Il
cervello umano ha
un dispendio energetico elevato, è il 2% del peso corporeo, ma
utilizza il 50% dell'ossigeno e il 10% del glucosio contenuto nel
sangue.
La maggior parte dell'energia è consumata dai neuroni soprattutto per il funzionamento della pompa sodio-potassio (50% dell'energia) indispensabile per l'attività del cervello (generare segnali elettrici).
La maggior parte dell'energia è consumata dai neuroni soprattutto per il funzionamento della pompa sodio-potassio (50% dell'energia) indispensabile per l'attività del cervello (generare segnali elettrici).
Fino
a ieri si riteneva che il
cervello utilizzasse
esclusivamente il glucosio come substrato energetico ma,
osservando maratoneti oltre il trentesimo chilometro, quando le
riserve di glicogeno sono ormai pressoché esaurite, ho
ipotizzato
l'esistenza di un meccanismo di ragionamento “lipidico”.
Il
ragionamento lipidico è goffo e pesante. Terminato
il glicogeno, astrociti
obesi provano
ad azionare la pompa sodio-potassio spalmandoci sopra un panetto di
grasso. È un po' come cercare di far funzionare un computer con la
batteria scarica annaffiandolo di benzina. Ci avete mai provato? Ecco
perché le idee del nostro maratoneta appaiono confuse. Il
ragionamento lipidico porta, per
esempio,
a scambiare il passaggio di una linea disegnata per terra, con
un obiettivo da conquistare a prezzo di atroci sofferenze.
La
pompa sodio-potassio straunta di grasso emette una serie di scintille
in direzioni casuali che i neuroni cercano di catturare e
interpretare spesso restando fulminati. Questa fulminazione traspare sul volto del maratoneta, dandogli
quell'espressione tipica
che tanto piace ai
loro figli: “mamma!
Guarda
che
faccia che ha papà!”
Il
maratoneta, proprio per minimizzare il consumo glicidico, cerca di
evitare ragionamenti complessi e non sto parlando di astrofisica. Sa
che deve mettere un piede davanti all'altro ma se ci fosse una curva?
Di solito segue quello davanti che si suppone ne abbia un altro
davanti e così via. Ad aprire il gruppo qualcuno in moto che può
permettersi di consumare glicogeno per seguire la segnaletica.
Se siete
al trentacinquesimo chilometro di una maratona e state leggendo
questo articolo sul vostro tablet, la risposta alla domanda che vi
state facendo è no. Non servirebbe a niente spalmarsi il carbogel
sulla testa.
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