In zona cambio trovo facilmente la mia
wilier. Non è proprio mia, in realtà, ma presa a noleggio. Provata
giovedì: foratura, ruota posteriore difettosa, sellino troppo basso.
Cambiato ruota, riparato foratura, alzato sellino. Venerdì meglio ma
prime sensazioni di stanchezza dopo solo una ventina di km, perso
occhiali e perso pompetta su uno dei dissuasori. Ricomprato occhiali,
fissato pompetta con velcro. Sabato, cambio da regolare (la catena
fruscia su quasi tutte le marce), scricchiolii sinistri quando passo
su asfalto irregolare, di nuovo sensazioni di stanchezza dopo solo
una ventina di km (probabilmente sellino ancora basso) … insomma
domenica o lunedì sarebbe stata perfetta ma sabato è oggi, la gara
è già cominciata e al trentesimo km ho dovuto rallentare per non
stancarmi troppo (per inciso, il valore della mia “wilier”,
dichiarato dal noleggiatore dopo la gara, era di qualche centinaio di
euro inferiore rispetto a quello della “merckx” noleggiata a
Francesco … e questo spiega molte cose). Per non sentire il fruscio
del cambio devo tenere rapporti molto lunghi o molto corti … quindi
molto lunghi visto che il percorso è quasi pianeggiante. “Non si
saluta?” Federico mi insegue “non ti avevo visto, come va?” Due
parole anche se banali e qualche secondo affiancati rompono la
monotonia del percorso. Sei ore sono tante da
riempire: ci sono i sorpassi, le piccole variazioni di
pendenza, i ristori (a prop.: niente redbull ai ristori né camomilla
ma dopo i primi chilometri fatti a tutta, il cervello ha
rigurgitato
le camomille dei giorni precedenti facendo assopire
l'adrenalina) ma non
bastano;
il percorso è piacevole ma non entusiasmante, il pubblico è scarso,
il tempo e i chilometri passano molto lentamente. L'occhio va spesso
al computerino e poi al gps da polso. Il mio obiettivo è stare, sia
pur di poco, sopra i trenta per finirla in meno di 6 ore. Devo
conservare i minuti di margine accumulati durante la prima ora di
fuoco, perché mi aspetta una bella salita nel finale. Questi sono i
pensieri; contare i chilometri, come le pecorelle è soporifero e
rischio di assopirmi. Dopo una prima ora di continui sorpassi, ora
sono in “equilibrio dinamico”: tanti mi superano quanti ne supero
io. Qualche volta sono anche gli stessi; altre pecorelle … . Dopo
2h50 passo
al
novantesimo, in prossimità della zona cambio; si ritrova il pubblico
che applaude
e, finalmente,
comincia la seconda parte del circuito. La salita si avvicina: è ora
di svegliarsi!
Per
questo mi aiutano
anche
un paio
di dossi “dissuasori”
e i preoccupanti
scricchiolii che emette la
bici
passandoci
sopra.
La
seconda metà del percorso è decisamente più bella e divertente.
Si
comincia passando sul lungomare di Pollenca, fra bagnanti ignavi e
pubblico caloroso. Poi si gira verso le montagne. L'aspettativa della
salita, il falsopiano a salire o forse la stanchezza, fanno
rallentare molti concorrenti e ricomincio finalmente a superarli
facilmente. Le montagne si avvicinano affascinanti e un po'
spaventose. Non so bene cosa aspettarmi dalla salita (qualcuno ha
parlato di pendenze del 12%, altri del 6%) e neanche dalle mie gambe
dopo 110km di gara, ma lo scoprirò presto. Un cartello ci svela i
dettagli: saranno
7.7 km al
5.5% di pendenza
media.
Un'occhiata
al
computerino per avere
una
misura
di
quanto
manca
allo
scollinamento
e si comincia
a salire.
