lunedì 30 giugno 2014

Uta corre intorno all'isolato

Un mese e mezzo dopo il Sardinia trail e a quasi un anno esatto dall'ironman di Klagenfurt, ieri ho partecipato a “Uta corre intorno all'isolato” e, confesso, mi sono anche divertito. Evidentemente è ciò che mi merito in questo periodo.
In realtà ero lì principalmente in veste di allenatore. Per riuscire a far correre i ragazzini anche col caldo di giugno, avevo deciso di motivarli iscrivendoli ad un paio di garette di fine stagione e quella di Uta era la prima.
Belle le gare giovanili; prima della partenza qualche bambino era timoroso, altri scalpitavano; in gara qualcuno dava tutto, altri sembravano a passeggio; una ragazzina è arrivata terza e sul podio, un ragazzo è arrivato ultimo; alla fine però erano tutti soddisfatti. Visto che ero lì, non potevo fare la figura dello sfaticato. Ho detto ai genitori che non era il caso di aspettare la mia gara ma hanno voluto restare lo stesso. Che diamine, con i ragazzi che mi guardavano mi sarebbe toccato sudare. 8 giri da 900 metri, un gioco per i pistard, un incubo invece per noi amanti degli orizzonti sconfinati ma, come ho già confessato, mi sono divertito. Mi sono divertito per tutto il primo giro: i più forti l'hanno affrontato ad un ritmo molto tranquillo (3'50) tanto che per un attimo ho avuto la tentazione di fare lo sbruffone e andare in fuga per passare in testa al primo passaggio sul traguardo. Mi sono trattenuto solo al pensiero che quell'istante di gloria si sarebbe sicuramente mutato in un penoso crollo. Mi sono divertito ad ognuno dei passaggi al traguardo, dove le bambine della squadra mi facevano un tifo indiavolato. Hanno anche tentato una “ola”. Mi sono divertito all'arrivo, siccome ne avevo ancora un po', ho voluto fare uno sprint dimostrativo per i ragazzi. Sono andato in progressione dai meno 250m finendo con gli ultimi 50m a un passo di 2'40! Forse è stato il mio sprint migliore di sempre.
Grafico dell'andatura di gara. Bellissimo vero?
Il tracciato GPS dell'andatura è di una bellezza spettacolare con quell'impennata verso il cielo. Sono quasi riuscito a decollare. E poi, perché no, mi sono divertito anche quando mi hanno inaspettatamente chiamato sul podio a ritirare le 2 bottiglie di vino del premio come secondo di categoria.

Forse l'ambientazione non era molto attraente ma quando ti guardi in giro e vedi quasi solo sorrisi vuol dire che è stata una bella festa.

sabato 28 giugno 2014

La formula magica.

Voglio fare concorrenza ad Albanesi nell'usare le arti magiche per mescolare la scienza con l'atletica e trasformarla in formula matematica. Altro che regola del 3, questa è roba forte: sto lavorando alla formula magica dell'“indice di forma” che non è la “forma dell'indice” e neanche quella del dito medio.

Avete un vostro percorso abituale e volete sapere se siete in forma?
La soluzione banale ma ormai obsoleta è correre a tutta e confrontare il tempo impiegato col vostro record sul percorso. Ma un allenamento veloce potrebbe non rientrare nella tabella del giorno e poi come potete essere sicuri che l'“a tutta” di questa volta sia come l'“a tutta” delle altre volte?

Vi piacerebbe avere dei riferimenti sul vostro stato di forma ogni volta che fate quel percorso indipendentemente dall'andatura (lenta, media, veloce o progressiva …)? A questo serve l'“indice di forma” ed ecco come calcolarlo.

