domenica 4 ottobre 2015

Ironman di Mallorca - La bici

In zona cambio trovo facilmente la mia wilier. Non è proprio mia, in realtà, ma presa a noleggio. Provata giovedì: foratura, ruota posteriore difettosa, sellino troppo basso. Cambiato ruota, riparato foratura, alzato sellino. Venerdì meglio ma prime sensazioni di stanchezza dopo solo una ventina di km, perso occhiali e perso pompetta su uno dei dissuasori. Ricomprato occhiali, fissato pompetta con velcro. Sabato, cambio da regolare (la catena fruscia su quasi tutte le marce), scricchiolii sinistri quando passo su asfalto irregolare, di nuovo sensazioni di stanchezza dopo solo una ventina di km (probabilmente sellino ancora basso) … insomma domenica o lunedì sarebbe stata perfetta ma sabato è oggi, la gara è già cominciata e al trentesimo km ho dovuto rallentare per non stancarmi troppo (per inciso, il valore della mia “wilier”, dichiarato dal noleggiatore dopo la gara, era di qualche centinaio di euro inferiore rispetto a quello della “merckx” noleggiata a Francesco … e questo spiega molte cose). Per non sentire il fruscio del cambio devo tenere rapporti molto lunghi o molto corti … quindi molto lunghi visto che il percorso è quasi pianeggiante. “Non si saluta?” Federico mi insegue “non ti avevo visto, come va?” Due parole anche se banali e qualche secondo affiancati rompono la monotonia del percorso. Sei ore sono tante da riempire: ci sono i sorpassi, le piccole variazioni di pendenza, i ristori (a prop.: niente redbull ai ristori né camomilla ma dopo i primi chilometri fatti a tutta, il cervello ha rigurgitato le camomille dei giorni precedenti facendo assopire l'adrenalina) ma non bastano; il percorso è piacevole ma non entusiasmante, il pubblico è scarso, il tempo e i chilometri passano molto lentamente. L'occhio va spesso al computerino e poi al gps da polso. Il mio obiettivo è stare, sia pur di poco, sopra i trenta per finirla in meno di 6 ore. Devo conservare i minuti di margine accumulati durante la prima ora di fuoco, perché mi aspetta una bella salita nel finale. Questi sono i pensieri; contare i chilometri, come le pecorelle è soporifero e rischio di assopirmi. Dopo una prima ora di continui sorpassi, ora sono in “equilibrio dinamico”: tanti mi superano quanti ne supero io. Qualche volta sono anche gli stessi; altre pecorelle … . Dopo 2h50 passo al novantesimo, in prossimità della zona cambio; si ritrova il pubblico che applaude e, finalmente, comincia la seconda parte del circuito. La salita si avvicina: è ora di svegliarsi! Per questo mi aiutano anche un paio di dossi “dissuasori” e i preoccupanti scricchiolii che emette la bici passandoci sopra.
La seconda metà del percorso è decisamente più bella e divertente.
Si comincia passando sul lungomare di Pollenca, fra bagnanti ignavi e pubblico caloroso. Poi si gira verso le montagne. L'aspettativa della salita, il falsopiano a salire o forse la stanchezza, fanno rallentare molti concorrenti e ricomincio finalmente a superarli facilmente. Le montagne si avvicinano affascinanti e un po' spaventose. Non so bene cosa aspettarmi dalla salita (qualcuno ha parlato di pendenze del 12%, altri del 6%) e neanche dalle mie gambe dopo 110km di gara, ma lo scoprirò presto. Un cartello ci svela i dettagli: saranno 7.7 km al 5.5% di pendenza media. Un'occhiata al computerino per avere una misura di quanto manca allo scollinamento e si comincia a salire. Cerco una pedalata rotonda e vedo subito che riesco a spingere bene. Senza troppa fatica comincio a superare concorrenti molto più lenti di me. La lunga fila di ciclisti, a causa del rallentamento, si è trasformata in un ammasso che occupa buona parte della sede stradale. Ne supero a grappoli. Il paesaggio si trasforma, con boschi, rocce, panorami: è montagna insomma e io l'amo. L'ombra degli alberi e qualche nuvola fanno anche fresco e i chilometri passano facili. Lungo tutta la salita e la discesa successiva non mi supererà nessuno. Mi preoccupo pensando che forse sto spingendo troppo per l'entusiasmo e che potrei pagarla nei 30 km finali pianeggianti, ma guardando le facce e ascoltando i rantoli, vedo che quelli che supero stanno facendo più fatica di me e, sadicamente, ne traggo piacere. Le rocce si fanno sempre più monumentali e lo spettacolo naturale continua anche dopo lo scollinamento, sul successivo saliscendi e raggiunge l'apice all'inizio della vera e propria discesa, dove non posso trattenermi dall'allargare le braccia per l'ammirazione, lasciando pericolosamente il manubrio. Durante il briefing hanno provato a spaventarmi parlando di discesa pericolosa, burroni … ma ho trovato solo una divertente discesa tecnica con diversi tornanti stretti. Anche qui mi sono divertito a superare moltissimi triatleti, uscendo più veloce dalle curve o ritardando la frenata prima dei tornanti. Come la salita, anche la discesa è seguita da qualche chilometro di divertente saliscendi e continuo a superare. Ad una curva stretta in discesa, supero due ciclisti ritardando la frenata ma, a causa dei copertoncini e dell'asfalto liscio, mi scappa la ruota posteriore. Grazie all'esperienza di mountain bike e ad un pizzico di fortuna, riesco a controllare la derapata e rilancio senza danni. Gli ultimi 30 chilometri sono di nuovo piatticci e noiosetti e ritorno in equilibrio dinamico con la concorrenza ma sono solo 30 e posso cominciare un eccitante conto alla rovescia. La media oraria è 30.5 km/h, come mi ero prefissato; ho solo paura che la mia bici scricchiolante vada a pezzi da un momento all'altro. Il conto alla rovescia continua: -10. Si ritorna verso il centro di Alcudia dov'è situata la zona cambio, seguendo la stessa strada del primo giro. Questa volta però il pubblico è tutto girato dall'altra parte. Si costeggia infatti il percorso della maratona. Mi giro anch'io per guardare i podisti. Mi sembra che corrano tutti veloci e mi chiedo se ci possa riuscire anche io. Fra i podisti, sento Andrea che mi saluta. Rispondo al saluto e intanto penso: quanti chilometri di vantaggio avrà? A proposito, in bici ho superato solo Federico. Anche Magno e Francesco sono ancora avantic'è ancora da lavorare.

La fine della frazione di bici mi sorprende con quasi 5 km di anticipo. Riesco a sfilare le scarpette prima di raggiungere la linea ma non c'è spazio per scendere elegantemente al volo. 5h45. Mi basterà correre una maratona decente per scendere sotto le 11 ore. 

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