La terza notte il tema dominante non
cambia. Questa volta però Emanuele sta bene, è l'altro occupante
della camera ad avere l'intestino loquace. Camera tripla? No, doppia.
Sono io l'altro. Che ci crediate o no, in certe cose sono più forte
di Emanuele. Però, invece di approfittarne per vendicarmi, metto la
sordina alla tromba e sfiato in silenzio. Nessun rumore, neanche un
sibilo, ma lo stomaco dolente e gli spostamenti d'aria mi impediscono
di dormire a sufficienza. Come Gregor Samsa, la mattina fatico ad
alzarmi dal letto, mi sento una larva. Da come mi guardano gli altri
capisco di sembrare davvero uno spaventoso bacarozzo con l'addome e
gli occhi gonfi. Il finale della tappa di ieri mi aveva dato un
pizzico di ottimismo ma con queste zampette dure da insetto sento che
farò molta fatica anche oggi. Credo che mi fermerò a fare palline
di sterco.
Dopo un breve trasferimento in pullman,
si parte dal parco di Selene.
Parto lento, parto doloroso, spingo,
contrazioni o contratture, finalmente rinasco. La strada larga in
lieve discesa nel bel bosco ombroso invita a correre e le gambe
rispondono. Si scende dolcemente per oltre un chilometro ma … non
si doveva salire? Dove sono i nastri dell'organizzazione che indicano
il percorso? La testa del gruppo non è lontana e comincia a
sbandare. Qualcuno si ferma altri tornano indietro. Anche Filippo
Salaris, il vincitore delle prime due tappe, torna indietro. Checco
telefona agli organizzatori. Ci siamo persi? Cominciamo a tornare
indietro. Manca qualcuno? Non vedo Francesco, dove sarà? Ora è
sicuro, abbiamo sbagliato strada. Dopo un chilometro a ritroso,
ritroviamo i nastri e la deviazione mancata; qualcuno si lamenta ma
nel complesso il gruppo non perde il buonumore.
Intanto mi sono riscaldato e mi rendo
conto che in pianura e in salita riesco a correre benino e ne
approfitto per divertirmi e guadagnare qualche posizione. Raggiungo
Teo ansimando rumorosamente per fargli sentire “il fiato sul
collo”. Sono immerso, come spettatore, nella lotta fra i primi
dieci. È divertente, tutto in 3D. Uso la funzione “avanti veloce”
e lascio Teo per raggiungere e superare Stefano e Miguel e poi ancora
Bruno e Marco. Mi superano solo Filippo Salaris e Didier Dhont, il
duo in testa alla classifica. Filippo mi spiega che avevano sbagliato
di nuovo strada nel tentativo di recuperare su 2 atleti che, non
avendo sbagliato all'inizio, avevano quasi 20 di minuti di vantaggio.
Penso a Francesco, forse è lui uno di quei due. Oggi potrebbe essere
la sua giornata. Forse finalmente la vita ha risposto con un sorriso
all'amore che Francesco le offre.
Dopo uno spettacolare passaggio in
cresta, inizia la discesa ripida e i dolori alle cosce mi costringono
a camminare. In un attimo mi passano tutti quelli che avevo superato
in salita. Vanno a velocità doppia e non riesco a trovare un motivo valido per massacrarmi
ulteriormente i muscoli. Meglio cambiare programma. Basta sport,
scelgo un documentario. Mancano poco meno di 20 chilometri all'arrivo
e li farò quasi tutti da solo, guardando panorami, cercando di non
perdermi e spingendo palline di sterco. Ed è così che sono
arrivato, fiero di aver portato la mia pallina oltre al traguardo.
Oggi mancano solo 9 giorni al Passatore
ma non ci riesco a pensare. La mia testa è ancora a Lanusei insieme
a pezzi di gambe e altri organi interni.
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