Il bel passaggio al Mont des arts, un
po' in stile “trail urbano” con qualche facile scaletta, porta al
parc de Bruxelles. Una piccola contrattura al polpaccio, forse
conseguenza della maratona corsa domenica scorsa o dell'overdose di
rosticciana (all you can eat) e birra di ieri sera, mi ruba qualcosa
all'eleganza del passo. Il parco non è niente di che ma si corre
bene; 3 giri in cerca di una fontana e di un runner decente da
sfidare ma non ho trovato né l'una né l'altro. Mi avvio allora
verso il “parco del cinquantenario” attraverso i palazzoni
dell'unione europea. Come corsa turistica non sarebbe male, non fosse
per il traffico congestionato della strada accanto, che inquina naso
e orecchie. Divertente invece passare attraverso gruppi di “congress
men” in giacca e cravatta. Al parco mi inserisco nel flusso di
podisti seguendone la corrente lungo un giro ben definito. Fa caldo e
ho sete. Continuo invano a guardarmi intorno in cerca di una fontana
e dopo un primo giro esterno del parco, esco dal flusso e mi dirigo
verso i giochi dei bimbi, sicuro che almeno per loro un rubinetto ci
sia. Chiedo anche ad un paio di mamme ma senza risultato. Vorrei
quasi sgridarle perché non fanno bere i loro figli. Dopo aver vagato
invano per un quarto d'ora, la trovo nascosta in un angolo come fosse
una latrina. Una volta dissetato riparto per un altro giro di sfida.
Ho le unghie degli alluci schiacciate, ne va del mio stile, ma la
velocità non ne risente e quando supero i podisti locali, loro non
reagiscono. Dominio assoluto. Esco dal parco del cinquantenario e
ripercorrendo a ritroso la strada di prima torno al parco di
Bruxelles. Un ultimo giro, giusto per ribadire il mio predominio sul
territorio conquistato poc'anzi e poi giù dalle scale e, su
marciapiedi affollati, fino all'albergo.
Correre a Bruxelles: piacevole, come
sempre correre. Consigliato, se vi piace vincere facile.
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