Manifestazione podistica “non
competitiva”: una specie di allenamento. Una settimana dopo la
maratona, oggi volevo fare un allenamento non troppo lungo, provando
l'andatura a cui vorrei correre, fra 2 settimane, la mezza di
Cagliari. Per non correre da solo ho deciso allora di partecipare
alla “non competitiva” di 7.4 km che si corre sullo stesso
percorso e in contemporanea con la mezza maratona di Uta.
È non competitiva, solo un
allenamento; il riscaldamento lo faccio per finta, tanto devo partire
piano; poi, semmai, andrò in progressione. Un quarto d'ora prima
della partenza mi lascio ingrigliare. Sono abbastanza avanti, vorrei andare più indietro per evitare di competere con i primi, ma
mi distraggo chiacchierando con Chiara. Allo sparo i miei propositi
di partenza tranquilla svaniscono e mi infilo fra gli spazi con
cattiveria agonistica cercando di sopravanzare i più lenti.
Nonostante il traffico mi districo benino e il primo chilometro lo
passo in 3'49. Alla faccia del riscaldamento. Durante il secondo
chilometro, finalmente libero, mi diverto a raggiungere e superare
atleti che oggi sono più forti di me. A quelli della mia categoria
faccio vedere il numero rosso della non competitiva per evitare che
si mettano a gareggiare con me. Secondo chilometro in 3'30. Con
atteggiamento poco “non competitivo”, controllo se intorno a me
ci sia qualcun'altro col numero rosso. C'è un ragazzino di
Villacidro che però è un po' in affanno e lo stacco. “Calma,
Lorenzo, è una non competitiva!” Terzo chilometro in 3'38; quarto
in 3'40. Anch'io comincio ad essere in affanno. Me ne rendo conto
duramente quando vado a sbattere contro il vento contrario al rientro
verso il centro del paese. Rallento vistosamente, non per scelta
prudenziale ma perché non riesco più a reggere il ritmo di prima.
Quinto chilometro in 4'07. Mi supera un bel gruppetto e, poco dopo,
anche il ragazzo col numero rosso. Mi accodo e cerco di riprendere un
ritmo decente. Sesto chilometro in 3'49: sto soffrendo quel ritmo ma
fra poco è finita e non voglio perdere altre posizioni in questa
“non competitiva”. Mi supera un altro ragazzino col numero rosso.
Questo non me lo lascio scappare e, alla faccia della “non
competizione”, agli ultimi cento metri piazzo uno sprint e lo
supero.
7.4 km in 27'40 a una media di 3'44
minuti al chilometro, un ritmo che sicuramente non riuscirei a tenere
per tutta una mezza. Non era quello che avevo preventivato ma mi sono
divertito, ho sofferto, ho lottato, insomma ho competuto e mi sono
anche piazzato fra i primi.
Erano previste premiazioni anche per i
primi dieci della “non competitiva”. Una volta placato il demone
agonistico e ripreso pieno possesso di me, con aria di serena
superiorità ho dichiarato di rinunciare: “non mi metto certo a
competere con i ragazzini”.
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