mercoledì 23 settembre 2015

Ma, se invece della camomilla ai ristori trovassi la redbull?

All'uscita dall'acqua gli amici e il me stesso di Roth sono tutti avanti, ma li lascio allontanare con un sorriso. Al primo ristoro, prendo una lattina di camomilla. Ha uno strano sapore amarognolo ed è molto frizzante ma ho sete e me la scolo. All'improvviso il sorriso mi si trasforma in un ghigno e con le mascelle strette, faccio strusciare i denti superiori contro quelli inferiori per renderli più affilati. Le vene del collo e delle cosce si gonfiano 
Quando raggiungo Federico, non lo azzanno perché siamo amici ma per contenere la salivazione sono costretto ad ingurgitare un'altra lattina di quella camomilla. Fuori uno. Via verso il prossimo obiettivo. “Magno, me te magno!” Le schiene dei concorrenti sono “muletas” e ogni volta che ne supero uno lo guardo in viso per verificare l'identità della mia vittima.
Negli avanti e indietro lungo il percorso, finalmente incrocio Andrea. È molto più avanti di me e non potrei mai raggiungerlo. Provo a confonderlo dicendogli che ha sbagliato strada, ma lo avevo già fatto a Roth e non ci casca più. Allora gli dico che, secondo me, ha il sellino troppo basso di due centimetri. Si volta per guardare sotto, mi dice “sai che forse hai ragione?” e finalmente si ferma per cercare una chiave dinamometrica per effettuare l'operazione. Fuori due.
Continuo a spingere sui pedali come un forsennato all'inseguimento degli altri due. Centinaia di sorpassi ma niente. Arrivo alla seconda transizione con la bava alla bocca e gli occhi strabuzzati, infilo le scarpe da corsa e via a tutta. Dopo qualche chilometro incrocio Magno. Lo vedo che corre benino ma è chiaramente stanco. “Ora gli do il colpo di grazia” penso. “Oggi è sabato!” gli urlo. Lo guardo, continua a correre per un po' con aria pensosa poi si ferma scuotendo la testa. Ha capito il mio messaggio. Tutte le tabelle di allenamento settimanale che ha seguito finivano la domenica ma la gara è di sabato. O ricomincia gli allenamenti da capo o corre domani. Fuori tre.
Incontro Francesco che è quasi arrivato al traguardo. “Sono 41.5” gli dico. “Sai che ci stavo già pensando?” Mi dice sorridendo. E al bivio per raggiungere il traguardo non gira ma continua per un altro loop. La lunghezza effettiva del percorso, invece dei 42.2 km previsti, è solo di 41.5. Sapevo che Francesco non si sarebbe mai fermato senza prima avere percorso tutta la distanza prevista. Meglio fare un giro in più.

Arrivo stremato, e mi lascio cadere a terra con la schiuma alla bocca … Sono primo dei sardi, ma non c'è soddisfazione: comincio a realizzare di non essere stato proprio corretto con gli amici. Mai fidarsi delle camomille che ti danno in gara … forse avrei dovuto portare la mia nella borraccia.

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