Attenzione,
questo articolo è da considerarsi un'appendice al trattato di Lello
Collu che trovate qui
http://antonellocollu.blogspot.com/2014/04/mezze-partenze-e-cagotti.html.
Nomenclatura e riferimenti grafici sono nell'originale.
Pur
apprezzando immensamente il suo trattato, mi sento in dovere di
dissentire con l'esimio dottor Lello a proposito della sua
suddivisione antropologica della griglia teorica di partenza in
cinque componenti diverse. In realtà, come tutta la materia, anche
l'assembramento molecolare umano si presenta in tre sole fasi che,
esemplificando con una particolare materia universalmente nota,
chiameremo: flatulenta, sciolta e soda. La transizione fra le diverse
fasi dipende da temperatura, pressione e quantità di fagioli.
Considerando temperatura e fagioli pressoché costanti all'interno
della zona di partenza, ecco allora che è la pressione antropomorfa,
causata dall'ansia prestativa ed esercitata tramite spintarelle e
gomitate, che determina le diverse zone in cui si suddivide
l'assembramento pre-gara. La fase flatulenta, coincide con la “non
competitiva”. I non-competitivi non si toccano, pensano sia
peccato, e allora la loro area è caratterizzata da bassa densità e
quindi dalla presenza di spazi vuoti fra le diverse molecole-atleti,
nei quali ci si può infilare spostandosi agevolmente. Avanzando
verso la linea di partenza, con l'aumento progressivo della
pressione, si arriva presto alla transizione di fase detta
“condensazione” che ci porta alla “fase sciolta” che
comprende sia “esperti” che “prima esperienza” Siamo in
presenza di una fase promisqua in cui cioè, gli spazi vuoti sono
pressoché assenti. È ancora una fase fluida e quindi i movimenti
sono possibili ma richiedono il moto contemporaneo coordinato delle
diverse molecole-atleti e quindi per avanzare bisogna che gli altri
si spostino. Chiedere “permesso” è pericoloso come alla fila
delle poste, non supereresti tre posizioni senza subire almeno un
piccolo linciaggio. Portarsi un bigliettino numerato delle poste o
del reparto salumeria del supermercato può essere invece utilissimo
con gli atleti “prima esperienza”: glielo fai vedere e quando ti
chiedono “dove si prende” gli indichi la zona “post cagotto”
e velocemente ti metti al loro posto. Con gli “esperti” questa
tattica non funziona. Hanno già tutti il loro numerino. Allora si
può ricorrere ad incentivi sociali (spacciarsi per super atleti),
igienici (togliersi le scarpe come si usava in treno per avere lo
scompartimento libero) o inventarsi geometrie non euclideee dove le
parallele si incontrano e poi divergono nuovamente (i falsi paralleli
di Lello) e avanzare in questo modo. Per minimizzare gli insulti è
opportuno muoversi approfittando del minuto di silenzio. In questo
modo si riesce ad avanzare almeno fino a raggiungere la nuova
transizione di fase, la solidificazione. Qui la pressione raggiunge
valori di decine di bar durante la happy hour. Vi trovate davanti un
muro, più duro del tubolare della vostra bici. I gomiti degli atleti
vanno ad infilarsi nei costati dei vicini formando una struttura
cristallina perfetta … si muove come un “unicuum” o, tornando
all'esemplificazione di pocanzi, come uno “s.....o duro”. Per
muoversi si può provocare una transizione di fase per sciogliere il
reticolo. Si potrebbe utilizzare un forte lassativo, oppure ridurre
la pressione spargendo la voce che si parte nell'altra direzione, o
ancora aumentare la temperatura con l'utilizzo di un lanciafiamme.
Sono tutte tecniche ad alto rischio di esplosione. La tecnica sicura
è quella del salto quantico o “quantum hop”. Come funziona? È
facile.
Cominci
a discutere con il vicino di chi sia il braccio. È il suo, ma siete
così schiacciati che lui non ne è così sicuro. A partire dal
braccio, poi, puoi riuscire ad impadronirti delle varie parti del suo
corpo avanzando così di una posizione verso la linea di partenza.
Quando sei in terza fila ecco lo sparo.
Lo
starter dà il via. La pressione va a zero, Una gigantesca scoreggia
si libera
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