Contratto a tempo indeterminato.
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Primi allungamenti subito dopo l'arrivo. Foto di Lukarun |
Nicola, il massacratore se la prende
con quello gnocchetto di fibre muscolari che si rifugia nel mio
polpaccio. Il mostriciattolo fa parte di me e si ribella. Anche il
muscolo resiste: vuole tenersi quel grumo malefico perché mi
vorrebbe fermo per un po'. Questa lotta fra il bene e il male, in cui
il bene fa male, è come una guerra di trincea: ogni piccolo
avanzamento costa perdite enormi. Non sono convinto che serva ma devo
provare, domani voglio correre. Stringo con forza le barre del
lettino per non urlare. Nicola, l'esorcista, maneggiando la carne con
strani riti dolorosi, mi libera solo di una piccola parte del male.
“Devi allungare il muscolo per farlo uscire. Senza sofferenza non
ti liberi dal male, amen”.
Dopo il massaggio, mangio qualcosa;
poi, quando mi alzo, non riesco neanche a camminare. Devo continuare
ad allungare, soffrire ancora se domani voglio partire e divertirmi.
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I relitti della room 173 |
Mentre io faccio piedino alla pietra
per stirare il polpaccio e la pietra mi respinge con un calcio, sono
tutti sdraiati a godersi il sole … Teo contento di aver finito in
buona posizione, 8 minuti avanti a me, salvando la gamba; il Gerva
saltellante, ottimo quarto in mezzo a mostri sacri, mezz'ora avanti a
me; le fortissime ragazze del trail belle e sorridenti: tutto il
podio femminile finito avanti a me; poi Giuseppe, Stefano, Emanuele …
Dopo l'arrivo degli ultimi, si torna in
pulman al bel resort Perdepera “pera di pietra” per chi vuole
farsi di granito in endovena. La spiaggia di Museddu è deserta, il
vento è fresco e il cielo nuvoloso. Logica insegna che
l'assideramento è un ottimo antidolorifico. La piscina è troppo
calda e scelgo di buttarmi in mare. Ne esco vivo e anestetizzato,
almeno per un po'.
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Relax a bordo vasca |
La mattina il dolore è ancora vivo;
dopo un'ennesima serie di allungamenti, passo da “su dottori”
Flavio, laurea ad honorem in infortunistica sportiva confidando nelle
sue arti magiche e nella sua ricca farmacia e ne esco col polpaccio
medicato e avvolto nel cellophane come un'arista di maiale. Altro che
“taping”, qui siamo alla confezione alimentare, manca solo il
fiocco per farne un pacco regalo. Chi lo vuole? In tempi di
precarietà dovrebbe essere molto richiesto. È un polpaccio
contratto a tempo indeterminato. Per sciogliere un muscolo contratto
a tempo indeterminato ci vuole la giusta causa. E io ce l'ho. Devo
attraversare le montagne.
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Quasi pronto per il banco macelleria: manca solo la vaschetta di polistirolo |
Scendo dal pulman aggrappato alle
ringhiere. Dovrò correre 42 km in queste condizioni e, se non
ricordo male, non ci sono ringhiere per scendere da punta La
Marmora. Un'idea sola mi consola: l'anno scorso stavo peggio.
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