Foto di Tore Orrù |
Oggi mi sono concesso un
giorno d'idoneità e, nonostante il pettorale verde, ho ignorato i
limiti di velocità e il limite dei 4.4 km dei non-competitivi,
andando dritto oltre il secondo giro.
Tutte e 3 le volte che ho
concluso la gara del colle (2013, 2014 e 2016), sono arrivato al
traguardo in un tempo compreso fra i 36'18 e 36'38. Quell'intervallo
di venti secondi è il mio tempo riservato; quest'anno me lo hanno
tenuto libero e in quello spazio bianco fra la dodicesima e la
tredicesima linea della classifica se lavorate con l'immaginazione,
potete vedere i miei 3 fantasmi. Io però non ero lì; oggi ci ho
messo 4 minuti in più. Sono partito piano e nel finale ho rallentato
leggermente perché mi sentivo stanco ma mi sono impegnato, quasi
allo stremo. Mancava solo l'allenamento e quei 3-4 chili in più,
donano all'aspetto ma vanno pur portati in giro. Però mi sono
divertito, spingendo sulla dura salita fino a sentire bruciare le
cosce, lanciandomi senza paracadute nella veloce discesa e inseguendo
gli altri atleti come un cane dietro la preda. Sensazioni forti,
selvagge, brutalmente belle, che, d'ora in poi, ogni tanto mi vorrò
concedere. Perché ci sono novità, sapete? Pare che l'anno stia per
cambiare.
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