giovedì 31 gennaio 2013

La prima ultra non si scorda mai ...


Sardinia ultramarathon - settembre 2010 - Macomer (NU).
La mia passione per la corsa nella natura mi aveva fatto segnare con un asterisco questa gara da quando è apparsa nel calendario. Non avendo mai corso più di 42k nella mia vita e mai più di 30 senza soffrire almeno un po', sono partito un po' intimorito. E infatti, puntuale, prima della fine del primo giro di 30, arriva il mal di gambe e la vescichetta sotto il piede destro. Sarebbe il momento giusto per ritirarsi, ma sono secondo, mancano "solo" 30 chilometri e decido di andare avanti. Ogni tanto vedo lontano davanti a me la sagoma di Italo Orrù ma poi resto da solo con le mie gambe dolenti. Per qualche breve tratto riesco ad inserire il pilota automatico e godermi il panorama ma inevitabilmente arriva un cambio di pendenza o di fondo che mi riporta alla dura realtà. Finalmente l'arrivo, la fine della sofferenza, la soddisfazione di avercela fatta, l'accoglienza del pubblico e dell'organizzazione e l'orgoglio di essere arrivato secondo assoluto e primo (credevo) fra i sani di mente, mi fanno alzare le braccia felice.
Albanesi ha ragione; razionalmente devo riconoscere che, almeno a me, correre 60 chilometri di fila non fa bene. Come non fa bene bere 5 birre, mangiare panini con carne arrosto succhiandone il grasso voracemente per poi buttarsi sui dolci. E' troppo. Meglio fare una corsetta, mangiare una barretta e alle 10 a letto; ma qualche esagerazione, qualche scelta dalle conseguenze non esattamente prevedibili rendono la vita più divertente. "Meglio un giorno da leone che 100 anni da pecora" dice il proverbio. Non esageriamo, ma 99 anni da pecora possono bastare.
Primo fra i sani di mente credevo ... ma piano piano, birra dopo birra, mi son reso conto che ormai la follia si era sottilmente insinuata fra i meandri del mio cervello e quei simpatici pazzi che avevo conosciuto alla partenza e la sera prima al B&B, ormai mi riconoscevano come uno di loro.
Eccomi qui, con la prima birra in compagnia del vincitore, il grande Italo Orrù, e del super campione Giorgio Calcaterra, che non essendo partito per problemi fisici, posso dire di aver battuto!

mercoledì 30 gennaio 2013

Io mi e me, eravamo in tre

Velleità: essere un bravo genitore.
Ci provo, con impegno e affetto. I ragazzi sono adorabili, ma hanno molti difetti che non riesco a correggere. Qualche piccolo successo però l'ho ottenuto. Ecco un esempio.
Quando chiedevo a mio figlio Francesco (dodicenne) di prendere una decisione, si scatenava in lui, e in tutta la casa, una gran confusione. Per qualsiasi cosa. Per esempio, alla domanda: "Francesco, per colazione preferisci il the o il latte?" Rispondeva subito "the!" poi, dopo qualche secondo: "anzi no, latte", e, quando ero ormai sulle scale per andare in cucina, sentivo la sua voce: "no, the!". Oppure: "Francesco, vieni?" "Sì ... No ... No No Sì".
Una volta, esasperato, gli ho chiesto: "ma quanti siete la dentro? E perché non vi mettete daccordo prima di parlare?" Allora si sono contati. Sono in tre: io, mi e me. Ora è tutto molto più chiaro, e le risposte sono comprensibili. Per esempio, alla domanda: "Francesco, vieni?" ora risponde: "Io verrei volentieri, ma mi e me preferiscono restare a casa, quindi mi tocca rinunciare." Altre volte accusa i suoi alter-ego di malefatte che lui non avrebbe mai voluto fare ... ma questa è un'altra storia.

lunedì 28 gennaio 2013

Cadute di "stile"

Sabato sono caduto in bici.
Di solito non sono volgare, ma mentre cado mi viene sempre da dire una parolaccia (caduta di stile). Se ho un po' di tempo prima dell'impatto, dico un bel ... di quattro sillabe; quando invece la caduta è improvvisa e non c'è tempo, mi limito a due sillabe secche. Insomma, se dovessi morire in un incidente, le mie ultime parole famose sarebbero davvero poco edificanti; speriamo di no, preferirei mormorare qualche sentenza memorabile disteso su un bel letto comodo.
Quando cado sul duro, nei primi istanti dopo l'impatto, il dolore mi paralizza; nessun lamento, dalla bocca mi esce solo un "ma che deficiente" rivolto a me stesso e assolutamente meritato. Poi piano piano i dolori si localizzano e posso fare una prima diagnosi: testa OK, ginocchio sbucciato, costato contuso ... ; finora non mi sono mai rotto niente, solo contusioni e abrasioni; non ho mai neanche sbattuto la testa, non so se sia fortuna o, modestamente, un certo stile nella caduta (caduta di stile), continuamente affinato grazie alla pratica.
Poi mi rialzo, dolorante, e, se mi restano almeno una mano per tenere il manubrio e una gamba per pedalare, mi rimetto in bici e riparto.
Sabato ero in compagnia, e, mentre cadevo, non ho potuto esprimermi liberamente e ho solo pensato "bum". L'asfalto mi ha lasciato la sua impronta sull'anca e sul gomito ma senza, per fortuna, condizionare troppo le mie capacità deambulatorie. E così, dopo una notte un po' sofferta, il mattino dopo ho potuto partecipare alla gara di corsa campestre di San Sperate ...