Registrate, con un cardiofrequenzimetro, la frequenza cardiaca media (FCM) durante il percorso. Sottraete alla FCM la frequenza cardiaca a riposo (FCR, quella che si misura ancora sdraiati prima delle prime urine del mattino e che rappresenta i “costi fisiologici indiretti”: amministrazione, climatizzazione, infrastrutture, spese “digestione” ...) ottenendo così la FCN netta di moto:
FCN=FCM-FCR .
Moltiplicate la FCN per il tempo di percorrenza in secondi T, ottenendo così il magico “indice di forma” I:
I=FCN*T
All'aumentare del passo, T diminuisce ma FCN aumenta per cui I risulta magicamente indipendente dall'andatura. Dipende invece dal vostro stato di forma e più è basso, più siete in forma.
Ogni volta che ripetete lo stesso percorso otterrete un nuovo valore di I: il valore più basso lo terrete come indice di riferimento della forma ottimale (IdR) e dividendo l'IdR per il valore attuale di I e moltiplicando per cento otterrete la percentuale della vostra forma F rispetto a quella ottimale.
F=100*IdR/I
Ora potrete pronunciare, con rigore scientifico, frasi tipo: “sono al novantotto per cento, oggi spacco il culo a tutti”

Esiste già questa formula? Penso di sì. È così banale che ci avranno pensato in 10000 di cui 5000 l'hanno detta a qualcuno, 1000 l'hanno pubblicata da qualche parte, 100 di queste pubblicazioni sono state lette da più di 20 persone e 10 avranno avuto un certo successo. Sarà nota come “formula xxx” dove xxx sono nomi diversi da 10 parti del mondo. A Capoterra e dintorni sarà la “magica Formula Pisani”.


Beh, fatemi sapere se funziona. Siete le mie cavie ...

giovedì 26 giugno 2014

Con i piedi per terra

Per restare con i piedi per terra, bisognerebbe essere lucidi: tutta la testa però, non solo il naso. È difficile con tutti questi vermentini che strisciano scavando la mela del cervello.
Non è la fine del mondo ma del mondiale sì, ed è finito senza allegria. Siamo stati seduti sul divano per quattro lunghi anni, aspettando il riscatto. Non c'è stato. Altri quattro anni seduti sul divano ad aspettare la prossima occasione sembrano troppi. Paghiamo allora il riscatto e liberiamoci, usciamo dalla catalessi; qualcuno sostiene che si possa trovare occasione di gioia anche fuori dalla tv.
Staccato il culo dal divano ci ritroviamo con i piedi per terra.
Riempio ancora il bicchiere che ho sete. Mi guardo i piedi nelle pantofole di pelo. Dov'è la gioia? Dobbiamo proprio restare con i piedi per terra? No, eleviamoci.

Correre è un continuo distacco dal terreno cercando l'aria con tracotanza e ricadendo ogni volta per terra. Più veloce si corre più i piedi vanno in alto. Prima o poi arriverà il passo perfetto, quello del decollo … intanto non smettiamo di provarci.

lunedì 23 giugno 2014

Accontentarsi, ricominciare

Ieri mattina ho provato a fare un “corto veloce” di 5km. Volevo vedere se riuscivo ancora a stare sotto i 4' al km e a fare un minimo di progressione finale.
Ci sono riuscito a malapena. Ecco i tempi al chilometro: 4'00, 3'59, 3'58, 3'58, 3'49. Sono arrivato al limite del fiato, fradicio di sudore, molto stanco ma non sfinito. È difficile essere soddisfatto, quando 2 anni fa correvo la maratona sotto i 4' al chilometro e la mezza a 3'45. Però mi accontento, perché m'è tornata la voglia di faticare, di tirare il fisico fin quasi al punto di rottura.

Ora rimetto le pantofole nel cellophane, do qualche botta al divano per togliere l'impronta del sedere, provo a stroncare sul nascere la crescita della pancia presidenziale e …


ricomincio da qui, da questi 5k in 19'44

sabato 21 giugno 2014

50 ragioni per comprare il mio seme – 3. È seme di presidente.

