Avvertenza: Post scritto dal mio
zombie. L'ironia potrebbe essere pesante e lo stile un po' rigido.
Sabato mattina mi sono svegliato alle 4
come mi capita sovente in questo periodo. Di solito è l'intestino
che si permette di criticare il menù della sera prima (vedi “oggi è già domani” o “pezzi sparsi”), questa volta era il tallone.
Pulsava: probabilmente stava trasmettendo un messaggio in codice
morse ma ero mezzo addormentato e non l'ho trascritto. Era chiaro che
parlasse di se stesso, anche se non risultava evidente se volesse
essere usato di più o di meno. Con la mia perspicacia, ho dedotto
che fosse di meno e, in particolare, che mi chiedesse di evitare le
ripetute 4x2000. Qualcosa tipo: “sofferto ripetute ieri, evitare
rpt 4x2000, altrimenti … stop” Un avvertimento, nel cuore della
notte, in stile minaccia mafiosa.
La mattina dopo, non avendo nessun
dolore, decido di unirmi ad una bella escursione in mtb: 4 ore di
salite e divertenti discese, alla fine un po' di stanchezza è
normale. La sera però mi sento ancora stanco: la pizza ai peperoni
non mi ha aiutato a recuperare.
Stamattina la stanchezza era immutata.
Avevo dato appuntamento a Checco ed altri amici per trovarci alle
8.30 a S. Lucia per una sgambata di 25km sul percorso della Gran
fondo del Sulcis, niente a che vedere con le ripetute quindi il mio
caro tallone dovrebbe essere contento. Fuori pioviggina. Alle 8.15
sono ancora in pigiama e telefono a Checco per sapere se si corre lo
stesso. Mi parla di uomini veri, o roba simile. Non riesco a
rifiutare. Al ritrovo, dopo un attimo di incertezza si decide di
partire lo stesso. Do in ostaggio la mia borsa con il cambio ad
Enrico, figlio di Checco, che ci aspetterà all'arrivo. L'opzione
“prova a partire ed eventualmente torna indietro” è sfumata con
quest'operazione.
Lo stomaco brontola, le gambe faticano,
ma è normale. Fra qualche km avrò digerito e mi sarò riscaldato e
tutto andrà meglio. Eh? Niente di tutto ciò: mi sento come se
avessi già corso più di 30km e svuotato le riserve di glicogeno.
Sono zombie ma senza il tipico appetito dei non morti: inseguo, a
fatica, Checco e Mauro ma senza l'intenzione di sbranarli le
motivazioni latitano.
La compagnia e la meraviglia del posto
mi aiutano a continuare fino all'arrivo; sono contento di avercela
fatta senza eccessiva sofferenza. Alla fine è stato un
bell'allenamento per il mio zombie che tornerà utile per il
passatore. Il peggio però deve ancora arrivare. Lo stomaco è chiuso
come un carcere di massima sicurezza non italiano. Faccio fatica
perfino a bere. A casa, invece della solita birra, mi preparo una
spremuta di limone e un bicchiere d'acqua calda col miele. Vomito
tutto. Sono disidratato e con la glicemia sotto le scarpe ma non
riesco a nutrirmi. Ora, piano piano, mi sto riprendendo. Ho bevuto un
tè col miele e mangiato una mela e sto ricominciando a vivere.
A posteriori, è tutto chiaro. Il corpo
voleva trasmettere il seguente messaggio: “influenza in arrivo,
richiediamo due giornate di riposo. Stop.”. Sapendo che il mio
pezzo preferito è il tallone, aveva chiesto a lui di trasmetterlo,
sicuro che così lo avrei ascoltato. D'ora in poi però, cerchiamo di
comunicare in ore più consone e, vi prometto, che cercherò di
essere più attento.
Domani non so se riuscirò a partire
per Bruxelles. Per ogni eventualità ho però già messo le scarpette
nella valigia …
Ma tu sei matto... eh eh eh eh eh eh :)
RispondiEliminaMa tu sei matto... eh eh eh eh eh eh :)
RispondiEliminaNon sono io, sono quegli altri due ...
EliminaDevi dire al tuo fisicaccio che i segnali devono arrivare da zone più alte del tallone....
RispondiElimina:o)))
Basta che non me li mandi facendo suonare la trombetta ...
EliminaAh ah ah !!!
EliminaQuesta è da applauso !!!
:o)))