giovedì 24 gennaio 2013

Sentieri

Settimana moscia per la corsa. La mezza di Pula con 'aggiunta' mi ha lasciato tracce di cingoli sul polpaccio destro percui, anche in vista del cross di domenica prossima, ho scelto di fare 'scarico'.
Lunedì e giovedì bici, martedì mercoledì e domani 10-13 chilometri di corsa tranquilla con al massimo
un po' di progressione nei chilometri finali.
La cosa bella è che, non avendo particolari obiettivi, ho potuto correre in buona parte sui miei amati sentieri. Alternare brevi strappi in salita con discese a rotta di collo, stretti tornanti e tratti filanti, aggirare alberi cercando di rallentare il meno possibile, saltare pietre atterrando sulla terra morbida della pineta, sentire le carezze del cisto sulle gambe e divertirsi come un bambino quando il piede ti finisce in una pozzanghera senza aver paura che il padre ti sgridi perché il padre ora sei tu, e respiraaare a pieni polmoni l'aria fresca e profumata del bosco, e inseguire i daini sentendosi per un attimo quasi uno di loro, questa è vita.

martedì 22 gennaio 2013

Conchiglie caprino e noci - ricetta stocastica

Quando, aprendo il frigo, vedi che il caprino comincia ad avere delle 'nouances' rosa, è arrivato il momento di preparare questo "piatto stocastico".
Prendi le noci avanzate dalle feste natalizie (se è gennaio-febbraio, prendi quelle dell'anno prima) sbattile violentemente contro il muro (se sei sposato-a assicurati prima che il partner non sia in casa) raccogli i pezzetti di noce e mettili in un contenitore; con questa tecnica otterrai un truciolato di noci di dimensioni che variano secondo una deliziosa distribuzione gaussiana. Aggiungi il caprino, tagliato a pezzetti. Mi raccomando, non togliere la parte rosa che conferisce al piatto una colorazione di alto impatto visivo.
Condiscici la pasta.
Fai un bel sorriso e aspetta i commenti dei commensali.

lunedì 21 gennaio 2013

La cucina stocastica

A proposito di velleità ... non credo che diventerò mai un grande chef comunque una cosa è certa: ho inventato uno stile di cucina.
LA CUCINA STOCASTICA (o "BLIND COOKING").
L'idea mi è venuta cercando di difendermi dalle accuse dei miei figli, che, di fronte ai piatti cucinati da me, spesso dicono cose tipo "ma cos'è questa roba! Sembrano ingredienti messi lì a caso!" Io allora rispondo: "non sapete apprezzare la 'cucina stocastica', cafoni!" Oppure: "com'è possibile, babbo, so meglio io gli ingredienti di questo piatto di te che l'hai cucinato". Rispondo "ho utilizzato la modernissima tecnica del 'blind cooking', ignorante!"
Come funziona.
Apri il frigo, e prendi le tre cose con la data di scadenza più vecchia. Se sono vegetali, mondali da vermetti, marcetto, muffette ... taglia tutto a cubetti da 1cm3
circa, metti in una casseruola con abbondante olio e cuoci a fuoco lento finché non finisce il film che stavi guardando. Esci in giardino, di notte, al buio, e, alla cieca, stacca delle foglie e sentine l'aroma. Se senti un forte dolore alla mano, era un pelo di gatto. Quando hai trovato la pianta col profumo che ti evoca ricordi d'infanzia, cogline due o tre foglie, tritale e aggiungile al composto.
Condiscici la pasta.
Fai un bel sorriso e aspetta i commenti dei figli.

domenica 20 gennaio 2013

Maratonina di Pula

Il primo allenamento per il passatore è andato bene. Scarpe “veloci” ma scomode, l’ideale per fare vesciche in soli 15k, gara tirata e forma un po’ precaria, mi hanno fatto arrivare al 21esimo abbastanza stanco e dolorante da ricreare, almeno in parte, le sensazioni del passatore. E allora ho cominciato il giro in più godendomi appieno il ritmo lento ma leggero, con il pungolo continuo della vescica plantare a farmi sentire a metà fra l’eroico e lo stupido. Ecco il link ai dati GPS: 
http://connect.garmin.com/activity/264139739 

sabato 19 gennaio 2013

100 km del Passatore

Ecco una bella velleità: correre la 100 km del passatore del 25 maggio. Possibilmente finirla, possibilmente senza soffrire e possibilmente entro 9 ore. L'iscrizione è fatta e domani comincio ad allenarmi: farò la mezza maratona di Pula a tutta e, alla fine, un altro giro da 7k con i doppiati al ritmo della 100k (intorno a 5' a km).
Questo tipo di allenamento si chiama "regressivo affaticante", l'ho inventato per l'occasione e domani lo provo per la prima volta.