Non disperdere il seme, raccoglilo e vendilo!” (cit. "I nuovi comandamenti")
Un paio di mesi fa, ho fatto un viaggio nel futuro. È bello il futuro, un po' fumoso ma colorato e dinamico. Ho visto che lì, ad ogni azione è associato un punteggio che viene usato per aggiornare la valutazione del seme (o ovulo) di chi la compie. Quando il valore del seme diventa alto abbastanza, si entra a far parte dell'elite dei semidei seminatori.
In attesa del futuro, mi sto portando avanti. Sto accumulando punteggio, ho quasi riempito il freezer di pratici sacchettini e sto provando a venderli al mercatino.
La notizia di questi giorni è che presto diventerò presidente dell'atletica Capoterra. È un argomento che forse merita maggiore serietà; oggi però voglio solo illustrarne le implicazioni sulla valutazione del mio seme.

Il grande biologo Mendel, dopo aver studiato l'ereditarietà del pisello rugoso, dimostrò che la “dirigenza” è un carattere ereditario dominante nel DNA italico. Mendel si chiese: “può essere una coincidenza che le persone più adatte a dirigere la FIAT e la juventus siano proprio discendenti diretti di Giovanni Agnelli e quelle più adatte a dirigere mediaset e il milan siano discendenti diretti di Silvio Berlusconi?” “No!” ecco allora che, per assurdo, la tesi è dimostrata. Ogni mio piccolo spermatozoo contiene quindi i geni di un potenziale presidente.

Volete un figlio comodamente seduto su una poltrona presidenziale nel salotto di una casa bianca con la stanza (o almeno la scatolina) dei bottoni? È semplice, basta acquistare il kit con il mio seme, completo di istruzioni; le quotazioni aggiornate (in euro al quintale) sono riportate nella pagina apposita.

venerdì 20 giugno 2014

Nathan Farrugia

Dopo Viktor, ho conosciuto un altro maltese, Nathan, anche lui vocato alle grandi imprese. Non si conoscono; sembra una strana coincidenza ma forse hanno in comune lo spirito crociato e assistenziale dei Cavalieri di Malta o forse il desiderio di libertà e di spazio di chi vive in un isola troppo stretta.

Andrea mi aveva fatto conoscere il progetto di Nathan di attraversare Corsica e Sardegna in un triathlon non-stop di 666 km che, in scala 10:1, riproduce la traversata dell'arcipelago maltese.
Avevo seguito con partecipazione la sua partenza venerdì, poi sabato lo stop e il ricovero per disidratazione. Sapevo che ieri era ripartito attraversando a nuoto le Bocche di Bonifacio e con il “live tracker” ho seguito comodamente seduto alla mia scrivania i suoi spostamenti in bici attraverso la Sardegna.
Quando ho visto che stava per passare sulla statale a 4 km di distanza dal mio posto di lavoro, ho deciso di provare ad andargli incontro in bici per intrufolarmi nella sua impresa.
“Nathan?” Si volta: è lui.
Pedala dalle 5 e mezzo del mattino. È stanco ma di buon umore. Io sono lì quasi per caso, pedalo da 10 minuti, non so bene che fare. Vorrei essere utile ma non invadente. Vorrei solo entrare pigramente a far parte della sua impresa.
Quando il traffico lo permette, pedaliamo affiancati e lo interrogo. Parla volentieri, mi racconta della sua giornata in bici: la doccia offerta dal temporale pomeridiano, l'impronta del sellino sul sedere; poi mi racconta della traversata a nuoto dello stretto di Bonifacio, l'incrocio di onde che l'ha sollevato lanciandolo in aria per un breve volo, la voce dei delfini intorno a lui “tc tc tc”, la dottoressa aggrappata alla barca dell'assistenza per paura di essere sbalzata fuori dalle onde. Mi racconta di venerdì, della corsa attraverso la Corsica, la lunga strada asfaltata, il grande caldo e la crisi di disidratazione. Dopo 160 chilometri, il ricovero in ospedale; lui avrebbe voluto ripartire subito ma l'hanno trattenuto 3 giorni, non riusciva a mangiare, lo stomaco rifiutava il cibo e hanno dovuto nutrirlo per endovena. È dimagrito e ha perso forze ma ha voluto comunque portare a termine la sua sfida, anche se ormai aveva perso il suo carattere “non stop”. Ha tre giorni di ritardo e quella che era un'impresa organizzata è diventata una sfida personale. L'assistenza è finita con la traversata dello stretto. Poi ha messo tutto nello zaino ed è partito in bici da solo.
Dopo una dozzina di chilometri, passiamo davanti al Forte Village, dove lui sarà ospite per la notte. “Sei sicuro che non vuoi fermarti?” Io interrogo lui e lui interroga me per capire se ci sia o no qualcuno ad attenderlo a Tuerredda. Non lo sappiamo, ma decide di andarci lo stesso, l'arrivo era programmato lì, è lì che il comune di Teulada aveva organizzato la festa per domenica. Mancano solo una dozzina di chilometri; “al peggio, se non c'è nessuno, torniamo in bici”.

