Bella gara, bella giornata di sole, bel percorso – rinnovato in meglio rispetto alle scorse edizioni, bella indifferenza della città – anche in questo si è notato un miglioramento rispetto all'aperta ostilità degli anni precedenti.
42km a 5'41: missione compiuta. Ben 3 atleti, di cui 2 esordienti,
portati al traguardo nel tempo obiettivo di 4 ore. 3 è più di 1: giusto quindi sacrificare le mie possibili ambizioni per
quelle di 3 bravissime persone. L'ostacolo più difficile è stato
ricordarsi la tabellina del 5'41 che non mi è mai entrata in testa.
Ricordo come un incubo la maestra che urlava : “Pisani! 5'41x7!”
Le difficoltà sono aumentate
ulteriormente quando, dopo il ventunesimo km, i segnali chilometrici
hanno iniziato a discostarsi dai beep del garmin. Ho dovuto allora
calcolare la media fra le due distanze, l'integrale della fatica,
l'asintoto del tempo e la sua intersezione con la retta x=42,
considerare i 196 metri mancanti e calcolare di quanti millimetri
aggiustare la lunghezza del passo. I passaggi di 1h59'45” alla
mezza e 3h59'41” al traguardo dimostrano alla Signora Maestra che
almeno un 8 me lo sarei meritato.
A furia di contare, le dita delle mani
e il cervello mi fumavano. La prossima volta mi porterò il portatile
così farà lui i conti, nel tempo libero mi farò un sudoku e il
fumo uscirà solo dal mio sigaro toscano.
42mila passi lenti, tutti uguali,
ripetizione del gesto all'infinito, catena di montaggio di asfalto, turno di 4 ore
senza soste neanche per fare una pisciata, tempi moderni per proletari della corsa. Per contrastare l'alienazione e i danni
fisici e cerebrali conseguenti, avevo una sola possibilità:
diversificare. Intorno al secondo chilometro accenno uno “skip”
alzando un po' più le ginocchia. Non mi nota nessuno, almeno spero –
non voglio dare spettacolo. Allora ogni 2-3km mi concedo delle
“andature”, senza cambiare il ritmo: un accenno di skip, una
suggestione di “pinocchietto” un pizzico di “corsa calciata”
qualche passo spingendo con le natiche … pochi metri per volta che
però mi danno un bel sollievo. Non so se qualcuno si sia accorto di
queste “variazioni sul tema”. Quasi sicuramente hanno notato le
due volte che ho fatto “corsa all'indietro”. Alla fine, questa strategia, una variante soft della “corsa stocastica 1”, mi ha permesso di resistere 4 ore a quel ritmo non
mio.
Quasi tutte le
altre “strategie della lumaca” si sono dimostrate poco pratiche o
poco efficaci. Qualche considerazione a posteriori:
- Punti patente – Immaginare autovelox dietro ogni curva non mi fa nessun effetto. Credo che l'autovelox, come godzilla e il mostro di Lockness, sia solo un mostro leggendario. Da anni, ormai, quando, sulla statale 131, tutti rallentano per paura del mitico autovelox, io li supero sfidando l'antico tabù e il suo flash mortifero. Sto ancora aspettando di trovare la patente carbonizzata o, almeno, che mi arrivi la prima multa.
- Casablanca – Cambiare sesso per ridurre il testosterone. “Sono troppi i rischi per chi vuole operarsi in Italia. Liste d'attesa eterne, scarsa specializzazione, poca attenzione alle ricadute psicologiche sui pazienti. Troppo spesso nel nostro paese chi deve cambiar sesso affronta un'odissea anche in sala operatoria. Tanto che un gruppo di pazienti ha fatto causa al Sistema sanitario nazionale” (da L'Espresso)
- Zavorra – Ho sostituito la doppia seduta mattutina del “rito dello svuotamento” con una seduta singola, guadagnando così una trentina di grammi di zavorra e circa 8 secondi sul tempo finale. Per rallentare di mezz'ora servirebbero circa 8 chili di M.
- Corsa stocastica 2 – Ho provato a seguire traiettorie non ottimali ma, visto che i miei pulcini mi seguivano passo passo, ho dovuto smettere per non far correre 60 km anche a loro.
Insomma, un'altra bella giornata di
festa, un'esperienza utile, un'altra sfida vinta e le quotazioni del
mio seme continuano a salire …
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