domenica 11 maggio 2014

Lanusei, 9 maggio. Prima tappa del Sardinia Trail.

Never stop smiling on trails.

“metto la sveglia alle 6 ...” “sei e mezza, benissimo” dico io. “... alle 6 meno dieci, così facciamo colazione con calma ...”
La notte verso le 3 suonano le trombe e fatico a riaddormentarmi. Le pecorelle non funzionano allora provo ad immaginare il tour de France … tappa di pianura … fuga velleitaria … i chilometri passano lentissimi mentre i commentatori parlano a vuoto per riempire il tempo … come nei caldi pomeriggi di luglio, l'adrenalina finisce stritolata fra i tubolari e l'asfalto francese e dopo una mezzora crollo addormentato.
5h50. Suona la sveglia.
Fieri di essere sardi
Dopo la colazione e il trasferimento in pullman, poco prima delle 9 si parte dalla spiaggia di Tertenia. Parto bene cercando la sabbia più dura ma alla prima salita vado subito in affanno. C'è qualcosa che non va. Forse non ho scaricato abbastanza? Avrò tirato la catena una decina di volte ma è rimasto del marrone. Fa caldo e colo sudore; tuffo invano gli occhi nel mare cercando ristoro. Provo a resistere e oscillo fra la sesta e la decima posizione. Sentieri tecnici fra mari e rocce offrono divertimento e spettacolo. Never stop smiling on trails ma è un sorriso storto dalla sofferenza.

Alla fine della salita più lunga arriva il ristoro. Non sono messo male: sono sesto e ora inizia la discesa, il mio pezzo forte. Dopo un primo tratto veloce, comincio a soffrire anche in discesa: le pietre mi danno calci sugli alluci, il terreno mi schiaccia i quadricipiti e ad ogni strappo in salita sono praticamente costretto a camminare. Perdo la sesta posizione. L'ultimo chilometro e mezzo è sulla spiaggia di Museddu. Il mare mi chiama. Mentre tolgo le scarpe, mi arrivano due crampi in sequenza: polpaccio-coscia. Mi raggiunge Marco Pittau offrendomi aiuto. Gli dico di andare. Mi rialzo e riesco a camminare con i piedi nell'acqua … splash splash … è anche piacevole ma dura poco: vedo Teo Mura non lontano dietro di me e decido di provare a correre. Ci riesco. Arrivo nono, con le braccia alzate e le scarpe in mano. Sono stanchissimo e ad ogni movimento parte un piccolo crampo. Francesco Puddu è arrivato nella MIA quinta posizione (maledetto). Mi tuffo in mare e comincio a pensare a domani. Sono quasi stremato, fatico a scendere un gradino di 20cm e, il giorno dopo, mi aspettano 42 chilometri con 8000 gradini di dislivello … sembra finita ma una delle unghie degli alluci, a furia di botte, da nera che era è tornata miracolosamente color rosa speranza … lo dicevo, ho il tempo a favore. Never stop smiling on trails.
Grazie Gavino Sole per le foto!

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