Arriviamo a Tuerredda alle 20. Non c'è nessuno ad attenderlo, la spiaggia è deserta e bellissima. È la natura, solo la natura che ha avuto la pazienza di aspettarlo e lo accoglie (ci accoglie, intrufolato, ma ci sono anche io) al termine del viaggio. È la stessa natura che ha accolto le imprese più grandi, quella degli astronauti che sbarcavano sulla luna, degli alpinisti che scalavano per primi l'Everest o degli esploratori che raggiungevano il polo.

E intanto Lucio continua a girare …  

lunedì 16 giugno 2014

Fatina delle unghie

Finalmente, dopo due mesi di agonia, m'è caduta l'unghia dell'alluce destro. Ho scritto un bigliettino:

Fatina delle unghie, ti lascio la mia unghia sotto il cuscino ma non voglio soldini. Tu che sei tanto bella e magica, esaudisci solo un mio piccolo desiderio: ti prego, non farmi più ricrescere quest'unghia del cazzo.

Se proprio non puoi, andrebbero bene anche 50 euro di risarcimento.

sabato 14 giugno 2014

Notte a Truba Manna

Finalmente posso commentare un bel giro in mountain bike. Non certo una cavalcata di 200km ma comunque 5 ore di bici, soste comprese. Veramente sono state quasi 4 ore di sosta e solo una di pedalata ma comunque è stato un continuo entrare e uscire di calorie. Veramente ne sono entrate 4 volte più di quante ne siano uscite … ecco, proprio l'uscita giusta per me in questo periodo.

In compagnia di dieci guerrieri “gutturumannari” fra cui il capo “SirJoeDeiGuturumannari”, verso le 7 e mezza di sera montiamo in bici. Dopo una salita non lunga ma ripida e una prima birra bevuta alla salute di quelli che stavano ancora pedalando, alle ultime luci del giorno lasciamo le bici e ci addentriamo sul sentierino che, con passaggi spettacolari fra le rocce porta alla postazione di vedetta sulla cima “truba manna” affacciata come un balcone dal ciglio dell'altopiano sul mare.
Foto di BeboDeiGutturumannari
La situazione particolare – la notte, la montagna più che alta direi alticcia, la luna “brilla”, forse c'era anche qualche birra non ricordo bene, ammucchiati in cima al cucuzzolo roccioso – offre spunti spassosi per contrasto con il resto del mondo rinchiuso dall'altra parte dei telefonini, che non capisce.
È il sesto anno che la compagnia sale quassù e ogni volta il luogo si arricchisce di storie, si raccontano quelle vecchie e si vivono quelle nuove, immediatamente trasformate in aneddoti dalla verve di Sergio.

