Dopo averlo lasciato semi-deserto, al
rientro troviamo il resort che pullula di gente.
Molti hanno il passo più pesante di
noi ma, mentre la nostra pesantezza si nasconde nelle gambe, la loro
si mostra, ben evidente, sul ventre e allora non c'è discussione, le
sdraio sono per loro, ne hanno bisogno.
Il dolore al polpaccio continua ma ora
è democraticamente mescolato con altri dolori e lo sento meno. Oggi
niente massaggio. Mi limito a tuffarmi nell'enorme borsa del ghiaccio
del mare ogliastrino e ad allungare in continuazione il polpaccio. A
furia di stirarlo, credo stia diventando più lungo di quello di
Michael Jordan!
Quest'anno il soggiorno è davvero
piacevole. In confronto a Lanusei downtown, location dell'anno
scorso, si sta meglio qui a Marina di Cardedu. C'è più spazio per
stare insieme, la piscina, il mare …
dopo 2 giorni di convivenza il gruppo
dei trailers è più unito. Anche il gruppo dei cagliaritani
finalmente comincia ad aprirsi e a mescolarsi con altri: veneti,
toscani, spagnoli … abbiamo perfino scambiato qualche parola con
dei sassaresi! Anche Marco Olmo, simpatico orso, si apre e ci
racconta le sue esperienze nel deserto. Per abituarsi
all'autosufficienza, con sollievo della moglie (l'ha detto lei), ha
passato il mese che precede la Marathon des Sables dormendo sul
pavimento … per non essere da meno, stanotte molti dormiranno per
terra.
Viene esposta la classifica. Sono
undicesimo a 3 minuti dal decimo. Premiano solo i primi 5 per cui
arrivare nei primi dieci sarebbe solo una questione d'onore numerico.
Più stimolante la sfida con Teo anche se ormai sembra persa.
Recuperare 10 minuti in una tappa “corta” come quella di domani a
uno tosto come lui con le gambe doloranti e le scarpe rotte mi sembra
quasi impossibile. Però, la soddisfazione sarebbe enorme, per cui ci
proverò.
Alle 19.30 apre il buffet della cena e
già 5 minuti prima siamo ammucchiati all'ingresso del ristorante con
la salivazione a mille. Oggi il buffet è ancora più ricco degli
altri giorni: oltre alla solita scelta, troviamo anche culurgiones,
porchetto, sebadas, vino in bottiglia … a parte qualcuno della top
five, nessuno sembra aver letto il libro di Speciani
sull'alimentazione dell'atleta prima e dopo la gara e l'abbuffata è
libera e goduriosa.
La presenza di ragazzini nella stanza
accanto e, soprattutto, il tono delle loro voci mi fa presagire una
nottata difficile. Alle 21 nella stanza 173 della casa di riposo
suona il coprifuoco. Alle 21.30 siamo nel letto con la luce spenta.
Una mezz'oretta dopo squilla il telefono. Rispondo e sento la voce di
un ragazzino che, per far credere di essere un adulto, parla con una
voce tipo Homer Simpson (forse l'unico adulto che abbia mai ascoltato
davvero). “Stanza 173?” Dice. “Senti ragazzino, stiamo cercando
di dormire per cui vedi di non rompere” rispondo e attacco. Dopo un
altro quarto d'ora il telefono squilla di nuovo. Non lo lascio
parlare. Dico “Spero che i tuoi genitori siano d'accordo, perché
domattina mi informo da quale stanza viene questa chiamata e li
avviso”. Attacco, stacco il telefono e mi rimetto a dormire.
Qualche ora dopo il telefono squilla ancora. Lo scherzo finale,
quello più idiota, me lo sono fatto da solo, dimenticando la sveglia
del cellulare impostata alle 5.30 del mattino.
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