mercoledì 14 novembre 2018

Corri Molentargius

Foto di Gavino Sole
“Sarà una bellissima giornata di sole, di sport, di festa …”. Si cercano motivazioni. Provo a coinvolgere i bambini della squadra o, meglio, i loro genitori ma sono tutti impegnati. Poi provo a coinvolgere i vecchietti della squadra ma, a parte Fabio e Vitalia che avevano già deciso di partecipare, manco loro mi danno retta. Poi provo a coinvolgere me stesso. Almeno io dovrei ascoltarmi. Dopo una lunga trattativa, mi prometto di partecipare alla non competitiva di 7 km.
Domenica mattina però mi sento molto stanco. Non partecipo mai ad una competizione, anche se non-competitiva, senza adeguata preparazione. Questa l'avevo preparata molto meticolosamente martedì, con il classico allenamento “vediamo se riesco ancora a correre veloce” alternando un chilometro lento ad uno un po' tirato per 5 volte. Essendo più di un mese che non correvo a 4-4'15 al chilometro, mi si sono induriti i polpacci e oggi li sento ancora di legno. Le 5 ore di trail esplorativo di ieri, poi, mi hanno affaticato ulteriormente e per uscire dalla “zona notte” sono costretto ad aggrapparmi alla ringhiera delle scale. Ho anche mal di gola e mi cola il naso. Forse farei meglio a restare in zona notte ad aspettare il prossimo tramonto ma lì fuori, in zona giorno, ci sarà “una bellissima giornata di sole, di sport, di festa …”. Basta scuse, Molentargius, arrivo!
Salgo in auto e stacco il cervello; per una volta, mi fa piacere sentire la voce della signorina tom tom che interrompe la musica e mi guida con la sua voce dolce ma decisa. Poi, dopo il secondo giro intorno all'amsicora decido di riattaccare il cervello per interpretare in modo critico quel suo “svolta leggermente a destra per continuare su asse mediano” perché, altrimenti, continuerei a girare lì intorno fino ad esaurimento del carburante. In un modo o nell'altro, eccomi qui.
Doveva essere festa e festa è. Mi immaginavo di stare lì in un angolo di un divano a guardare gli altri ballare ma no, mi butto anch'io nella mischia e la stanchezza sparisce. Le chiacchiere si interrompono e parte la gara. Come da istruzioni aspetto dietro l'arco giallo che partano tutti i competitivi e poi via anch'io. Qui dietro c'è poco spazio per correre ma mi diverto a slalomare fra i più lenti, mi sembra di essere forte. Ho l'impressione che se avessi spazio sufficiente potrei correre come un fulmine ma quando, dopo il primo chilometro, lo spazio si libera ho già esaurito il meglio delle energie. Non importa. Continuo a superare fino al bivio che separa gli atleti agonisti dai non competitivi e, improvvisamente davanti non vedo più nessuno. Al ristoro mi fermo a bere con calma; mancano stimoli: vorrei qualcuno da inseguire, da superare ma sono solo. Riparto pensando a raggiungere dignitosamente il traguardo. Dovrei essere fra i primi della non competitiva, forse sul podio e sarebbe già una soddisfazione. Finalmente vedo uno davanti a me che cammina; è un ragazzo in crisi. Lo incito, ormai l'arrivo è vicino. Ecco il traguardo! Il pubblico mi applaude e lo ringrazio. Tre atleti sono già arrivati e sono tutti ragazzini!
I primi 5 della non competitiva, dalle foto di Arnaldo Aru
Mi sono ritrovato in mezzo alla gara dei cadetti ma ho mancato il podio ugualmente; ormai non vinco neanche coi quindicenni … Mi fa sorridere ma anche questo è sport. Luca mi offre un sorso di birra e anche questa è festa; si continua con le chiacchiere interrotte dalla partenza mentre lo speaker urla sottovoce per non spaventare i fenicotteri. Infine, anche il sole, indossando un abito estivo, dà il suo contributo ad una “bellissima giornata di sole, di sport, di festa …” che chi è rimasto in zona notte non può neanche immaginare.

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