Yappapirapirapira pappirapirapa.
Venerdì, ho bevuto una birra con
Benedetto e abbiamo fatto due chiacchiere. Mi ha rivelato il suo
segreto per non ritirarsi quando è molto stanco: “basta cantare
mentalmente una canzone … è importante scegliere la canzone
giusta. Non fare come Gavino che ha scelto una canzone di Crosby
Stills Nash and Young, io con quella mi sarei ritirato subito; meglio
una canzonetta italiana”.
Benedetto ha corso più di 8 ore
consecutivamente. Io mai. Perciò prendo molto sul serio i suoi
consigli.
Per prepararmi, come un vero
professionista, al lunghissimo che mi aspettava domenica mattina, ho
dovuto scegliere e studiare una canzone da portarmi nella testa a
farmi compagnia e, fra il mio scarsissimo repertorio di canzonette,
ho scelto “L'Armando” di Enzo Jannacci e Dario Fo.
Stamattina la sveglia suona alle sei
meno un quarto. La caffettiera mi aspetta luccicante
sull'asciugapiatti. La preparo in fretta e la metto sul fuoco. Prima
ancora di sentire il gorgoglio del caffè, vedo un po' di schiuma che
si affaccia dal beccuccio. Oggi è venuto particolarmente cremoso,
penso. Poi, il sapore di detersivo per piatti mi ha fatto capire
quale fosse l'ingrediente segreto ma ho fatto finta di niente e
inghiottito.
Alle sette del mattino siamo io,
Francesco e Teo: “quelli veloci”; Efisio, Gigi, Salvatore,
Donatella, Luca e Manu, “quelli lenti”, erano partiti mezz'ora
prima.
Il programma prevede una sessantina di
km quasi tutti su asfalto con una salita importante e una successiva
lunga discesa da ripercorrere a ritroso al rientro con le salite che
diventano discese, le discese salite e i saliscendi scendisali.
La prima salita passa via piacevole nel
fresco del mattino e delle gambe, fra panorami e boschi; passiamo la
spettacolare tomba dei giganti di “is concias” e ancora più su
fino ai 700m della “piana dei cavalli”. La discesa è più lunga,
e alterna tratti ripidi con tratti quasi pianeggianti, diversi guadi
e qualche breve risalita. Dopo aver recuperato “quelli lenti”,
approfitto del vantaggio che ho sugli altri per fermarmi dietro ad un
cespuglio con grandi ambizioni ma modestissimi risultati. Vedo tutti
che sfilano via ma provo ad insistere in attesa del “big one”.
Sento bolle di sapone uscire ma non faccio in tempo a voltarmi per
vederle che scoppiano. Ecco l'effetto combinato di caffè e sapone
per piatti! Devo rinunciare ai miei propositi elefantiaci e quando
ricomincio a correre sono tutti spariti avanti a me. Sono già stanco
e ci stiamo ancora allontanando dalla macchina. Sono solo ed è il
momento di tirare fuori l'Arma segreta o, meglio, “l'Armando”
segreto:
Era quasi verso sera, ero dietro,
stavo andando,
che si è aperta la portiera, è
caduto giù l'Armando
Commissario, sa, l'Armando era
proprio il mio gemello
però gli volevo bene come fosse mio
fratello.
Stessa strada, stessa osteria,
stessa donna, una sola, la mia,
ma che delitto di gelosia
io c'ho l'alibi a quell'ora sono
quasi sempre via.
Provo anche a
cantare a voce alta ma richiede troppo fiato e non serve, basta farla
girare in testa con il “repeat” inserito. Piano piano io e
l'Armando recuperiamo posizioni, alienandoci dal caldo crescente, dai
viadotti opprimenti e dal traffico fino ad arrivare a due passi dal
mare. Mi piacerebbe toccare l'acqua ma abbiamo raggiunto il giro di
boa.
Al rientro il
gruppo si sgrana, il caldo è pesante e le gambe pure. Davanti a me
solo Francesco con il cane Togi, mentre io lo seguo con l'Armando:
Commissario, sa, l'Armando mi
picchiava col martello,
mi picchiava qui sugli occhi per
sembrare lui più bello;
per far ridere gli amici mi buttava
giù dal ponte
ma per non bagnarmi tutto
mi buttava dov'è asciutto.
In salita, mi viene
da respirare ogni tre passi, ma l'Armando non è un valzer e il ritmo
è sballato. Devo rallentare per respirare ogni 4 e far compagnia
all'Armando.
La stanchezza della
salita, lascia posto ai dolori muscolari della discesa, ma non sono
solo. Anche l'Armando è un po' sballottato e risente dei 50 “repeat”
andando ormai con le strofe in ordine sparso. Ma è fatta, siamo
arrivati alla macchina. 58 km e 2000m di dislivello.
Yappappirapirapira pappapirapirapà
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