Per uscire dalla polvere,
non basta passare uno straccetto umido. La polvere di Macomer era
talmente sottile che mi ha compenetrato come un vecchio cuscino.
Doccia dopo doccia, in questa settimana il colore della pelle sta
tornando gradualmente alla normalità. Quasi tutto. Le unghie dei
piedi, prima mimetizzate perfettamente nel gran nerume ora spiccano e
sembrano smaltate di nero. Poi c'è l'acido lattico in polvere che ricopre
ancora le fibre muscolari. La polvere metaforica è ancora peggio: mi
ha ricoperto l'animo ed è piena di acari metaforici a cui sono
profondamente allergico. Non si riesce ad espellerla dal sedere,
inutile anche chiamare l'esorcista: l'unico modo per uscirne è
sciacquarsi nella gloria.
Domenica ne avrò l'occasione.
Sembra che nel mare non ci sia polvere.
Userò allora il mio solito trucco di lasciare andare via quasi
tutti, tenendomi dietro solo pensionati e casalinghe – non certo i
super pensionati e le mega casalinghe con i muscoli luccicanti,
quelli li lascio andare – tengo dietro solo veri e propri
vecchietti con tanto di bastone e casalinghe con il grembiule
muccato. In tal modo, all'uscita della T1 tutti quelli con un minimo
di preparazione saranno davanti a me e così sarà impossibile per
loro superarmi! Geniale, vero? E mi basterà far girare i pedali per
superare qualcuno e durante il sorpasso, scrollare il cervello dalla
polvere. Poi, libero dalla polvere, rimontare come un rutto acido
superando prima Marieddu poi Samuel e, allo sprint, Francesco.
Non vedo l'ora!
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