Basta farsi condizionare dalla realtà!
Basta documentari, viva la fiction! Questa volta prima scrivo
il plot, poi vivo l'evento. Prima il resoconto, poi la gara.
Insomma, siamo o non siamo in un reality? E allora eccomi, libero dai
vincoli della noiosa verità a raccontarvi di questa mia Gran Fondo
del Sulcis di domani.
Sfida degli sfiati sfiatati. Lo sfiato
è il tipico meccanismo anaerobico: funziona come il motore a vapore.
Fagioli vengono trasformati in gas che, grazie all'espansione termodinamica,
fornisce una forte spinta propulsiva. Avete visto “Gravity”?
Rivoltatelo in parodia. Riuscite ad immaginare cosa si potrebbe usare
per spostarsi nello spazio al posto dell'estintore? Bravi! Ora
torniamo sulla terra, scendiamo verso quell'isoletta, sorvoliamo le
ciminiere, infiliamoci in quell'immensa foresta e fermiamoci vicino a
quella chiesetta dove c'è tutta quella gente. Eccoci nel teatro
della sfida fra Marieddu “intona” Pazzona, star dello sfiato
musicale, Lello “stornello” Collu, poeta dallo sfiato potente e
io, mago dello sfiato razionale e silenzioso ma aromatico. Altri
atleti, inconsapevoli comparse, ci circondano rendendo più colorito
e vivace lo sfondo.
Si parte, il fiato ci esce davanti,
dalla bocca; si fatica e più si fatica, più il fiatone ci respinge
indietro. Azione e reazione. Per spingersi in avanti bisognerebbe
avere il fiatone da dietro. Ormai siamo in coda al gruppo. Ci
guardiamo. Vedo Lello che smette di respirare, gli occhi spinti da
una potente ispirazione sembra che debbano schizzare fuori da un
momento all'altro ma all'improvviso con un boato lascia partire un
incipit geniale che lo proietta in avanti. Io e Mario non ci lasciamo
intimorire: squillo di tromba e partiamo all'inseguimento. La vera
gara è cominciata.
I piedi non toccano più il suolo. Dopo
un po' smettiamo di far girare le gambe “a bicicletta” per far
finta di correre e le lasciamo piegate all'indietro. Gli avversari ci
guardano passare stupefatti.
Intorno al decimo km Lello
improvvisamente si ferma. Dice che deve pensare al finale, vorrebbe un
finale a sorpresa ma non gli viene. È bloccato. Io e Marieddu lo
guardiamo, gli sussurriamo un finto incoraggiamento e continuiamo la
nostra gara a colpi di spinte peristaltiche.
Colpo di scena! Marieddu finisce il
propellente!Mi dice che era in riserva perché aveva passato la notte
a duettare con il suo coach. Io ne ho ancora, le mie doti di
resistenza sono ben allenate: ho fatto sessioni di peristalsi in
palestra con i pesi e “sedute” di allenamento massacranti ma
produttive. Il mio intestino, perfettamente depilato, è il mio vanto
– mi faccio in continuazione colonscopie selfie col telefonino –
e dal culo mi escono ancora parole, un po' masticate, affannate, con
lo sfiatone ma sufficienti a spingermi fino al traguardo. È
l'apoteosi. Il trionfo del tronfio. La banda di Santadi suona …
improvvisamente un assolo di tromba irrompe sull'inno di Mameli … è
il grande Marieddu, che si è ripreso in tempo per arrivare secondo!
E, finale a sorpesa, arriva anche Lello a completare il podio col suo
finale a sorpresa.
Ecco fatto. Domani dovrò solo seguire
il plot.
E ora provate voi a scendere più in
basso di così!
Come cazzaro sei imbattibile.
RispondiElimina:o)
Come atleta pure....hai mantenuto la promessa arrivando 10° !!!
Bravissimo !!!
Grazie Francesco! Mario e Lello tardano a replicare! Forse ho messo l'asticella troppo in basso e faticano a passarci sotto.
EliminaNon cantar vittoria :D
RispondiEliminaGrande Mario, nonostante la tua altezza sei riuscito a passare sotto. La prossima volta però pubblicherò la foto della colonscopia selfie e non passerai neanche strisciando!
EliminaPer dirla alla Trilussa... questo è un post "Trivella"...
RispondiEliminaPorti giù fino ar pozzo nero della fantasia; ma lì, nell'asfissia, anche la gravità d'un'idea... o uno stufato de ragioni... è aromatizzato al tartufo, e a quel che resta di noi: un par de cojoni...".
Sarebbe bello se l'anno prossimo partecipassi anche tu alla grande sfida a chi salta piu' in basso.
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