Come ho già scritto, le mie condizioni
fisiche e mentali erano precarie ma ho voluto ugualmente provare a
puntare in alto o, per lo meno, a non spararmi direttamente sui
piedi.
Prima della partenza piazza S. Carlo è
piena, fa fresco, non piove e l'atmosfera è carica di allegra
eccitazione. Faccio qualche saltello sul posto per simulare un
riscaldamento. Si sta bene. L'attesa non pesa anzi, allo sparo
dispiace quasi dover partire. Le griglie funzionano bene e noi
privilegiati del club “sub3” riusciamo a correre bene quasi
subito. Obiettivo di partenza 3 ore, da allungare a piacimento
secondo le sensazioni: pugnalate nella coscia +10', cuore che scoppia
+20' …
Un occhio allo scheletro di cronometro
che ho tenuto in mano dal primo all'ultimo km, l'altro occhio ai
palloncini dei pacemaker delle 3 ore. Decido, per cominciare, di
tenermeli dietro in modo da correre fuori dal mucchio e avere un
minimo di margine.
Non mi sento molto a mio agio. Al
settimo km mi sento già affaticato; non è presto per il muro?
Riesco comunque a correre a ritmo regolare qualche decina di metri
avanti ai pacers e il percorso scivola via: Moncalieri e Nichelino, periferie
operaie e accoglienza calorosa. Poi un lunghissimo viale di campagna.
In fondo, immersa in un boschetto, riconosco la palazzina di caccia di Stupinigi. I chilometri passano relativamente veloci: non sto
benissimo ma non faccio ancora troppa fatica. Un gruppone di podisti
mi raggiunge e mi ingloba. Sono quelli delle 3 ore, gente ambiziosa.
Qualcuno corre agevolmente ma forse sono solo i pacers, molti
ansimano, uno corre piegato, un altro procede a scatti. Li vedo già
condannati: so che pochi arriveranno a coronare il loro sogno.
Mi lascio trascinare fino alla
palazzina e poi lungo la leggera discesa verso Torino. La mezza
arriva una trentina di secondi prima dell'ora e trenta: margine
risicato che però aumenta lungo la discesa. I pacers vanno veloci.
Troppo veloci. Anche quando finisce la discesa continuano ad un ritmo
superiore a quello per le 3 ore. Siamo quasi al trentesimo
chilometro, ho quasi un minuto di margine per cui preferisco andare al
mio passo e li lascio alla loro folle corsa con qualche povero
malcapitato che li segue rischiando di scoppiare. Non resto comunque
mai solo e mantengo pieno controllo sui tempi, anche troppo. Ogni
chilometro calcolo i secondi di vantaggio rispetto all'andatura
prevista per le 3 ore, li divido per i km mancanti e ottengo la nuova
andatura per arrivare in 3 ore. A meno 6 km ho ancora un minuto di
vantaggio, dieci secondi a km e invece di 4'16 posso andare a 4'26.
Ci avviciniamo al centro, poi ci riallontaniamo. Riconosco le strade,
stiamo percorrendo a zig zag i grandi viali di Torino. Il chilometro
successivo lo corro in 4'21 e i 5 secondi risparmiati li posso
dividere 1 per ogni chilometro che resta e andare a 4'27 … continuo
con questi conti e l'andatura rallenta ma tende asintoticamente
sempre alle 3 ore. Mi ci adagio sopra. Passo davanti a casa di mia
madre ma lei non c'è. Supero molti atleti, qualcuno reagisce tenendo
la mia andatura per un po'. I palloncini delle tre ore, dopo la corsa
pazza si sono quasi fermati e si avvicinano a vista d'occhio. A 2 km
dall'arrivo potrei permettermi un passo di 4'30 ma finalmente
qualcuno mi supera. E' una ragazza olandese con un uomo dietro,
probabilmente il compagno, che la sprona con urli fiamminghi. Le urla
mi svegliano e provo a seguirla. Al quarantunesimo, appena entrati in
via Roma, si sente il boato della folla; mi corre un brivido lungo la
schiena e comincio a volare. Il traguardo è ancora lontano ma riesco
ad intravederlo in fondo al lungo rettilineo, dietro al cavallo di
bronzo. L'incitamento continuo della folla fa sparire la stanchezza.
La sensazione è così bella che smetto di fare calcoli, voglio solo
correre più veloce che posso. Non sembra molto sensato spremersi
così per arrivare in 2h59'17 invece che in 2h59'59 ma è bellissimo
e mi resterà in mente a lungo. Al traguardo, lo speaker fa il mio
nome; io sono raggiante e mia madre si commuove: sapevamo che quello
era il massimo a cui potessi aspirare.
Quando si riparte?
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