"Nonhai vissuto se non hai qualcosa da raccontare"
diceva
il velleitario.
Per raccontare qualcosa ci vuole qualcuno che ascolti.
Forse
basterebbe
un nipotino ma per fare un nipotino ci vogliono anni e dopo 10
secondi smetterebbe di ascoltare per correre a giocare con la play.
Non vale la pena. Il pubblico adulto è più disponibile ma anche più
selettivo. Che storie vogliono sentire gli adulti?
La Gazzetta dello sport è al quarto
posto fra i quotidiani più letti in Italia e ogni giorno vende 7
volte il numero di copie che “Giardinaggio” vende in un mese.
Insomma: se vuoi vivere devi avere
qualcosa da raccontare, se vuoi raccontare qualcosa devi avere
qualcuno che ascolta e se vuoi che qualcuno ti ascolti molla il
giardinaggio e corri a fare sport!
Perché il giardinaggio non tira?
Perché, pur essendo creativo e rilassante, è solo un passatempo.
Anche lo sport, per essere interessante da raccontare, non deve
diventare “passatempo”.
I wellrunnessari, per esempio, passano il tempo
correndo per stare meglio e vivere più a lungo. Forse però non si
può dire che vivono di più ma solo che passano più tempo a vivere.
Per vivere di più bisogna innanzitutto vivere davvero, uscire da
quel buco da hobbit che è la pista d'atletica e lanciarsi verso
l'ignoto cercando l'epica. Il più delle volte al posto dell'epica si
trova la farsa che però, pur essendo meno onorevole, resta sempre
“qualcosa da raccontare”.
E il bello è che – mentre ti stai
rialzando dopo essere caduto in una pozzanghera di letame, o quando,
dopo aver bucato, ti ritrovi in mano la camera d'aria della graziella
– ti elevi con la mente a 10 metri d'altezza, ti guardi da fuori, sorridi e
pensi “cazzo, questa è proprio bella, non vedo l'ora di
raccontarla”.
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