L'esame galleggiamento feci non
lasciava presagire niente di tutto ciò: scendevano come se niente
fosse, le ho viste bene mentre affondavano nell'acqua del cesso con
la solita nonchalance. Forse certi dettagli sfuggono anche
all'osservazione scrupolosa di questa sonda organica che ci scruta da
dentro nel suo viaggio transcorporale. Non mi dilungo sull'analisi
olfattiva e cromatica, dico solo che era tutto perfetto come sempre.
Sono andato quindi a fare l'ecocardio con animo leggero, solo per
espletare la formalità richiesta dal medico sportivo.
La tranquillità è durata poco. Il
cardiologo ha cominciato a fare domande curiose tipo “non l'ha
mai fatto prima?” “Il medico sportivo durante le visite
precedenti non le aveva mai prescritto un'ecocardio?” “Lei,
che sport vorrebbe fare?” “Non
sapeva di avere un prolasso mitralico?” “cosa??”
“è una malformazione congenita; di per sé non è
problematica ma qui abbiamo un'insufficienza” “non mi
può dare il 6 politico?” “No.
Dovrebbe evitare contrazioni isometriche”
“eh???” “Tipo sollevamento pesi”. Non potrò
mai più sollevare bilancieri da 300kg. La pagella–referto parla di
insufficienza moderata; una lieve insufficienza sarebbe facile da
recuperare. Con un'insufficienza moderata invece si viene rimandati.
L'esame di riparazione è fra 6 mesi, il tempo per studiare non
manca; niente corsi di recupero ma tante corse di recupero che
seguirò con diligente attenzione. Obiettivo: non peggiorare
altrimenti sarà estremamente difficile rinnovare il certificato
d'idoneità (e non solo).
Non ho ancora capito se questa
insufficienza moderata influisca sulle performances e se possa essere
la causa della fiacca di questi ultimi mesi; intanto però ho una
scusa: “mi hai battuto, bravo; facile però senza prolasso...”
“mi sono ritirato, sì, ma sai col prolasso che mi ritrovo ...”
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