lunedì 20 aprile 2020

Tutti al mare!


I grandi marchi rispondono.
Dal preservativo alla lotta contro il coronavirus. “Siamo, da sempre stati in prima linea per la prevenzione degli incidenti”. La DureZ risponde alla Plexiglas e, considerate le richieste del mercato, ha iniziato a convertire i suoi impianti nella produzione di mega-preservativi in cui ci potremo infilare tutti interi per produrre, consumare, andare in spiaggia, copulare e soprattutto crepare in tutta sicurezza.

mercoledì 15 aprile 2020

Com'è cambiato il "senso civico" degli italiani nell'era covid.


L’italiano è bravo a muoversi nel caos perché è capace di giudicare le situazioni e adattarsi ad esse … o forse lo era. Scoprite le piccole differenze fra questi due casi tipici di due mesi fa e di oggi.

Consideriamo una regola fissata genericamente per garantire la sicurezza di sé stessi e degli altri. Un caso tipico è il “limite di velocità” per le auto sulle strade.
Queste regole sono scritte seguendo criteri generici. Per esempio, il limite è fissato a 50km/h in presenza di un incrocio, senza valutare il tipo di incrocio, la visiblità o altro. Ci sono poi delle situazioni in cui il rispetto della regola aumenta il rischio di incidente anziché diminuirlo. Per esempio, se si rispetta il limite in un tratto di strada in cui quasi nessuno lo rispetta, si aumenta il rischio di tamponamenti o di incidenti causati dai sorpassi che gli altri automobilisti sarebbero “costretti” a fare per rispettare la loro tabella di marcia.
Un cittadino può seguire la regola alla lettera oppure fare valutazioni proprie e non seguirla rischiando una contravvenzione. Molti italiani, per esempio, in certe occasioni, superano il limite di velocità perché lo giudicano eccessivamente limitante e non proporzionato al rischio effettivo o, addirittura, più rischioso del mancato ripetto.
Se un italiano vede la polizia appostata per i controlli, il più delle volte avverte gli altri cittadini per non fargli prendere la contravvenzione.

Consideriamo una regola fissata genericamente per garantire la sicurezza di sé stessi e degli altri. Un caso tipico è il “limite di distanza dall’abitazione” per passeggiate e jogging.
Queste regole sono scritte seguendo criteri generici. Per esempio, il limite è fissato a 200 m senza valutare se ci si trovi in città, in campagna o addirittura in un deserto. Ci sono poi delle situazioni in cui il rispetto della regola aumenta il rischio di incidente anziché diminuirlo. Per esempio, se si rispetta il limite in una zona densamente abitata, il rischio di incontrare persone e favorire il contagio è più alto di quello che si correrebbe se ci si allontanasse verso zone meno popolate.
Un cittadino può seguire la regola alla lettera oppure fare valutazioni proprie e non seguirla rischiando una contravvenzione. Qualche italiano, per esempio, in certe occasioni, supera il limite di distanza perché lo giudica eccessivamente limitante e non proporzionato al rischio effettivo o, addirittura, più rischioso del mancato ripetto.
Se un italiano vede la polizia appostata per i controlli, il più delle volte avverte la polizia per far prendere la contravvenzione agli altri cittadini.

sabato 11 aprile 2020

Le nuove settimane


12 febbraio 2022 – 100a settimana di quarantena.
Le settimane sono ormai cadenzate dalla raccolta differenziata: umedì, cartedì, plastichedì, secchedì, vetredì … la domenica, finalmente, si può riposare che non passano ma molti ne sentono la mancanza. Che emozione, infatti, quando passa il camioncino! Ci si veste per portare fuori l’immondizia con abiti intonati al colore del bidone: marron merda di umedì e così via e ci si profuma di conseguenza. Dopo lunghi preparativi, l’emozione sale e arriva il grande momento di aprire l’uscio!
La grande uscita si ferma lì, alla soglia. Come da regolamento, un piede fuori dal cancelletto e l’altro dentro … dai! Oggi che non mi vede nessuno esco anche col sinistro … le gambe tremano dall’emozione. Le donne con i tacchi alti e tracce di rossetto che traspaiono dalla mascherina impiastrata all’interno, gli uomini con completi color bidone mentre i bambini restano affacciati alla finestra in ammirazione, che è una cosa da adulti. “Che figata! Da grande voglio portare fuori il vetro”.

giovedì 2 aprile 2020

Il mio primo trail dopo il covid.


