lunedì 6 maggio 2013

La pappa è pronta!

Repetita iuvant – le ripetute fanno bene, come dicevo ieri. A proposito di traduzioni fantasiose dal latino, mi è tornato in mente un episodio dell'anno scorso.
All'epoca, papa Ratzinger era ancora saldamente al comando della chiesa cattolica e mio figlio Martino gravemente insufficiente in latino. Come esercizio, gli chiesi di tradurre la seguente frase: "magno cum gaudio, nuntio vobis: habemus papam" immaginando già che l'avrebbe tradotta come: "mangio con gioia e vi annuncio: la pappa è pronta!"
Con un po' di malignità, l'ho instradato:
Io: "qual'è il verbo?"
Martino: "magno?"
Io: "cosa può voler dire magno?"
Martino: "mangio?"
Io: "e quale sarebbe il soggetto?"
Martino: "io, sottinteso".
Io "Potrebbe essere. Continua, prova a vedere se riesci a ottenere una frase di senso compiuto".
E' bastato questo mio piccolo intervento, che poi, tutto da solo, ha ottenuto esattamente la frase che mi aspettavo. Non ho potuto trattenere un perfido sorriso.
Poi, qualche mese dopo, è successo quello che non doveva succedere ma che è successo: il gran fumo nero che usciva dalla cucina degli appartamenti vaticani lasciava intuire che la pappa si era bruciata, una, due, tre, quattro volte. Poi, finalmente il fumo bianco e l'annuncio gioioso: "Habemus papam - La pappa è pronta!"

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