giovedì 30 marzo 2017

La mano sinistra

Racconti che si sentono al bar sport, dopo la seconda birra.
“Dopo diversi anni di matrimonio e tre figli, l'esigenza fisiologica aveva superato la passione coniugale e ripresi confidenza con una vecchia fiamma. La consideravo come una sorta di integratore da assumere con regolarità nelle giuste dosi, in attesa di riprendere una relazione normale. Ci incontravamo nei giorni dispari dei mesi di 31 giorni e in quelli pari degli altri mesi. Incontri brevi, formali, si parlava del tempo; un rapporto nella norma, quasi professionale, come fra paziente e pillola, finché un giorno di qualche anno fa successe un fatto strano: durante la minzione – che è un'operazione che svolgo solitamente aiutandomi con la mano destra – dopo la terza scrollata, lei si è rattrappita in una smorfia di gelosia. Inizialmente non capivo ma, mentre cercavo di far scendere l'ultima goccia, mi è arrivato un ceffone. Ora sto molto attento: mai più di tre scrollatine se voglio evitare schiaffi. Ma non è solo gelosa della mano destra. Quando incrocio una bella donna, devo abbassare lo sguardo per evitare che, di nascosto, nella tasca, mi dia colpi con le nocche o dolorosi pizzichi. La cosa sta perdendo ogni senso logico; doveva essere una storia di passaggio e invece ora mi parla di bambini, di adozione … Mi sta soffocando, per fortuna solo in senso figurato, finora. Minaccia di lasciarmi ma mi segue sempre. Si potrebbe configurare il reato di stalking ma ho difficoltà a denunciarla … e poi mi mancherebbe; in fondo in fondo l'amo, almeno come si ama un bicchiere di buon vino all'ora di cena. Abbiamo fatto pace.”
Con un paio di sorsi, svuota la mezza ichnusa, poi si prende la mano sinistra e la guarda con dolcezza carezzandosi le nocche: “ciao cara, ti aspetto domani sera; vedi com'è pulito il cielo? Verrà fuori proprio una bella giornata”

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