Preparo lo zainetto per la prima uscita post covid19. Non bisogna mai scordare il materiale obbligatorio. Può sembrare inutile perché sono oggetti che sai che quasi sicuramente non dovrai usare ma li devi portare per non trovarti nella situazione di dire “Cazzo, non ho portato il … . E ora?” Così, per evitare incidenti, nello zainetto si infilano le solite cose: il telo termico, il fischietto, la benda elastica, la scatola dei preservativi … ecco, poi non bisogna dimenticare le dotazioni di questa nuova era: mascherina e righello per misurare le distanze.
Dovrei essere abbastanza allenato. Negli ultimi 2 mesi ho corso una maratona in balcone e una mezza nel bagno di casa e poi ho fatto tanto di quel plank che la tartaruga addominale potrebbe riportarmi a casa da sola con le sue zampette, come quella che ho incontrato una volta sul sentiero ...
Finalmente sono fuori. Seguo il sentiero guardando in terra per cercare la famosa buchetta citata dai terroristi del web: “… e se correndo infilassi il piede in una buca, ti prendessi una distorsione, la caviglia ti si gonfiasse, andassi al pronto soccorso, ...” Eccola! La vedo mentre cerca di nascondersi fra due grossi sassi di granito. Esiste davvero! Maledetta buchetta. Per colpa tua siamo rimasti a correre in casa come degli idioti per 2 mesi. Ah, inutile dire che gli spigoli dei mobili e il fondo scivoloso delle scale mi hanno fatto rischiare diverse cadute rovinose, come quando, nel circuito del bagno, uscendo dalla doccia con i piedi bagnati sono scivolato all’indietro sfiorando la tazza del cesso con la testa. Ma, almeno, in casa, non ci sono buchette. Poi, ho messo i cuscini del divano nel water e ho proseguito in sicurezza.
Qui, invece, sembra tutto rimasto come prima. Al contrario di quello che si trova a casa, l’aria è ossigenata mentre l’acqua non lo è e il solo gesto di respirare a pieni polmoni mi disinfetta le vie respiratorie. Solo la primavera è avanzata a grandi passi verso l’estate. I miei capelli cercano di stare al passo rispuntando timidamente ma qui i fiori sono ormai tutti sbocciati, con i petali spalancati alla massima apertura ad aspettare di essere fecondati: gli asfodeli fanno di tutto per essere notati ergendosi in cima ai loro lunghi steli, il cisto fiorito si sporge arrivando perfino ad accoppiarsi con i peli delle mie gambe, la lavanda spande fluidi inebrianti per richiamare i pollini degli amanti. Mi tolgo la maglia. I raggi di sole sbattono contro la pelle nuda facendomi quasi il solletico; la brezza mi soffia affettuosamente sui peli del petto, la natura mi abbraccia, ridandomi quelle sensazioni di pelle che, a parte qualche abbraccio clandestino, mi sono mancate così tanto nel periodo della reclusione. La pelle, dalle labbra alla pianta del piede, trasmette sensazioni impossibili da descrivere ed insostituibili se ci si vuole sentire vivi.
Torno a casa con quella sensazione di euforia che hanno gli innamorati dopo il primo bacio dell’amata. Sono stato baciato dalla natura ed è stato un bacio lungo e appassionato che mi illumina dentro e mi terrà vivo almeno fino alla prossima uscita; dopodomani, abbiamo già appuntamento e l’attesa sarà breve, piena com’è di ricordi e aspettative.
Intanto il materiale obbligatorio è rimasto così com’era, intatto, come sempre. È già lì tutto pronto per la prossima uscita, a parte … fra poco scadono, dovrò comprare una scatola nuova.