando moltissimi adulti. Siamo affannati ma ci stiamo divertendo come matti. Gli offro da bere dalla mia bottiglietta e lo lascio andare, raccomandandogli solo di fermarsi alla fine del primo giro e di non seguire quelli che proseguono per la 21. Lui non ha bisogno di incoraggiamenti, ha tutta l'incoscienza dell'infanzia, semmai gli servirebbe un freno a mano. Torno indietro a recuperare le altre, a cui invece serve un'iniezione di coraggio. Siamo a metà, è ancora lunga ma stiamo ancora correndo e non ci fermeremo! La salita è inesorabile intorno al 2%. A dirlo sembrerebbe poco ma, dopo 4 km di corsa ininterrotta, si fa sentire e, per non scoppiare, siamo costretti a rallentare e il tempo al km per la prima volta sale sopra i 7'. Per fortuna gli alberi lungo il viale offrono refrigerio, con la loro gradevole ombra. Stiamo rientrando nel centro storico. Con Francesca1 abbiamo staccato leggermente Francesca2 e Claudia che sono un po' in crisi. Controllo che non si siano fermate ma hanno solo rallentato leggermente. Anche noi siamo al limite ma ormai manca poco; si vede il traguardo 200 metri più avanti e la strada è in lieve discesa ma mancano le forze per fare lo sprint. Due signore sovrappeso sentono l'odore del traguardo e ci staccano ma non ce ne curiamo. L'importante è arrivare, senza fermarsi. Aspetto le ragazze, poco dietro di noi, e le incoraggio all'ultima fatica. Sprintano bene e mi staccano. Arrivo anche io; l'orologio segna 45' e qualche secondo. Ce l'abbiamo fatta: 7 km senza fermarci! E la birra è anche per me! Me la merito tutta!
Passano minuti e mi restringo. Ora sono qua, piccolo piccolo, al traguardo a guardare i grandi che arrivano. Mi sento come se avessi una grossa pietra sullo stomaco e mi passa la voglia di una seconda birra. Ci vuole un cannonau.

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