Discesa, notte di luna. Tutti hanno set di luci portentose che illuminano quasi a giorno la strada. Io indosso la mia frontalina spenta e mi avvantaggio un po' per restare solo nel silenzio della notte e alla luce della luna. Quando la strada è in ombra il terreno non si vede, e allora, invece di fissare inutilmente la strada nera, posso finalmente alzare gli occhi e continuare a scendere guardando le cime degli alberi che si allargano per farmi passare. Il fascino delle notturne lo trovo soprattutto in quei tuffi nelle tenebre e nelle riemersioni alla fredda luce lunare, in quel bianco e nero in cui vivevano i nostri avi.


15 km in 5 ore, birra a fiumi, risate fino alle lacrime, la scia arancione della luna sul mare, gli odori della notte. È sport questo? Non so, sicuramente è Vita.

giovedì 12 giugno 2014

Intanto ...

E mentre io stavo qui sul metaforico divano a leccarmi le ferite … intanto Alessandra Ardau, Aldo Sicurella, Bruno Sardu e Marta Piga hanno partecipato all'ultramarathon lakes trail di 150km (qui trovate il bel resoconto di Alessandra)

E mentre io passo più tempo a scrivere di corsa che a correre … intanto Francesco Puddu ha partecipato e finito il Corsica raid, una 5 giorni di trail, MTB, canoa, e altre cose strane.

E mentre io progetto acquisti di pantofole … intanto tutti gli altri stanno progettando con entusiasmo la trasferta in sicilia per l'etna trail.

Giugno, mese orribile, il mio io saggio ha preso il sopravvento e continua a sputacchiare sentenze catarrose su questo e su quello, intanto l'io velleitario ha trovato rifugio sotto l'unghia dell'alluce sinistro da dove cova progetti insensati aspettando il momento buono per trasferirsi sotto un'unghia della mano di quelle operative ed impadronirsi del potere del mouse e dei suoi “clic” “Ci hanno maledetti e cacciati via. E abbiamo pianto, tesoro. Perché eravamo tanto soli. E abbiamo dimenticato il sapore del pane, il rumore degli alberi, la delicatezza del vento. Abbiamo dimenticato il nostro nome. Il mio mouse. Padrone, se Lucio fa 100 giorni, noi ne faremo 101”


E intanto … indosso la maglietta di finisher dell'ironman. E' passato quasi un anno. Bei tempi. Devo comprare delle pantofole che si intonino con l'azzurro lucente della maglia.

martedì 10 giugno 2014

Perché lo fai? I cento giorni di Lucio

L'altro giorno, scherzando con Marieddu su obiettivi e motivazioni, gli ho scritto la seguente frase. Dice il saggio: “se i cento km sono un obiettivo troppo complicato da raggiungere, prova con i cento kg”.
Pare che altri, invece, abbiano il problema opposto. Se correre per cento chilometri è troppo facile, prova a correre per cento giorni. Magari prova a farlo girando più di 20mila volte lungo una pista da 400m. 100 giorni e 100 notti, con brevi pause di un'ora – massimo due per dormicchiare, mangiare, cagare, fare l'amore …

Dal mio osservatorio privilegiato sul divano, anche oggi commento un'“impresa” altrui, quella di Lucio Bazzana http://www.lacorsadei100giorni.it/; questa volta la domanda “perché lo fai? resta senza risposta e in attesa di incontrare Lucio per fargliela personalmente la pongo a me e a voi.
Qual'è il senso?
Dove sta andando l'eroe, perché torna sempre nello stesso punto e cosa c'è di eroico nel suo sacrificio?
Per il grande saggio che vive in me, la sofferenza fine a sé stessa è solo un'imitazione dell'eroismo. Il mio io velleitario contesta quest'affermazione ma, in questo periodo, gode di scarsa credibilità.

