Eccomi, sono tornato. Ero su facebook e
faticavo ad uscirne. Ero lì per promuovere un evento: la prova
percorso del trail che sto organizzando a Capoterra.
Per
raccontare la giornata, approfitto allora dei post che ho scritto per
FB con qualche foto rubata da lì.
Ecco
l'invito a venire e a non venire:
Domani
è prevista pioggia. Non di quella pioggerella leggera, decorativa ma
vera pioggia, pesante, di quella che bagna, che esci dalla macchina
che piove e rientri che forse non ha ancora smesso. Insomma, ci sarà
quello che con un sottile eufemismo potremmo definire “un tempo di
merda”.Non siamo eroi o, se anche lo fossimo, sarebbe meglio lasciare i nostri eroismi per cause migliori (l'autoeroismo è peccato e abbassa la vista): noi corriamo per stare bene e divertirci.
E allora, se ne siamo capaci, divertiamoci correndo sotto l'acqua. Non dovrebbe fare freddo e dovrebbe bastare un buon K-way e un cambio asciutto. Noi mettiamo a disposizione una casetta con una decina di posti a sedere – compresi i due wc, chiusa e riscaldata per cambiarsi, bere un the caldo o una birra, mangiare qualcosa e scambiare qualche chiacchiera.
Se l'idea di bagnarvi invece vi spaventa, è meglio che restiate a casa, seduti sul divano ad ascoltare il ticchettio dell'acqua che bussa sui vetri.
Messaggio
efficace. Eravamo in 15, non tantissimi ma quelli giusti: abbiamo
preso acqua ma siamo stati bene e ci siamo divertiti. Missione
compiuta.
abbigliamento adeguato |
Per non prendere freddo quando piove
basta avere un abbigliamento tecnico adeguato o, se non ce l'hai,
tanto abbigliamento inadeguato. Ecco il mio di ieri: canottiera
“tecnica” regalatami 25 anni fa, tessuta in cilicio; maglia da
bici invernale; giubbotto da bici invernale; k-way a mezze maniche
(era un k-way normale di mio figlio quando aveva 8 anni); mutande in
cotone per proteggere le parti intime dallo sfregamento; fouseaux
vinti ad una gara con grattuggiacoglioni incorporato (forse da
donna); scarpe saucony da trail. Ecco, visto? Da trail. Come dicevo:
abbigliamento tecnico adeguato. Anche se le mutande non sono proprio
da trail, pazienza.
Mi sono divertito. La prima
pozzanghera la evito sempre, la seconda faccio finta di non vederla.
Dalla terza in avanti le vado a cercare per fare sciac sciac con i
“piedini”, felice come un bambino o forse rimbecillito come un
vecchietto.
Con il passare dei
chilometri, la vegetazione si è stretta sempre di più intorno a noi
fino ad arrivare all'abbraccio morbido e bagnato del cisto. Eravamo
completamente immersi nella natura che dissolta in minute goccioline,
riusciva a penetrare sotto i 4 strati di vestiti fino alla pelle. Per
fortuna non faceva freddo e la forza della natura si è manifestata
solo in una benevola carezza.
l'abbraccio del cisto |
Buttarsi giù, senza freni, senza farsi male, senza farsi male. |
Eccoci alla fine, belli come pulcini bagnati. |
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