Zone agricole pian piano si trasformano
in deserti. La terra si impoverisce per siccità e sovra sfruttamento
e diventa sabbia. Nel 2014 la desertificazione è uno dei problemi
principali del nostro pianeta ed è considerata un processo
irreversibile in tutto il mondo … tutto? No! Un villaggio del
Campidano, abitato da irriducibili calciatori, resiste ancora e
sempre all'invasione del deserto. È Capoterra, un nome, un
programma, da cui arriva una speranza per il nostro pianeta. Vi
racconto questa piccola favola dal lieto fine.
Al campo sportivo di Santa Rosa, c'era
una piccola ma minacciosa buca piena di sabbia usata per il salto in
lungo: un piccolo deserto con mire espansionistiche verso il
verdissimo campo da calcio limitrofo. Secondo la tendenza mondiale
alla desertificazione, pian piano l'erbetta del campo in prossimità
della buca si sarebbe dovuta seccare e il deserto sarebbe uscito
dalla buca avanzando verso il prato e trasformandolo progressivamente
in un campo da beach soccer. Invece, grazie alla resistenza
dei nostri irriducibili calciatori, il processo si è invertito. La
sabbia, appena cercava di uscire dalla buca veniva sciacquata via da
un'intensa annaffiatura; non solo! Col passare del tempo, infatti, a
furia di annaffiare, piccole oasi di verde sono cresciute perfino
nella buca; neanche i bambini con tutta la loro forza distruttrice
sono riusciti a ostacolare il ritorno alla vita … anzi, la sabbia
ormai indurita da un substrato di radici, resisteva ai loro salti
colpendoli duramente alle caviglie.
L'erbetta ora cresce rigogliosa e una
gioiosa fauna di zanzarine sta ripopolando definitivamente quello che
solo pochi anni fa era un deserto.
E tutti vissero felici e contenti.
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