Stamattina alle 7, nonostante sia
sabato, sono stato costretto ad alzarmi con l'intestino che si
aggirava come un verme inquieto nel mio ventre. In bagno poi, dopo
una seduta un po' sofferta, la bilancia mi ha aggredito con un
“68.2”. Due chiari messaggi: ieri sera ancora una volta, non sono
riuscito a fermarmi al punto giusto. Dopo cena, la torta al
cioccolato chiamava il mirto, il mirto chiamava la torta al
cioccolato e io mi sono lasciato distrarre superando abbondantemente
la mia fermata.
Il ginocchio destro ogni tanto guaisce. Quale fosse il punto giusto me lo aveva detto chiaramente
alla fine della terza salita ma, stupido ginocchio, non potevo
restare su in cima a Porcili Marriu a nutrirmi di corbezzoli e acqua
di torrente aspettando che si riposasse: in qualche modo dovevo
tornare giù.
Ora c'è il sole, l'aria è tersa e
dalla finestra scorgo il monte Santa Barbara che mi sorride. Forse
non dovrei uscire a correre, forse il ginocchio non vuole … ma come
faccio a saperlo?
Per sapere qual'è il punto giusto
bisogna superarlo, altrimenti si rischia di non raggiungerlo mai.
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