Immaginatelo ora, dopo “solo” 10 giorni e più di 1000 km: il ginocchio dolorante gli impedisce di correre ma lui continua a girare camminando e ad agosto sarà ancora lì a girare, in quella triste pista …
Forse vorrebbe essere un esempio, uno stimolo. Io mi sento invece “sopraffatto” al solo pensiero. Ci trovo troppe contraddizioni insostenibili. Il “sempre di più” che porta al troppo. L'eccesso di libertà alla schiavitù, la schiavitù di inseguire i limiti per spostarli sempre più in là. Il movimento che si annulla nel giro. Diecimila chilometri potrebbero essere un viaggio incredibile attraverso mezzo mondo, la bellezza che ci si può trovare dentro è quasi infinita. Perché arrotolarli tutti come cartigienica intorno ad una squallida pista?

Tutti gli equilibri sono saltati e mi vengono le vertigini. Mi trovo forse anch'io di fronte a questo baratro?
Ti prego, Lucio, fermati, non capisco, mi fai star male!


Dichiaro aperto il dibattito.

domenica 8 giugno 2014

Perché lo fai? 50 ragioni per fare sport – 8. Per vocazione

Per una volta, non farò riferimento ad una motivazione personale. Parlerò di Victor Vella, il maltese mistico. Alla stazione di Faenza ci ha mostrato la sua medaglia: primo nella categoria master 60 al passatore in 9h44. L'ho riconosciuto subito: lungo la prima salita camminava e ammoniva profeticamente chi lo superava dicendo: “in discesa camminerete e vi supererò correndo”. Poi, sul treno Faenza-Bologna, ci ha raccontato la sua storia.

Vocazioni

Lavorare nel settore dell'informatica negli USA è stressante, così, a 55 anni, Victor ha deciso di prendersi un periodo di vacanza e, seguendo una prima vocazione, di venire a studiare teologia a Roma. Circa 5 anni fa, durante un esame medico, ha scoperto di avere un parametro fisiologico, la VO2 mi pare, che lo rendeva straordinariamente adatto per la corsa di resistenza. È stata un'illuminazione, una seconda vocazione: un dono così non andava sprecato. Non aveva mai corso e tuttora odia correre, ma lo deve fare per poter mettere a frutto quel dono. Non lo fa per scelta, è stato chiamato e lo fa per vocazione.

Determinazione

Per onorare quel dono straordinario deve centrare un obiettivo altrettanto eccezionale. Ha scelto il record mondiale di categoria nella 24h su pista. Il 4 agosto ad Anchorage, in Alaska (http://sixdaysinthedome.com/ ) dovrà percorrere qualche metro in più dei 241km del precedente primato e persegue quest'obiettivo con una determinazione eccezionale. Con una dieta di sola verdura ha ridotto al 5% la sua massa grassa. Non di più perché è zavorra e non di meno perché è pericoloso. Qual'è invece il peso ideale delle scarpe? Zero ovviamente. Già ha corso il passatore con scarpe leggerissime ma per la sua impresa vorrebbe scendere ancora. Allora si sta allenando a correre in pista scalzo. Ha cominciato con mezz'ora, poi un'ora, è sistematico e non è detto che non riesca a correre la 24h scalzo.

Lo ammiro e il 4 agosto seguirò la sua sfida con partecipazione ma lo sento molto diverso da me. Io, per quanto resti in ascolto con le orecchie tese, non riesco a percepire nessuna vocazione. La cosa più vicina a una vocazione che sento è forse la vocina del divano che mi chiama. Non parliamo poi di determinazione. Io sono la fiera del talento sprecato, tutte le mie potenzialità restano racchiuse in un dna di una bellezza spettacolare. Preferisco lasciarle lì che poi magari si potrebbero rivelare dei miseri bluff.


E voi siete mai stati “chiamati”?

giovedì 5 giugno 2014

Vecchiaia o overtraining?

Sono deluso per gli esiti delle gare di maggio e anche un po' preoccupato.
Che mi succede? Le mie performance atletiche sono sempre più scadenti, la frequenza cardiaca a riposo è accelerata, sono stanco, mi ammalo facilmente, desidero pantofole col pelo, completo il sudoku in più di dieci minuti ...
Visto che il mio medico non aveva tempo per ascoltarmi, ho consultato l'esimio dottor google. Mi dica, dottò, soffro forse di “sintomivecchiaia”?

