Sopravvivere è una condizione necessaria per vivere bene
Un
eroe rischia la sua vita per salvare quella di altri. Chi la rischia
per divertimento non è un eroe ma un incosciente. È più eroico
riuscire a rinunciare al pericolo sacrificando una parte del piacere
presente per quello futuro e non spaventarsi di fronte alla
prospettiva di vivere cento anni da pecora. Restare vivi è
condizione necessaria per provare piacere e divertirsi e chi rischia
la vita commette un ingiustizia nei confronti del sé stesso del
futuro che vorrebbe esistere per divertirsi anche lui. Come direbbe
Brassens, morire per la gloria, va bene, ma di morte naturale.
Vieni,
Tore, unisciti all'armata dei leoni inidonei. Andiamo a goderci la
vita, fino in fondo, senza fretta. Chi va piano va sano e … non va
molto lontano, a meno che non abbia un mucchio di tempo. Ma ad
ogni differente scala di lunghezze, dall'infinitamente grande
all'infinitamente piccolo, corrisponde un mondo diverso, tutti
ugualmente complessi e meravigliosi. Basta
rinunciare all'infinito e concentrarsi sugli
infiniti particolari del finito, rinunciare alla totalità per
nutrirsi di dettagli, di ogni filo d'erba di questo prato. Sarà una
nuova fase di crescita, anche se verso il basso, verso l'interno. Una
fase di ingrandimento verso il minuscolo per fare di ogni sasso una
montagna e poi scalarla col respiro leggero e senza affanno. Siamo
già stati mille volte al di là dell'orizzonte. Smettiamo di
inseguirlo, ora è il tempo di soffermarsi a guardarlo. Per i
prossimi cento anni da pecora, non ci resta che rallentare il cuore,
alleggerire il respiro e masticare, masticare, masticare …
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