Ogni volta che compiamo
un'azione ben definita, come correre una maratona, completare un
sudoku o anche solo preparare una torta di mele, “blip”, quasi
senza che ce ne accorgiamo, una parte di noi si stacca e ci lasciamo
dietro qualcosa di incorporeo, una scia, un odore … ; come una
flatulenza, generiamo un fantasma.
Siamo noi, non siamo noi,
poco importa; il tempo ci distacca e, immediatamente perdiamo ogni
contatto, complicità o simpatia con loro. Ci somigliano molto a dire
il vero ma fra noi resta solo rivalità e confronto.
Qualcuno di loro si
dissolve nell'oblio ma tutti gli altri si ripresenteranno ogni volta
che ripeteremo quell'azione; li ritroveremo lì, alla partenza della
gara, ridacchiando col dito puntato, commentando fra loro con aria di
sfida: “ma cosa crede di fare quel vecchio?”.
La cosa strana è che è
grazie a quegli ectoplasmi schifosi che ci miglioriamo. Sono il
nostro stimolo, la sfida continua che ci porta a crescere. È con
loro che dobbiamo sempre confrontarci; gli altri, quelli con un
numero diverso attaccato alla maglietta, sono solo dei concorrenti
anch'essi con i loro ectoplasmi schifosi da distruggere; dobbiamo
essere solidali e stimolarci reciprocamente. Gli unici veri avversari
sono quegli spiriti pallidi che ci stanno davanti lasciando una scia
nauseabonda e non c'è soddisfazione maggiore che batterli,
lasciandoli ammutoliti dall'umiliazione.
Col
passare degli anni, i nostri fantasmi continuano ad aumentare di
numero e a batterci sempre più spesso; allora è finito il tempo
della crescita. Per non restare soffocati dall'aria stantia che si
portano dietro, conviene arrendersi e cercare sfide nuove in cui
possiamo ancora migliorarci. Finalmente si respira. La finestra si
apre, l'aria fresca entra e se li porta via; se ne vanno per sempre,
lasciando solo una medaglia, una foto sorridente e un bel ricordo.
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