sabato 15 dicembre 2018

Esplorando

Tutte le foto sono di Tore Orrù. Grazie!
Mentre la sonda ”InSight” atterra su Marte, anch'io, dopo un lungo viaggio a cavalcioni di un satellite atterro sul mio pianeta selvaggio.
Esplorare un territorio per acquisirne la conoscenza è nella natura umana. È una forma di possesso; la conoscenza di un territorio ce lo fa sentire nostro nel senso naturale e romantico del termine: ci si sente a casa e lo si ama.
La sonda insight lascia tracce di urina di canide terrestre sul territorio marziano per tracciare i confini del territorio esplorato perché il filo spinato, secondo gli esperti NASA, pesava troppo per il propulsore NSP. Noi non tracciamo confini, al più lasciamo un po' di sciacquatura di piedi nell'acqua e tracce di pelle nei rovi. Sentire proprio un territorio vale molto di più che possederlo come proprietà privata perché il piacere esplode nel momento in cui lo si condivide con altri, quando le emozioni entrano in risonanza.
La ricchezza di un territorio sta nella sua bellezza e complessità. Come per una persona, per una storia o per la musica. Quando il bello si unisce al complesso, il piacere cresce man mano che la conoscenza avanza, raggiunge il culmine quando l'aspettativa incontra la sorpresa fino a poi scemare quando la conoscenza supera la sorpresa. Quando si arriva alla conoscenza completa, allora la curiosità ci spinge a cercarne un altro. La sonda insight stufa del territorio marziano, monocolore, pianta un capriccio perché vorrebbe andare su venere. Io invece non vedo l'ora di tornare proprio lì, ad infilarmi in quell'altra gola che ho visto solo dall'alto.
Lì, la roccia si fa arte, monumento, scolpita dall'acqua e affrescata dalla vita col giallo e rosso dei licheni e il verde delle piante nella tavolozza. Provando a seguire il corso dell'acqua, si incontrano giungle di oleandri e esplosioni di rovi che arrivano a riempire l'intero spazio della gola. Neanche il giardino di casa mia è così selvaggio! Salendo su, la giungla lascia spazio ad un bellissimo boschetto primordiale di lecci, ginepri, olivastri plurisecolari. Il passaggio però è reso difficile da labirinti di roccia. Non c'è sentiero, si seguono tracce gps di dinosauri che a volte si perdono in immensi cespugli di rovi, altre volte salgono su fino a sbattere contro maestose pareti di roccia. Esplorando, si segue la curiosità fino al limite ma a volte tocca tornare indietro. Anche questa è conoscenza.
La vera ricchezza è nella conoscenza e per diventare milionario, mi sto impossessando di uno dei territori più belli, complessi e selvaggi di tutta la Sardegna, quel tratto di Sulcis dove il rio is cioffus ha affondato le sue acque affilate nelle rocce malleabili per scolpire un labirinto di gole. Dove i carbonai non sono riusciti ad entrare per trasformare la foresta in combustibile. Dove il tempo si è fermato al giurassico. Altro che Marte! Questo pianeta è molto più bello! Non vedo l'ora di tornarci con voi per farvi vedere la mia nuova casa.

P.S. Grazie a Tore, Tonino, Priamo e tutti gli altri che mi hanno accompagnato nelle varie esplorazioni, passando fra acqua, rocce e rovi senza protestare.

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