I sintomi a quanto pare sono in tutto 50. Fra i primi posti: sentire dolore mentre ci si piega, sentirsi rigidi, perdere i capelli mentre aumenta la peluria in altre zone. Ci si sente vecchi quando non si riesce (provando magari rabbia) ad usare la tecnologia dei tablet e le infinite opzioni degli elettrodomestici, come la tv digitale. Si invecchia quando, a malincuore, la moda non va piu' bene perche' i vestiti e le scarpe si preferiscono comodi, si indossa spesso il giacchetto per uscire di casa e gli occhiali al collo perche' si perdono spesso. Ancora: addormentarsi avanti alla tv, bere molto te', amore per il giardinaggio, cruciverba e puzzle e dare da mangiare agli uccelli in strada.

Al giardinaggio non sono ancora arrivato, snobbo i piccioni e le lavatrici non mi fanno paura. Altri sintomi li ho dalla nascita o comunque da anni come: preferire abiti comodi, amare i cruciverba, addormentarmi davanti al tour, peluria in altre zone. Insomma, non vedo una correlazione precisa fra i miei sintomi attuali e quelli della vecchiaia.
Maggio è stato un mese imbottito di chilometri di corsa. Forse troppi o, forse, troppi più di aprile. Inoltre, durante il sardinia trail, ho anche forzato parecchio, facendo quasi 90 dei 100 km in condizioni di affaticamento.
Forse potrebbe trattarsi di sovrallenamento. Sono forse “sintomi diovertraining”?

Per diagnosticare la sindrome da sovrallenamento deve essere valutata una serie di sintomi caratteristici:
  1. Riduzione duratura della performance
  2. Disturbi dell’umore quali: senso di affaticamento, instabilità dell’umore, depressione
  3. Elevati valori di frequenza cardiaca a riposo
  4. Aumentata suscettibilità alle infezioni delle prime vie aeree
  5. Disturbi gastrointestinali
  6. Insonnia
  7. Riduzione dell’appetito
  8. Perdita di peso
  9. Lesioni muscolo-scheletriche da sovraccarico
1) Riduzione della performance? Tipo che mi faccio battere da Teo? Ce l'ho.
2) Senso di affaticamento? Sarebbe quando le gambe vogliono scappare via? Ce l'ho.
3) 10 battiti in più al minuto. Ce l'ho.
4) Ho anche questo. I miei anticorpi strisciano penosamente pavidi: appena vedono un batterio si suicidano dalla paura. Nelle ultime tre settimane sono andato due volte a nuotare al mare. Con la muta, ben inteso. Ebbene, all'uscita dall'acqua ho tardato qualche minuto prima di mettermi la maglietta di lana – metti la maglia di lana nonno che prendi freddo – ho preso un briciolo di freddo ed entrambe le volte mi sono ammalato! Raffreddore, mal di gola, tosse. Ecco perché voglio le pantofole imbottite, per non prendere freddo ai piedi che poi mi ammalo.
5) Disturbi gastrointestinali? Ne vogliamo parlare?
6) Leggera insonnia notturna ma grandi dormite davanti alle tappe del giro.

Insomma, l'eminentissimo professor internet sembra indicare overtraining.
Forse è meglio così. Pare infatti che, sia pure non facilmente, sia possibile uscirne mentre sia molto più difficile uscire dalla vecchiaia.

A meno che … tentar non nuoce. Dottor google? Mi saprebbe dire :“come uscire da vecchiaia” meno “a gambe in avanti”? 

martedì 3 giugno 2014

Alla ricerca delle sacre Pantofole.

