L'altro
giorno, scherzando con Marieddu su obiettivi e motivazioni, gli ho
scritto la seguente frase. Dice il saggio: “se i cento km sono
un obiettivo troppo complicato da raggiungere, prova con i cento kg”.
Pare
che altri, invece, abbiano il problema opposto. Se correre per
cento chilometri è troppo facile, prova a correre per cento giorni.
Magari prova a farlo girando più di 20mila volte lungo una pista da
400m. 100 giorni e 100 notti, con brevi pause di un'ora – massimo
due per dormicchiare, mangiare, cagare, fare l'amore …
Dal
mio osservatorio privilegiato sul divano, anche oggi commento
un'“impresa” altrui, quella di Lucio Bazzana
http://www.lacorsadei100giorni.it/;
questa
volta la domanda “perché
lo fai?”
resta
senza risposta e in attesa di incontrare Lucio per fargliela
personalmente la pongo a me e a voi.
Qual'è
il senso?
Dove
sta andando l'eroe, perché torna sempre nello stesso punto e cosa
c'è di eroico nel suo sacrificio?
Per
il grande saggio che vive in me, la sofferenza fine a
sé stessa è solo un'imitazione dell'eroismo. Il mio io
velleitario contesta quest'affermazione ma, in questo periodo, gode di
scarsa credibilità.
Immaginatelo
ora, dopo “solo” 10 giorni e più di 1000 km: il ginocchio
dolorante gli impedisce di correre ma lui continua a girare
camminando e ad agosto sarà ancora lì a girare, in quella triste
pista …
Forse
vorrebbe essere un esempio, uno stimolo. Io mi sento invece
“sopraffatto” al solo pensiero. Ci trovo troppe contraddizioni
insostenibili. Il “sempre di più” che porta al troppo. L'eccesso
di libertà alla schiavitù, la schiavitù di inseguire i limiti per
spostarli sempre più in là. Il movimento che si annulla nel giro.
Diecimila chilometri potrebbero essere un viaggio incredibile
attraverso mezzo mondo, la bellezza che ci si può trovare dentro è
quasi infinita. Perché arrotolarli tutti come cartigienica intorno
ad una squallida pista?
Tutti
gli equilibri sono saltati e mi vengono le vertigini. Mi trovo forse
anch'io di fronte a questo baratro?
Ti
prego, Lucio, fermati, non capisco, mi fai star male!
Dichiaro
aperto il dibattito.
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