domenica 7 agosto 2016

23 ottobre 2016 - Secondo trail di Capoterra; dai tre petali alla patata.

Dopo le esaltanti esperienze da “trailer” torno arricchito e con rinnovato entusiasmo sulla scomoda sedia dell'organizzatore.
I tre petali dell'anno scorso si erano trasformati in 100, il trifoglio in margherita (secondo alcuni, cavolfiore) e ognuno dei 100 atleti aveva fatto un percorso diverso, seguendo il suo petalo personale. Quest'anno sarà tutto più semplice, sinuoso ma senza incroci, topologicamente triviale come una patata. La difficoltà principale sarà evitare i segnali appesi dappertutto: frecce di legno e bandierine rosse, vernice arancione biodegradabile, nastri, calce, volontari ad ogni angolo, bruchi appesi, ciclisti come apripista … Non avrete problemi di orientamento, anzi, i segni vi seguiranno dappertutto, saranno il vostro incubo.
Il percorso prevede un giro base veloce ma divertente, con un continuo alternarsi fra sentieri e sterrate, salite e discese: 10-11 km tutti da correre. A questo, per chi vuole fare il giro lungo, si aggiungono due varianti tecniche, con dislivelli e pendenze importanti sia in salita che in discesa e alcuni tratti da fare al passo, per un totale di 15-16 km aggiungendo così un pizzico di sapore di impresa alla conquista del traguardo, qualche chilometro di ampiezza ai panorami, difficoltà tecniche e un bel po' di fatica: l'ideale per i palati più esigenti che apprezzano la particolare armonia che si crea mescolando giuste dosi di fatica e divertimento.
Il comune non ci darà un euro per valorizzare il territorio. Non ci darà un euro neanche per stimolare i cittadini a vivere in salute. Per noi organizzatori sarà come fare mille metri di dislivello in più per arrivare pronti alla partenza della gara ma le difficoltà ci stimolano. Se si vuole fare qualcosa con entusiasmo si trova il modo di farla, se manca l'entusiasmo si trovano le scuse per non farla e questo vale per noi come per voi. Ajoman!

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