Cerco una
pedalata
rotonda
e vedo
subito che riesco a
spingere
bene. Senza
troppa
fatica
comincio
a
superare
concorrenti molto più lenti di me. La
lunga
fila
di
ciclisti, a
causa
del
rallentamento,
si è trasformata
in un
ammasso
che occupa
buona
parte
della
sede
stradale.
Ne supero a
grappoli.
Il paesaggio
si trasforma,
con
boschi, rocce, panorami:
è montagna
insomma
e io
l'amo.
L'ombra
degli
alberi
e qualche
nuvola
fanno
anche
fresco e
i
chilometri passano
facili.
Lungo tutta
la
salita
e la
discesa
successiva
non mi
supererà nessuno. Mi preoccupo pensando
che
forse sto spingendo troppo per l'entusiasmo
e che
potrei
pagarla
nei 30
km finali
pianeggianti,
ma
guardando
le facce
e ascoltando
i rantoli,
vedo
che quelli che supero stanno
facendo
più fatica
di me
e,
sadicamente,
ne traggo
piacere.
Le
rocce
si fanno
sempre più monumentali
e lo spettacolo
naturale
continua
anche
dopo lo scollinamento,
sul successivo saliscendi
e raggiunge
l'apice
all'inizio
della
vera
e
propria
discesa,
dove
non posso trattenermi
dall'allargare
le braccia
per
l'ammirazione,
lasciando
pericolosamente
il manubrio.
Durante
il briefing
hanno
provato
a
spaventarmi
parlando
di discesa
pericolosa,
burroni
… ma
ho
trovato
solo una
divertente
discesa
tecnica
con
diversi tornanti
stretti. Anche
qui mi sono divertito a
superare
moltissimi triatleti,
uscendo più veloce dalle
curve o ritardando
la
frenata
prima
dei
tornanti.
Come
la
salita,
anche
la
discesa
è
seguita
da
qualche
chilometro di divertente saliscendi
e continuo a
superare.
Ad
una
curva
stretta
in
discesa,
supero
due ciclisti ritardando
la
frenata
ma,
a causa
dei
copertoncini e dell'asfalto
liscio,
mi
scappa
la
ruota
posteriore.
Grazie
all'esperienza
di
mountain
bike e ad
un pizzico di fortuna,
riesco
a
controllare
la
derapata
e
rilancio
senza
danni.
Gli ultimi 30 chilometri sono di nuovo piatticci
e noiosetti e ritorno in equilibrio dinamico
con la
concorrenza
ma
sono
solo 30 e posso cominciare
un eccitante
conto alla
rovescia.
La
media
oraria
è
30.5 km/h, come
mi ero prefissato;
ho solo paura
che la
mia
bici
scricchiolante
vada
a pezzi
da un
momento all'altro.
Il
conto alla
rovescia
continua:
-10.
Si
ritorna
verso
il centro di Alcudia
dov'è
situata
la
zona
cambio,
seguendo la
stessa
strada
del
primo giro. Questa
volta
però
il pubblico è tutto girato
dall'altra
parte.
Si costeggia
infatti
il percorso della
maratona.
Mi
giro anch'io
per guardare
i podisti.
Mi sembra
che
corrano
tutti veloci e mi chiedo se ci possa
riuscire
anche
io. Fra
i
podisti, sento Andrea
che mi
saluta.
Rispondo
al
saluto
e intanto
penso: quanti
chilometri di vantaggio
avrà?
A
proposito,
in
bici ho
superato
solo Federico. Anche
Magno
e
Francesco
sono
ancora
avanti
… c'è
ancora
da
lavorare.
La
fine
della
frazione
di bici mi sorprende con quasi
5 km di anticipo.
Riesco a
sfilare
le scarpette
prima
di
raggiungere
la
linea
ma
non
c'è spazio
per scendere elegantemente
al
volo. 5h45. Mi basterà
correre una
maratona
decente
per scendere sotto le 11 ore.
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