sabato 10 aprile 2021

Oggi strada

Ogni tanto ci vuole. Un po’ di corsa veloce, senza ostacoli, con un dislivello limitato aiuta a sciogliere le gambe. Da un paio di settimane, ogni volta che esco, mi ritrovo su sentieri fatiscenti, che si perdono in mille tracce, fra cisto, lavanda e cespugli di ginepro in fiore. Oggi no, oggi si corre. Prendo le scarpe più lisce che ho, da puro asfalto; anzi, per averle avevo dovuto mentire al commesso culone, dicendogli che correvo abitualmente sotto i 3’50 al km, che per andare 4’00 secondo lui non andavano bene. Sono pronto e parto ma i 3’50 non mi vengono bene. Beh, tanto vale allora lasciare l’asfalto, un po’ di strada sterrata non farà male. Dopo un paio di chilometri, la sterrata lascia il posto ad un sentiero ma è quasi strada, tanto che lo percorrono anche in bici e ci si corre bene. Quando il sentiero sta per sbucare sulla strada, mi cade l’occhio su una variante a sinistra: questo sentiero pulito e liscio dove va? Bastano poche decine di metri che il sentiero diventa meno pulito e meno liscio ma ormai mi trovo dentro un bosco incantato a me sconosciuto; sono stregato e posso solo andare in avanti. Quando la vegetazione si dirada, come torrioni appaiono le cime. Devo salire per avvicinarmi a quella cresta rocciosa. Arrampicandomi su per un pendio scosceso, arrivo in cima, a 400m di quota, circondato da un mondo di roccia disordinato e affascinante. Ho una vaga idea di dove mi trovo e decido di scendere dall’altra parte; se tutto va bene, dovrei arrivare al parco della comunità montana di Capoterra. Le tracce di carbonaia che mi hanno portato su, lasciano il posto a una carrareccia distrutta dalle alluvioni e invasa dalla vegetazione che scende verso il fondo di una valle selvaggia. Quando arrivo in fondo, ecco il cartello segnaletico che mi rassicura. Tutto come previsto: dovevo fare strada e sono su strada; era solo un dosso.