giovedì 31 agosto 2017

Monte Bianco e gatti a reazione

2 di notte. Mi alzo perché sono stufo di rigirarmi nel letto e mentre il comandante Gianni si sta rigirando intorno al Monte Bianco da circa 17 ore ed è ora intorno al 90esimo km della TDS, io mi accomodo comodo comodo sul divano e affronto le parole crociate usando solo le definizioni verticali, aggiungendo così dislivello per rendere interessanti anche gli schemi più banali. È un'attività che concilia il sonno quasi come gli US open che scorrono in TV: tam-Uh-tam-Uh-tam-Uh … . Mentre compio la mia impresa di parole crociate in salita, anche Gianni sta per iniziare l'ultima lunghissima salita verso il Col Tricot. Ad un certo punto il gatto smette di strusciarsi contro le mie gambe e si porta al centro del tappeto della sala. Con la testa girata in giù, a intervalli di 2-3 secondi, si contrae in sforzi intensi, probabilmente per rigettare una palla di pelo. Mi alzo per convincerlo a fare quest'operazione di fuori ma arrivo tardi. L'ultimo sforzo, invece di fargli sputare la palla, gli ha fatto perdere il controllo dello sfintere ed è partito a reazione, rimbalzando di qua e di là, come un palloncino bucato, lasciando una scia di merda di gatto. In una decina di secondi, dalla sala (tappeto e pavimento) è rimbalzato in cucina (tappetino e pavimento) in sala da pranzo (pavimento) e nello studio (copriletto e pavimento). Quando gli ho aperto la porta sul retro, è schizzato via lasciando un odore mostruoso in uno scenario infernale. Come faceva tutta quella merda a stare in quel piccolo gatto? Come fa un animale così grazioso e pulito di fuori ad essere ripieno di quella roba mostruosa? Sono le 3, il comandante continua a salire passo passo, io passo passo lo straccio, lo strizzo con disgusto e lo ripasso. Il tanfo si affievolisce molto lentamente ma non scompare. Ripasso lo straccio. Ancora adesso mi sento addosso quella puzza micidiale. Intanto Gianni è arrivato, ha portato la sua vecchia schiena dolorante per 120 km di sentieri di montagna; è un eroe. La vita non è tutta fragole con la panna. Anche io, come lui, ho la barba sfatta, le occhiaie e lo sguardo di chi ha passato la notte fronteggiando situazioni impervie e sofferenze; anche io sono un eroe.

Ognuno ha il Monte Bianco che si merita.

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