2 giugno, centro commerciale “i gabbiani”
Non ero lì apposta, giuro! Era finito il pane. Mentre mi accingevo a prendere una “ciabatta” infarinata dal reparto panetteria, ho avuto una visione: subito dietro mi è apparso il reparto pantofole. Mentre mi avvicinavo, un signore panciuto di mezza età si è fermato proprio lì davanti senza pudore. Forse cercava anche lui le calzature più adatte ai mondiali di calcio. Io ho fatto finta di niente, l'ho guardato con aria di superiorità e con passo atletico mi sono diretto verso un reparto più dignitoso. Nascosto lì fra le mutande, ho atteso il “via libera” e, in un momento in cui non c'era nessuno, sono tornato a guardare. Con finta non-chalance le ho tastate ma erano troppo dure. Le unghie dei piedi, ancora nere di rabbia, hanno detto di no, vogliono quelle imbottite di pelo. Dopo l'atleta in infradito di Lanusei, forse il prossimo trail potrebbe essere vinto da un atleta in pantofole col pelo.
A proposito di pelo e della mia idea di pantofola, vi presento Schroedinger, il nuovo inquilino di casa Pisani.
Dopo anni di insistenze, di pressioni psicologiche, di mobbing familiare, di messaggi subliminali tipo: "gatto gatto gatto gatto", Francesco ci ha finalmente "convinti" a prendere un gattino da tenere in casa. Per noi sarà un'avventura: finora avevamo avuto solo animali da vaschetta e non siamo neanche riusciti a tenerli. La tartaruga d'acqua è partita in fuga verso l'oceano. Abbiamo ancora molto da scoprire. Stasera, per esempio, abbiamo scoperto che le palline di pelo fanno una cacca sproporzionata.

Purtroppo Schroedinger non risponde quando lo chiamiamo, forse perché nessuno di noi lo pronuncia in modo corretto.  

domenica 1 giugno 2014

Almanacco del mese dopo – giugno 2014

Giugno, mese del solstizio. Il toro penetra in capricorno con una congiunzione astrale copulativa mentre i pesci ascendono in acquario, ecco, guarda, ora invece discendono. La lettura degli astri mostra chiaramente che è notte ed è quindi tempo di riposare. In questo prossimo mese di giugno voglio lasciare il segno, e vorrei che fosse quello delle natiche sul divano.

Eventi

5. Acquisto pantofole nuove, modello comfort deluxe, adattissime alle mie prossime attività sportive
10. Check up medico con ecocardio, esami sangue, esame galleggiamento feci.
12. Inizio mondiali di calcio. Cercherò di farmi piacere questo nuovo tipo di attività sportiva e inaugurare le pantofole da competizione.
15. Ascesa allo scranno presidenziale da cui dirigere comodamente, con le solite pantofole, le attività sportive della società Atletica Capoterra.

Best of the past.

Giugno 2013, mi leccavo le ferite post-passatore mentre preparavo l'ironman di fine mese. Intanto, per rendere “un po' meno inutile” il blog, l'ho riempito di articoli utilissimi pieni di consigli imprescindibili. Qualche esempio:

Lancio della favolosa “guida buffet”
se siete sani di mente, rinunciate al cestino e raggiungete direttamente il buffet; invece di girare vanamente intorno al lago, girate intorno al buffet e il bilancio calorie ingerite – calorie consumate diventerà largamente positivo”


Ricette fantastiche
Mettete, innanzitutto, l'acqua per la pasta sul fuoco. Poi, aprite il frigo e guardate cosa c'è rimasto. Chiudete il frigo se no si scongela. Riaprite. Al terzo tentativo, rinunciate alla cucina tradizionale, e lanciatevi sulla cucina stocastica

Consigli per gli acquisti
Ho scoperto che il Brown taglia bene i peli corti, mentre quelli più lunghi tende ad evitarli. Non è un problema da poco, perché, se solo dimentichi un singolo pelo, la volta successiva te lo ritrovi più lungo e quindi più resistente alla rasatura e, dopo pochi giorni, rischi di ritrovarti sulla faccia una fauna di peli semidei, praticamente invulnerabili”