Su un aspetto della gara, tolgo subito
la suspense ma circolavano spoiler e quindi forse lo sapevate già:
ha vinto il gigante Giorgio Calcaterra!
Rimangono tanti misteri di questa corsa
che mi ha sempre affascinato e respinto. Le 9 ore delle mie velleità
misteriosamente respinte con la velocità che si trasforma in
lentezza. Il mistero di Brisighella: quest'anno, solo 10 fra i 2200
transitati a Brisighella non hanno raggiunto il traguardo. Chi arriva
lì, moltissimi presumibilmente in condizioni pietose, non si ritira.
È capitato anche a me 3 anni fa, ma io avevo perso il pullman dei
ritiri. Forse il segreto è in quel pullman fantasma pieno di morti
viventi che sfreccia nella notte senza ascoltare le urla disperate
dei naufraghi che stanno affogando nell'asfalto. Il mistero dei
chilometri che si allungano a dismisura approfittando del buio della
notte. Il mistero di trovarsi lì su quella strada interminabile
senza ricordarsi più perché. E, infine, il mistero più grande di tutti, di
quelli che salgono in auto stremati ma trovano poi la forza di alzare
le braccia al traguardo. Gara lentissima, non si capisce niente
… ma non vedi l'ora che arrivi il prossimo episodio! Un po' come la
nuova serie di Twin Peaks.
Comodamente seduto in poltrona, spio
morbosamente i tempi degli atleti per individuare eventuali
tagliatori. I nomi delle frazioni – Colla di Casaglia, Marradi, San
Cassiano, … – evocano ancora in me sensazioni concrete: il sapore
di crescenza, il caldo opprimente salendo a Fiesole, il fresco
dell'aria sul petto nudo alla colla, e poi il freddo della notte,
tremori, calore umano, massaggi dolorosi, dolori tout court,
assuefazione al dolore, lunghe attese per il ritiro dello zainetto
alla colla, lunghe attese per il ritiro del ritiro … è col metro
di queste sensazioni che misuro il valore dei risultati e l'indegnità
dell'inganno.
L'anno scorso, controllando i tempi dei
primi 5 di categoria, avevo scovato ben 4 tagliatori di cui 3
recidivi (link). Riguardando oggi le classifiche del 2016, ho scoperto che 2
di essi sono stati squalificati; a uno è stato corretto il tempo di
un passaggio per cui ora risulta plausibile (se sia plausibile la
correzione non lo so); l'ultimo è rimasto in classifica con il suo
bel 3'29 di media fra Marradi e San Cassiano che a 70 anni suonati
non è male ma ha un forte gusto di crescenza ingiallita.
Passo alle classifiche di quest'anno,
andando a controllare i passaggi dei primi 7 di categoria. Pare che
il fenomeno dei tagliatori si sia estremamente ridimensionato. Merito
forse degli organizzatori che hanno ascoltato il grido di
indignazione e hanno preso contromisure adeguate; hanno fatto tutti
tempi assolutamente plausibili, a parte uno che, seduto in auto, non
si è avveduto della svolta per San Cassiano ed ha quindi saltato il
controllo e presumibilmente sarà squalificato per questo … solo
lui? Guardiamo meglio … oh beh, non è il solo. Dei 2247 passati a
San Cassiano, 58 si sono ritirati e 2189 sono arrivati al traguardo.
A Faenza però sono arrivati in 2196: sono in 7 che hanno mancato
quella svolta. La svolta fantasma, un altro mistero.
Infine vado a controllare i 4
tagliatori dell'anno scorso. Solo l'ultimo è tornato e quest'anno,
dopo 2 edizioni in cui aveva approfittato dell'auto, si è corso
tutti i 100 km! Ha impiegato 4 ore di più, è arrivato 15 esimo
anziché primo di categoria, ha percorso il tratto Marradi-San
Cassiano a 13' al km anziché a 3'29, ma vuoi mettere la
soddisfazione? Bravo! Gusto di fatica, profumo di sudore pulito,
sogno della notte che lentissimamente svanisce e poi il finale: la
piazza di Faenza che prova, forse invano, a dare un senso a tutto
ciò. Aspetta però, abbassa il calice: ha fatto il ritmo più veloce
proprio nel tratto più duro, la salita alla Colla, dove si è
migliorato moltissimo rispetto alle passate edizioni … un altro
mistero. Attendiamo con ansia la prossima puntata e forse capiremo.
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