Dichiarazioni.
Dopo l'arrivo Francesco e Andrea: “mai più, troppo duro”. La
sera Francesco e Federico: “l'anno prossimo se non mi prendono al
Norseman, facciamo quello di Lanzarote”.
Numeri.
L'ho finita in 11h02'43”, 4' in meno di Roth ma ben 50' in più di
Klagenfurt. Come già detto, visti i problemi fisici (infiammazione
al tallone, antibiotici …) non mi aspettavo niente di meglio.
3h43'22 nella maratona, poi,
è
quasi il record mondiale
della
salita al calvario. 42esimo di categoria (la
slot sarà per la prossima volta )
e 543simo
assoluto; non male, peccato solo che Andrea sia arrivato 542simo
(maledetto, per
un pelo!),
per non parlare di Francesco 332esimo
in 10h33.
Magno
l'ha
chiusa
in
11h33, nonostante
la
rottura
della
catena
e
Federico in 12h20
nonostante
in bici sembrava
che stesse andando a comprare il latte (guarda la figura qui sotto).
La
quarta frazione. Durante la dolorosa frazione di corsa, sognavo
un tuffo nell'acqua fresca e un lungo riposo aspettando Federico,
sfinendomi di cibo e birra al ristoro finale. Insomma, speravo fosse
finita.
Del
tuffo simbolico ho già parlato e per il resto non c'è tempo. Alle
20 chiude il negozio e dobbiamo restituire le bici! Con Francesco ci
trasciniamo per un chilometro circa fino alla zona cambio.
Recuperiamo le borse e la bici ma troviamo il negozio già chiuso.
Ormai non ci resta che tornare all'hotel e con una decina di chili di
borse appese alle spalle in modo estremamente precario, ci avviamo in
bici a fare i tre km del rientro. Un po' nel traffico, un po' sui
marciapiede, con le borse che si spostano improvvisamente rischiando
di finire fra i raggi, e con la salita finale, questa quarta frazione
imprevista è stata proprio dura.
Relax.
In hotel dopo la doccia, alle 21.30 troviamo aperto solo il buffet.
Anche lo spillatore è chiuso ma me lo faccio aprire e ci passerò
parecchie volte. Arriva anche Federico e ci lanciamo sul cibo. Più
tardi, al bar, niente camomilla questa volta, ma un'altra birra.
Il
giorno dopo, indossiamo tutti e tre la maglia da finisher, non per
gloriarcene (almeno io) ma perché era l'unica pulita. Federico è il
più fiero e per un pelo, anche se non lo confessa, non si fa tatuare il
marchio “IM” sul polpaccio. Riportiamo le bici, mangiamo
un'ottima paella, e poi in hotel approfittiamo della Spa per un po'
di sani idromassaggi, bagno turco, terapia del freddo …
Ritorno
alla realtà. Lunedì, la sveglia è alle 4 ma ci svegliamo prima
con Francesco in preda ad una fortissima gastroenterite. Lo
trasciniamo al taxi e poi da un aeroporto all'altro. Il viaggio
penoso finisce dopo le 20 e ci riporta alla realtà, quella della
vera sofferenza e dei problemi da risolvere. Anch'io, ora che sono
nel mondo reale, ricomincio a pensare alle questioni che erano
rimaste sospese in questi giorni magici.
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