giovedì 1 ottobre 2015

Ironman di Mallorca - il nuoto

Quando, poco prima delle 5, io e Francesco, scendiamo per la colazione, vediamo, nell'enorme sala deserta, Federico seduto, con l'aria sazia, ad un tavolino pieno di resti da pranzo nuziale. Doveva nutrirsi bene per la gara. Io, per non alzarmi alle 4 come lui, ho preferito la tattica del singolo pit-stop (cagata del buon risveglio, the e via [30']) a quella del doppio pit-stop (cagata del buon risveglio, caffellatte, seconda cagata e via [1h]). Siamo i primi del nostro hotel anche a prendere il pulmino per recarci alla zona cambio. Appena arrivo lì mi accorgo di aver perso i 20 euro che avevo messo in tasca per le birre dopo gara e di aver lasciato in hotel il panino al prosciutto per la merenda di mezza gara, unici lussi di una giornata di barrette e bevande isotoniche. Pazienza, non potrò gozzovigliare. Incontro Andrea e Magno un po' attardati ma organizzatissimi e alle 7, alla chiusura della zona cambio, andiamo in spiaggia a lasciare l'ultima borsa, chiudere la muta e raggiungere la partenza. Il sole non è ancora sorto e l'aria è fresca e umida. Per fortuna la muta mi tiene caldo ma la pancia protesta; mi rendo conto che la tattica del singolo pit-stop era azzardata. Sento l'intestino gonfio e mi metto in fila davanti ai bagni chimici. Sono l'ultimo della fila e rimango tale fino al mio turno - almeno non dovrò dichiarare il “pregresso”. Mi sfilo a metà muta e body e mi siedo giusto in tempo per sentire lo sparo per la partenza dei professionisti che fa partire professionalmente anche la mia scarica. Grazie alla “rolling start” (che non è un gruppo musicale anni '70) so che non c'è fretta. Mi pulisco con calma, rimetto i fazzolettini nella borsa e raggiungo la fila di quelli dell'“ora e trenta”, gente tranquilla, casalinghe e pensionati. Il mare è liscio come l'olio, spettacolare con il sole basso del mattino e, quando arriva il mio turno, è bellissimo correrci sopra fra mille schizzi e poi tuffarcisi dentro. Peccato che tutta quell'acqua meravigliosa mi entri negli occhialini. Dopo il primo tuffo mi fermo un paio di secondi per provare a risistemare gli occhialini, ma inutilmente. La gara è partita e l'adrenalina anche. Non voglio perdere altro tempo e provo a nuotare. Il mare è piatto ma in compenso l'acqua negli occhialini è forza 4 e le onde mi entrano negli occhi. È fastidioso ma sopportabile e riesco a nuotare benino. Ogni tanto cerco di mettermi in scia a qualcuno, sfiorandogli i piedi ma vanno quasi tutti a zig zag e preferisco fare le mie linee rette solitarie. Sfidando la geometria euclidea, la mia retta si incontra spesso con altre rette che dovrebbero essere parallele. Forse sono arrivato “all'infinito”, il punto d'incontro previsto dal matematico greco, ma invece è solo la boa. Ho nuotato già più di un km ed è passato veloce, molto meglio che a Roth. Dopo un breve traverso, il percorso rientra verso la riva. Sono contento, riesco ad andare alla stessa velocità di molti superatleti; ne noto uno in particolare, senza la muta, col quale la mia traiettoria diverge e poi converge diverse volte. Uscendo dall'acqua mi rendo conto che il mio superatleta di riferimento in realtà è un panzone. Mi volto e vedo comunque un bel po' di nuotatori ancora dietro di me. Approfitto della breve uscita dall'acqua per svuotare gli occhialini prima di buttarmi in mare per il secondo avanti-indietro. L'operazione riesce perfettamente e ora mi godo davvero la nuotata. Non sono stanco, non sono ultimo, l'acqua è bella e manca meno di metà. Questo secondo bastone è più corto e in un tempo relativamente breve mi ritrovo a camminare nell'acqua bassa. Provo a correre ma sento le gambe appesantite dall'acqua e rinuncio. Mi volto ancora per godermi il raro spettacolo di nuotatori più lenti di me. Uscito dall'acqua, inizio a corricchiare lentamente verso la zona cambio; poi, in pochi passi, riprendo controllo completo degli arti inferiori e comincio a superare leggero le casalinghe e i pensionati dell'“ora e trenta”. Anzi, erano le supercasalinghe e i pensionati di ferro dell'“ora e 21” come scoprirò dopo.  

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